Monte-Carlo ha ancora il suo principe, Rafa Nadal
Nel terzo Masters 1000 dell’anno Rafa Nadal sale sul trono monegasco per la decima volta dopo aver battuto Ramos Viñolas in una finale a senso unico e in un torneo che ha visto le débâcle di Murray, Djokovic e Wawrinka. Nessuno come lo spagnolo nella storia: il padrone della terra rossa è tornato
di Sergio Basilio
su Twitter @TagoSergio23
La terra rossa di Monte-Carlo ci rivela qualcosa che sapevamo già: Rafael Nadal è veramente tornato. In assenza del cannibale Roger Federer, che gli ha finora precluso in questo 2017) le porte dei trofei finora disponibili, il maiorchino torna sul campo amico, quella terra battuta, su cui ha costruito le sue vittorie più belle.
C’è poco da fare, su questo rettangolo si sente come tra mura casalinghe, non ha avversari, Nadal, tanto da non avere problemi a superare uno dopo l’altro gli ostacoli posti tra lui e l’ennesima coppa del principato (la decima) perdendo in totale un solo set in sei incontri.
Padrone incontrastato e dominio totale nel torneo, eppure il sorteggio iniziale non sembrava essergli stato alleato: il caso aveva infatti posto lo spagnolo sul lato scomodo del tabellone, con avversari come Dimitrov, e Zverev, un’eventuale semifinale da sogno contro Novak Djokovic e la possibile finale contro il numero uno del mondo Andy Murray. Invece, mentre il principe della terra rossa regalava perle ad amanti del tennis dai palati fini, i suoi avversari si incartavano uno dopo l’altro tra difficoltà personali e la settimana perfetta di alcuni outsider.
Così, negli ottavi di finale Murray si vedeva estromesso dal torneo grazie all’ottima prestazione di Albert Ramos-Viñolas, che porterà il suo tennis calmo e ragionato fino alla finale, mentre Tsonga, Wawrinka e Berdych venivano battuti uno dopo l’altro rispettivamente da Mannarino, Cuevas e Cilic.
L’unico vero antagonista per la finale sembrava essere il numero due del ranking Novak Djokovic, che però si è riscoperto fragile e umano nel quarto contro Goffin perdendo 6-2, 3-6, 7-5. Sembrava in ripresa, il campione serbo che non ha iniziato bene il 2017, e invece contro il belga, che ha giocato il suo onestissimo torneo, si è rivisto in difficoltà (anche per via del sole contro) ma soprattutto (cosa ben più grave) si è riscoperto svogliato, come se fosse appagato e privo di quella fame che fa la differenza tra chi vuol partecipare a un torneo e chi vuole vincerlo.
Discorso diametralmente opposto di può fare per Nadal, che rinvigorito dalle sconfitte in finale ottenute agli Australian Open e al Masters 1000 di Miami contro l’eterno Federer, sentiva di essere pronto a vincere un trofeo e non uno qualunque, la decima come si usa dire in Spagna, il decimo torneo di Monte-Carlo, entrando nella storia, e rispettando senza dubbi o incertezze la propria previsione. L’ex numero 1 del mondo, da ieri tornato tra i primi cinque grazie al successo monegasco, ha battuto in scioltezza (e divertendosi) tutti: Edmund, Zverev, Schwartzman, Goffin in semifinale fino alla finale di domenica contro il connazionale Ramos-Viñolas, ma anche qui è un incontro senza storia, nemmeno la curiosità di vederlo affrontare un altro mancino può rendere dubbio il finale dell’incontro: un 6-1, 6-3 con controllo, senza patemi e trofeo alzato in alto in poco più di un’ora di gioco, come a dire che se non fosse stato per un Federer in stato di grazia il suo palmarès poteva essere più pieno in questi ultimi mesi.