Senza Macchi e senza paura
Nel terzo match del gruppo B degli Europei di basket femminile le ragazze di Andrea Capobianco battono la Slovacchia 68-61 e accedono allo spareggio per i quarti: domani sfida all’Ungheria
di Edoardo Caianiello
su Twitter @edoardocaia
Non c’è nulla di banale nel successo dell’Italia contro la Slovacchia. È vittoria 68-61, la seconda in questo europeo, quella che vale la possibilità di accedere allo spareggio contro l’Ungheria (Domani ore 20.30, diretta Sky Sport 2) ed in caso di vittoria all’élite delle prime otto d’Europa e di conseguenza allo scontro con il Belgio.
Si, non c’è davvero nulla di banale. Perché perdere di misura contro la Turchia non si cancella semplicemente con una bella dormita, perché perdere Chicca Macchi non si cancella nemmeno dopo un letargo. Non commuoversi nel vedere Chicca (Macchi, ndr) portarsi le mani al volto e scoppiare in lacrime, è davvero impresa impossibile.
“Fategli un culo così”. Imperativo categorico assoluto. In altre parole, la richiesta di Chicca Macchi. Provate a levare ad un gruppo uno degli elementi che per talento ed esperienza rappresenta un anello di congiunzione fondamentale tra il campo e lo spogliatoio. E lo sa Capobianco che in maniera paterna prova a consolare la sua giocatrice, lo sa “Mascia” (Raffaella Masciadri, ndr) che da leader prende parola, lo sanno gli occhi di tutti che non possono non versare lacrime.
Veder piangere una giocatrice forse è ancora più toccante. Il dover sembrare forti è solo una catena legata ad ancore arrugginite di ignoranza e pregiudizio che assomigliano di più a stereotipi stantii ed invece la tristezza, uno dei sentimenti più umani e terreni, ci riporta all’immensa dimensione di una campionessa, alla forte e gentile natura di una donna.
Compito rispettato: battuta la Slovacchia. Ed Andrea Capobianco, sempre più simbolo di questa squadra non solo con le idee ma anche con la sua “italiana” fisicità. E se è vero che lacrime e sudore sono bagnati e salati, allora il coach azzurro non è secondo a nessuno, che con la sua professionalità e la sua fisicità sta sempre di più, dando una forte impronta alla sua squadra.
Un collettivo splendente non può far altro che mettere in luce la luce del singolo, quella di Cecilia Zandalisini, ad esempio. Che con questa maglia, sia nelle giovanili che ora con la selezione maggiore, sta consacrando il suo passaggio da ragazza a donna e da promessa a certezza assoluta, colpi di talento ed occhi da campionessa. Non si offenderà Giorgia Sottana, ormai assoluta certezza (e contro la Slovacchia autrice di 11 punti), né tantomeno Francesca Dotto che se per sua stessa ammissione “..con gli altri sei nani, ha un ottimo rapporto”, questa sera ne ha avuto uno migliore con il canestro (11 punti).
Non era una partita normale, non è stata una vittoria normale. È stata invece una grande partita e una grande vittoria. Di chi ha testa, di chi a cuore, di chi è senza Macchi ma anche senza paura.