Hollywood e le sue stelle al Palazzo delle Esposizioni
Oltre 160 ritratti per raccontare l’età d’oro del cinema americano e i suoi divi: icone senza tempo tra marketing e mito
di Federica Salzano
su Twitter @FedericaSalzano
Una volta c’erano Afrodite, Apollo e Atena. Poi arrivò Hollywood. E Greta Garbo, Paul Newman e Clark Gable diventarono le divinità di un nuovo Olimpo, quello cinematografico. Venerati dal pubblico come icone di stile, sensualità, bellezza e mistero, i loro ritratti sono oggi raccolti nella mostra “Hollywood Icons”, ospitata al Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 17 settembre.
Le immagini – 161 fotografie – provengono dalla straordinaria collezione della Fondazione Kobal e ripercorrono quarant’anni di storia del cinema americano. Dagli anni ‘20 con leggende del film muto come Charlie Chaplin e Mary Pickford, ai primi interpreti del sonoro tra cui Marlene Dietrich e Cary Grant, fino agli anni ‘60 con Marlon Brando, Marilyn Monroe, Sophia Loren e Marcello Mastroianni.
La mostra però non si risolve in una celebrazione dei divi degli anni d’oro. La macchina dei sogni era, infatti, anche una fabbrica di miti – oggi forse si chiamerebbe marketing – che vedeva all’opera fotografi, costumisti e scenografi, in un lavoro corale finalizzato al successo delle pellicole nelle sale.
E a comprendere l’importanza della fotografia nel diffondere la magia dei film e delle loro stelle fu per primo John Kobal, giornalista e storico del cinema che da giovane appassionato di cimeli cinematografici arrivò presto a possedere una tra le più straordinarie collezioni di ritratti dell’epoca d’oro. Fu lui, negli anni ‘60, a salvare buona parte degli archivi fotografici che, con la crisi del settore, sarebbero altrimenti finiti al macero. In seguito ricontattò i fotografi di scena e li incoraggiò a produrre nuove stampe. Queste furono poi esposte in numerose mostre in giro per il mondo e contribuirono a ridonare lustro alle carriere di quei professionisti dell’obiettivo, artefici del proverbiale glamour hollywoodiano.
In mostra a Roma i lavori di oltre 50 fotografi: dal maestro George Hurrell con i suoi profili disegnati da drammatici chiaroscuri, al prediletto di Greta Garbo, Clarence Sinclair Bull, passando per Ruth Harriet Louise, unica donna fotografa ad Hollywood.
I loro scatti raccontano la storia del cinema di quegli anni e testimoniano i cambiamenti di uno stile fotografico che era strettamente sottoposto al controllo delle major. D’altronde la fotografia svolgeva un ruolo centrale. Incisiva e penetrante, rispondeva alla grande richiesta d’immagini da parte di un pubblico che – in un’epoca senza televisione e non ancora colonizzata dalle istantanee rubate dei paparazzi – prolungava così il piacere della visione e instaurava un contatto con gli attori e le loro storie.
Ecco allora che, con uno scatto di Robert Coburn per il film Gilda, si è impressa nell’immaginario collettivo la sinuosità statuaria di Rita Hayworth avvolta dal fumo di una sigaretta. O ancora il volteggio nell’aria di Fred Astaire, diventato storico con una foto di John Miehle, catturata durante le riprese di Top Hat. Immagini iconiche e, probabilmente, più conosciute degli stessi film per i quali furono scattate. La visione della pellicola d’altronde si esauriva dopo un paio d’ore. Certi volti sarebbero stati consegnati al mito per sempre.
HOLLYWOOD ICONS. FOTOGRAFIE DALLA FONDAZIONE JOHN KOBAL
Palazzo delle Esposizioni, Roma
Fino al 17 settembre 2017
palazzoesposizioni.it