Verso la desertificazione
La scarsità delle precipitazioni preoccupa e i geologi lanciano l’allarme. I cambiamenti climatici stanno portando alla desertificazione dei nostri territori, un problema sempre più attuale che riguarda tutti
Sempre più impotenti e preoccupati assistiamo all’evolversi dei cambiamenti climatici che, insieme alla cattiva gestione delle risorse ambientali, ci portano ad assistere allo stravolgimento dei nostri territori e dell’ecosistema. E se siccità e desertificazione erano, in passato, problemi legati soprattutto ai continenti africani, oggi, sono un fenomeno che riguarda tutti e da vicino.
Gli esperti lanciano l’allarme. Fabio Tortorici, Presidente della Fondazione Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi, afferma: “A grande scala stiamo assistendo a cambiamenti climatici che ci stanno portando verso una desertificazione di parte del nostro territorio, ma la siccità è un fenomeno naturale che periodicamente si ripresenta con picchi che mettono a dura prova l’uomo, le sue attività produttive e l’ambiente. Malgrado questo fenomeno si verifichi ripetutamente, non si è riusciti a mettere in campo, per tempo, misure di contrasto alla siccità. Da decenni i geologi hanno lanciato il loro grido di allarme sulla questione ‘risorse idriche’, sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo”.
La desertificazione è un processo climatico-ambientale che porta alla degradazione dei suoli e alla scomparsa della biosfera oltre che alla trasformazione dell’ambiente naturale in deserto. Ha origine naturale nelle dinamiche climatiche ma è, sempre più spesso, connessa alle attività umane di sfruttamento come deforestazione, agricoltura, urbanizzazione, inquinamento, incendi e attività non sostenibili delle risorse.
Alla base del processo di desertificazione c’è, dunque, la mano dell’uomo che con le attività di urbanizzazione e cementificazione ha accelerato e estremizzato quello che è un processo naturale che non aveva ancora interessato così pesantemente il nostro Paese.
Studi del CNR evidenziano che le aree maggiormente interessate dal fenomeno sono la Sicilia in cui il 70% dell’estensione della regione è a rischio, segue la Puglia la cui percentuale scende a 57%, il Molise con il 58% e la Basilicata con il 55%. Nei territori della Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania, le aree a rischio variano tra il 30 e il 50%.
La perdurante siccità, che negli ultimi mesi ha colpito l’Italia, preoccupa anche la Coldiretti che riporta i dati dell’Ucea (Unità di ricerca per la climatologia e la meterologia applicate all’agricoltura): “A giugno le temperature sono state di oltre 3 gradi sopra la media del periodo, le precipitazioni sono risultate in calo del 65,4% e due terzi delle piantagioni sono state colpite dalla siccità”.
Secondo l’associazione degli agricoltori “Con il prolungarsi dell’assenza di pioggia in gran parte della Penisola, l’allarme siccità si è ormai esteso ad oltre i due terzi della superficie agricola nazionale interessando praticamente tutte le regioni anche se con diversa intensità. La situazione si sta aggravando con effetti catastrofici per la produzione con perdite ben superiori al miliardo stimato, se non pioverà nell’arco delle prossime due settimane in modo costante e non violento”.
Il fenomeno coinvolge sempre più territori e settori, e rappresenta ormai un grave pericolo per tutti, è, pertanto, necessario un intervento deciso verso politiche energetiche, indirizzando la popolazione nella corretta gestione del territorio. Per il geologo Tortorici è fondamentale “ripartire dall’educazione di adulti e bambini, di cittadini comuni e amministratori, di un utilizzo attento della risorsa idrica e del rispetto del territorio. Se questo non avverrà, le nostre parole rimarranno gettate al vento e continueremo ad alternare i dibattiti tra siccità e bombe d’acqua”.