Tennis, il trionfo di Alexander Zverev agli Internazionali BNL d’Italia
Nella 74ª edizione degli Internazionali BNL d’Italia il 20enne tedesco batte nettamente Novak Djokovic 6-4 6-3 e conquista con merito il torneo di Roma, quinto Masters 1000 dell’anno. E per Zverev si spalancano le porte della top 10
di Sergio Basilio
su Twitter @TagoSergio23
Come le famose sette sorelle della Serie A di calcio del recente passato, composte dalle migliori squadre dell’epoca, gli ultimi dodici anni del tennis mondiale sono stati segnati (e dominati) indiscutibilmente da quattro campioni assoluti: Roger Federer, Rafa Nadal, Novak Djokovic e (dalle Olimpiadi di Londra 2012 in poi) Andy Murray, chiamati i “Fab4”. Ma prima o poi il tempo, l’inevitabile decadimento del fisico umano o una variabile impazzita dovranno mettere fine al loro sconfinato dominio, riportando il mondo tennistico a un equilibrio democratico, dove tutti possono sognare di alzare un trofeo a fine torneo. E forse, questa variabile impazzita si è materializzata sotto forza di ragazzino tedesco, alto, biondo, con una struttura più da cestista che da giocatore con racchetta in mano; caduto dal cielo sul torneo della romantica Roma in una notte di primavera inoltrata.
Il primo assaggio di pathos denso di passione, il torneo lo regala al 2° turno, nell’incontro tra il numero uno del mondo e del tabellone Andy Murray e “l’uomo di casa” Fabio Fognini. Lo scozzese in cerca del suo tennis perduto, sulla terra rossa che esattamente un anno fa gli ha dato coppa e consacrazione tra i “grandi”, è andato però a sbattere sulla serata “sì” del sanremese, che per una volta ha lasciato errori ed escandescenze fuori dai cancelli del Foro, liberando tutta la classe che possiede ed esaltando il pubblico romano come non succedeva da tempo con un italiano, vincendo 6-2 6-4). Fognini brillava di una luce particolare, come se l’imminente arrivo del figlio Federico (dalla moglie Flavia Pennetta) gli avesse donato una consapevolezza e una maturità da campione assoluto, spingendosi oltre se stesso. Peccato che l’indomani ore 12 sarà surclassato dal giovane 20enne tedesco Alexander Zverev (6-3 6-3) senza mai entrare in partita e aggrappandosi (inutili) a polemiche arbitrali.
Ed è proprio il giocatore tedesco classe 1997 il protagonista assoluto del quinto Masters 1000 dell’anno, battendo a ripetizione nomi conosciuti del circuito, da Anderson (1° turno) a Troicki (2°), dal nostro Fognini (ottavi) a Milos Raonic (quarti) e John Isner (in una bellissima semifinale, vinta da Zverev 6-4 6-7 6-1), trovando la sua prima finale in un torneo così importante come quello del Foro Italico. L’ultimo atto contro Djokovic è dominato dal tedesco: Zverev gioca in modo fantastico, guadagnandosi una vittoria inaspettata ma meritatissima per questo ragazzo che sfrutta tutta la potenza del proprio fisico, le lunghe leve che gli permettono di coprire meglio il campo e una classe a questo punto davvero indiscutibile.
NOLE, NADAL E GLI ALTRI – Un altro nome di rilievo, che ha mostrato la grande classe e la “garra” argentina è Juan Martìn Del Potro, che all’esordio ha battuto Dimitrov, poi l’inglese Edmund e Kei Nishikori al terzo, fermandosi sul più bello ai quarti di finale contro Novak Djokovic. E proprio il serbo, tra alti e bassi, sembrava l’unico in grado di contrastare su terra rossa lo strapotere spagnolo di Rafa Nadal, risorto dalle proprie ceneri come la fenice in questo 2017. Nole, che lo scorso 5 maggio aveva annunciato un cambiamento di tutto lo staff tecnico (che comprendeva l’allenatore Marian Vajda, il preparatore fisico Gebhard Phil Gritsch e il fisioterapista Miljan Amanovic) e che a partire da questo mercoledì sarà seguito da un certo Andre Agassi, ha sì battuto Bedene, Bautista Agut, Del Potro e Thiem, ma solo con quest’ultimo (semifinale, 6-1 6-0 in 58’) – che nei quarti aveva superato con un match incredibile Nadal, come vedremo tra poco – era sembrato quello del 2016.
A proposito del maiorchino, Nadal era in cerca del terzo titolo sulla tierra roja di Roma, e al Foro Italico ha regalato ai suoi tifosi più affezionati (dopo Madrid ovviamente) grandi colpi in partita e tanti sorrisi fuori dal campo. La Città Eterna è casa sua: si allena in mezzo ai tanti occhi romani la mattina prima dei match, firma autografi, gioca da Dio, insomma uno di famiglia, da chi per tanti anni ha battuto centimetro per centimetro questi luoghi e ne è sempre uscito come un gladiatore vincente. Nadal supera Almagro all’esordio poi Sock al terzo turno, ma ai quarti si arrende nella rivincita con il 23enne austriaco Dominic Thiem, che sembra aver imparato dall’ultimo incontro avvenuto solo due domeniche fa nella finale di Madrid.
Tornando a Zverev, negli ultimi tempi il gioco del tedesco si è andato sempre più consolidando, culminato con la vittoria di ieri agli Internazionali BNL di Roma a soli 20 anni, successo che potrà dare il via a una carriera importante (senza dover scomodare nessun paragone) e a delle speranze per il futuro, perché uno come Alexander Zverev o come l’australiano Nick Kyrgios (se mai riuscirà a domare la rabbia interiore) potranno regalarci, nei prossimi anni, tanto sano divertimento, con il consenso e la benedizione, ovviamente, dei “soliti” Fab4.