I comandamenti infranti di “Dente per dente”
Il nuovo romanzo di Francesco Muzzopappa, “Dente per dente”, è un noir irresistibile fatto di tradimenti, vendette e pappagalli insopportabili. La nostra intervista in occasione dell’uscita del libro
Leo è timido e insicuro. Ha perso due dita da adolescente, non è di bell’aspetto (meglio non immaginarselo in costume, a detta sua), ha ambizioni nella media e lavora come guardiano al MU.CO., il MUseo di arte COntemporanea di Varese, raccolta delle peggiori opere d’arte dei più grandi artisti mondiali.
Otto ore di lavoro seduto nella sala 1 che finiscono solo quando sul suo sedere “si sono impresse, mediante l’antica tecnica dell’incisione, le venature in rilievo della sedia di legno, pensata da un designer che mi auguro ora sia ai domiciliari”.
Eppure una certezza ce l’ha: la sua Andrea. Sì perché in questo romanzo Andrea non solo è una donna ma è LA donna, una dea scesa sulla Terra quasi a strapparlo da una vita monotona dedita al blog “PassioneMotori”.
Leo la ama di un amore “che è un tornado” ma Andrea è anche una fervente cattolica osservante e segue alla lettera tutti i dieci comandamenti, ciò include il fatto che Andrea e Leo non fanno sesso. O meglio, Leo non lo fa perché, proprio quando è in procinto di chiederle di sposarlo, la trova a letto con un altro.
Dopo la disperazione, è la vendetta ad accecare Leo che decide di infrangere tutti i dieci comandamenti, applicando quindi l’antica legge del dente per dente.
Il ritmo del libro è quello di un treno in corsa, leggerlo è come bere d’un fiato un bicchiere d’acqua gelata in un giorno di canicola. La comicità non viene mai meno e segue passo passo la narrazione anche nei momenti più noir. E in effetti si ride molto dall’inizio alla fine, sia per Leo, personaggio per cui non si può non provare un sentimento di amicizia e comprensione, sia per tutti gli squinternati personaggi che popolano la scena e orbitano intorno alla figura del protagonista.
Dopo “Una posizione scomoda” e “Affari di famiglia”, Muzzopappa ci regala un altro libro da leggere assolutamente, un misto di humor nero e scenette paradossali (come ad esempio, l’odioso pappagallo di Andrea che lo chiama “Ottodita”). L’autore torna quindi sulla scena letteraria dando il meglio di sé, regalandoci un romanzo frizzante e mai banale.
Proprio in occasione dell’uscita di “Dente per dente” nelle librerie per Fazi, Francesco Muzzopappa ha risposto ad alcune nostre domande sul suo ultimo lavoro, sui suoi personaggi e sul destino dell’editoria.
“Una posizione scomoda”, “Affari di famiglia” e ora “Dente per dente”. Nella sua scrittura ci si imbatte in un caleidoscopio di colori, ma qui il tono si vena di noir. È stato difficile scrivere un romanzo con queste sfumature?
La commedia è un genere molto inclusivo, si lascia contaminare senza snaturarsi. Le venature noir, presenti ma tangenziali rispetto allo spirito umoristico della trama, arricchiscono la storia e contribuiscono ad ancorarla alla realtà. Non sono in grado di scrivere noir: mi sono limitato a innestare delle schegge di vendetta, divertenti, paradossali, senza calcare la mano. Dente per dente resta un testo saldamente ironico.
I personaggi dei suoi libri sono molto spesso grotteschi. Da dove viene l’ispirazione?
Sono dei meravigliosi mostri dei nostri tempi. Prima ancora d’essere un autore sono un lettore vorace. L’ispirazione viene da tutta quella narrativa di stampo ebraico che divoro da tempo, capace di ironizzare sui tic della gente comune, trattando la materia con sarcasmo affilato e con una prosa sempre accurata e divertente. E poi osservo molto, mi guardo in giro, in treno, per strada. E da vicino nessuno è normale.
Lei è un affermato copywriter; con che slogan si potrebbe salvare l’editoria in Italia?
Occhei, allora esco dal ruolo dell’autore.
Il discorso è complesso. Cerco di riassumerlo in poche righe.
La pubblicità muove i consumi, è vero. Riesce a rendere necessario, a volte, anche il superfluo.
Ma temo non basti uno slogan per creare un’abitudine e alimentare una passione. Può accompagnare un lavoro strutturale, servire da volano per operazioni più complesse e capillari, che magari partano dalle scuole e si completino con ragionamenti più pertinenti e meno sbrigativi da farsi nelle stanze che contano. Leggere vuol dire conoscere, capire, avere gli strumenti per ragionare e dunque difendersi.
Non si può liquidare un problema così radicato cavandosela solo con un claim pubblicitario, così come non basta coinvolgere dei volti noti, magari scelti secondo criteri diversi da quello fondamentale della credibilità per rianimare il flusso nelle librerie. Non si può pretendere che una passione sia automatica, che basti parlare di libri perché la gente legga. Servirebbero piuttosto programmi popolari al servizio (anche) della buona promozione letteraria, che non siano respingenti e che sappiano fare divulgazione anche sul faticoso target dei “non lettori” liberandosi della spocchia che spesso incombe sul settore, un errore madornale che non ha mai contribuito a costruire qualcosa di buono e non so per quanto altro tempo ancora vorremmo continuare a esibire, viste le macerie degli ultimi dati sulla lettura in Italia. I non lettori, va ricordato, hanno sempre di meglio da fare.
“Dente per dente”
Francesco Muzzopappa
Fazi Editore (giugno 2017)
collana Le meraviglie
218 pp.
Francesco Muzzopappa
Nato a Bari ma milanese ormai da anni, è uno tra i più conosciuti e apprezzati copywriter italiani. Per la categoria in cui eccelle, le pubblicità radiofoniche, ha vinto numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero. Le sue Fiabe brevi che finiscono malissimo, realizzate in collaborazione con SIO, sono popolarissime in rete, e non. Con Fazi Editore ha pubblicato Affari di famiglia (nel 2014) e Una posizione scomoda, il libro d’esordio uscito nel 2013 che presto diventerà un film. Entrambi i libri sono stati tradotti in Francia riscuotendo un grande successo.