Francia, le sfide del neopresidente Macron
Schiacciante vittoria del centrista Emmanuel Macron, che prepara un Governo di risparmi e investimenti interni. Il Front National si riformerà in vista delle vicine legislative
di Sara Gullace
su Twitter @nottemare
Sarà Emmanuel Macron l’ottavo presidente della Repubblica di Francia. Dopo un primo turno che aveva riscritto la storia politica del Paese – segnando la fine del duopolio socialdemocratici–repubblicani – al ballottaggio del 7 maggio il candidato centrista ha affondato l’estremista di destra Marine Le Pen ottenendo il 66,1 % delle preferenze. La leader del Front National non è andata oltre il 33,9%.
L’elezione ha confermato le sensazione delle ultime 48 ore: Le Pen era stata accolta da insulti in più di un comizio e i sondaggi nazionali ed europei davano il leader di En Marche! a oltre il 60%. Nessuna sorpresa, quindi.
Con i suoi 39 anni, Emmanuel Macron è anche il più giovane Capo di Stato di una democrazia. Una vittoria netta, che tuttavia lascia spazio ad alcune considerazioni: malgrado i 20 milioni di voti, è giusto osservare che il giovane presidente non ha convinto appieno gli elettori che non hanno votato Le Pen al primo turno – ed è giusto che ne tenga conto egli stesso. D’altra parte l’estensione è stata la più alta dal 1969 (pari al 25%), mentre il 12% dei votanti ha espresso scheda bianca o nulla.
Infatti, se i gollisti di Fillon e i socialdemocratici di Hamon avevano indicato ai propri elettori di votare per Macron, diversamente aveva fatto Melanchon, candidato della sinistra radicale, incitando il suo 11,1% di elettori di France Insoumise a resistere ed astenersi da compromessi.
Emmanuel Macron, lo ricordiamo, era stato ministro dell’economia del Governo Hollande – nonché firmatario della Loi Macron, nel 2015, per la ripresa economica. Un anno fa aveva lasciato l’incarico proprio per partecipare alla corsa all’Eliseo, presentandosi da indipendente a capo di En Marche!
Il Front National di Marine Le Pen ha raggiunto comunque un risultato storico. Per le legislative di Giugno i frontisti pensano di presentarsi con un partito “profondamente rinnovato, in un’ottica di maggiori alleanze” e con un nome diverso, come ha annunciato il numero 2 Philppot, domenica sera.
La Francia elude il pericolo Frexit e sceglie Macron, proiettandosi verso strategie europeiste in campo estero e fortemente riformiste a livello interno. Il nuovo Presidente ha vinto con un programma di rigore e investimenti. Entro il 2022 l’obiettivo è di ottenere un risparmio statale di 60 miliardi, modernizzando i sussidi pubblici – tra cui assicurazione, malattia e disoccupazione. E’previsto un limite anche per i funzionari pubblici: 120 mila in meno entro il suo mandato. Non solo restrizioni, però. Via libera anche all’ investimento: sono previsti 15 miliardi per formazione e ambiente, 5 per sanità, trasporti, agricoltura e modernizzazione degli enti pubblici.
Il “piano Macron” promette anche un innalzamento del potere d’acquisto: riduzione dei contributi previdenziali per i lavoratori (sia dipendente che liberi professionisti) e delle tasse sull’abitazione per l’80% delle famiglie. Uno dei punti centrali della sua campagna è stata la moralizzazione delle istituzioni: un tetto massimo al numero dei mandati, interdizione alla candidatura in caso di processi pendenti, eliminazione del conflitto di interessi impedendo l’accumulo di incarichi così come la possibilità di inserire membri familiari nell’entourage parlamentare.
Anche in ambito politico si prevedono cambiamenti: a partire dal numero di deputati e senatori (prevista una riduzione di un terzo) e dalla possibilità del Presidente di presentare un budget annuale, passando dall’utilizzo immediato delle procedure d’urgenza per finire con la riduzione del periodo di dibattimento di una legge in Parlamento.
Il futuro Presidente è fortemente europeista: Unione Europea, si. Ma riformata. La sua idea prevede un budget per l’Unione con tanto di carica di Ministro dell’Economia e delle Finanze che avrà la responsabilità del bilancio, sotto il controllo di un Parlamento della zona euro, composto dai parlamentari europei degli stati membri. Nelle ultime due settimane, Macron ha promesso di non trascurare le tematiche ambientali – che, al contrario, avevano avuto poco spazio durante la campagna elettorale. In questo senso, l’obiettivo sarà rendere la Francia tra i leader mondiali nella ricerca e nell’innovazione del rinnovabile e alternativo – così come incentivare la produzione e diffusione dei prodotti bio-certificati.
L’insediamento all’Eliseo è previsto per Domenica 14 Maggio, e di li a breve seguirà la nomina del Primo Ministro. Da quel momento potrà iniziare la messa in atto del suo programma. Che, inutile dirlo, i suoi detrattori hanno già definito come inapplicabile.