MotoGP: Sachsenring bivio dei popoli
In Germania l’ottavo trionfo di Marc Márquez, una brutta gara delle Ducati e del ritorno da “normal One” di Valentino Rossi regalano la più bella, avvincente ed incerta classifica da molti anni a questa parte. Il tutto, proprio al giro di boa della stagione di MotoGP
di Sergio Basilio
su Twitter @TagoSergio23
L’equilibrio, soprattutto nello sport, è qualcosa di prezioso oltre che bellissimo. Prezioso perché al giorno d’oggi è sempre più raro trovare un duello tra pari fenomeni; bellissimo perché accende le rivalità, pone le basi per lunghissimi discorsi su chi possa spuntarla alla fine, infiamma il pubblico, dona a una competizione quel sapore in più, il tocco dell’unica droga non riproducibile in natura, l’adrenalina. Se poi parliamo di Motociclismo e nello specifico del mondiale di MotoGP ecco che adrenalina diventa un termine leggermente eufemistico.
Fino a due gare fa (Mugello, Gran Premio d’Italia) la lotta per il primato della classifica pilota sembrava una cosa per pochi intimi (come spessissimo avviene): un Viñales super favorito, un Dovizioso sorpresona dell’anno e Rossi come terzo incomodo; ma alla bandiera a scacchi in Germania, al Sachsenring, ecco una corsa a cinque per il titolo, con Márquez, Viñales, Dovizioso, Rossi e Pedrosa racchiusi in soli 26 punti.
Quella del Sachsenring è una gara fortemente voluta, dominata e conquistata di prepotenza da Marc Márquez, ottava personalissima sinfonia su questo tracciato e tutte da pole position dai tempi della 125 per lo spagnolo. Un circuito dove le Honda vanno come missili da tradizione (vedi l’ottimo terzo posto di Dani Pedrosa) e dove è doveroso, come minimo, sottolineare la grandissima gara (e la grandissima gioia) di Jonas Folger, che ha tenuto per tutto il tempo della gara il muso della sua Yamaha YZR-M1 incollato al secondo posto, nonostante negli ultimi giri correva praticamente senza gomme per quanto fossero usurate. Una gara che ha normalizzato Valentino Rossi (impensabile alla sua età aspettarsi il primo posto ogni gran premio) con una quinta posizione che lo tiene però lì, a pochi sorpassi dai tre tenori e dal compagno di Yamaha, Maverick Viñales, che ha saputo soffrire e tenere botta fino al traguardo, chiudendo 4°.
E gli italiani? Il più deludente è per forza di cose Andrea Dovizioso, sesto, che ha perso sicuramente una grande occasione di guadagnare molti punti rispetto ai diretti avversari mentre molto male va ad Andrea Iannone, polemico nel week end, nervoso in gara e caduto (senza conseguenze).
Nella gara della MotoGP di domenica 2 luglio è stato bellissimo vedere come ad ogni sorpasso venisse aggiornata la classifica piloti di questo mondiale, come avviene nelle ultime giornate di un campionato di calcio, quando più squadre sono divise da pochissimi punti e ogni passo falso può essere decisivo.
Una vittoria, quella in Germania, che riporta dunque Márquez e la sua Honda in testa al mondiale con 129 punti in una stagione di alti e bassi per lui, meno dominatore degli altri anni ma più cinico in determinate situazioni, seguito a ruota da Viñales con 124 e un solo punto di vantaggio dalla miglior stagione di sempre di Dovizioso (123 punti). Poi Valentino Rossi a 119 e infine, leggermente staccato (ma non troppo), Dani Pedrosa a quota 103.
Ad oggi, al giro di boa del Motomondiale (9 gare su 18) quando si entra nella solita pausa stagionale per poi riprendere il 6 agosto a Brno in Repubblica Ceca, le possibilità di vittoria di uno di questi cinque fenomeni delle due ruote sono altissime. Come abbiamo visto negli ultimi tre gran premi, basta un semplice errore, una caduta o una gara sottotono per perdere il primato. Cinque piloti in un equilibrio perfetto, la competizione vera nel suo significato più profondo e la definizione de “il motomondiale più bello che si ricordi” che nessuno in questo momento potrebbe anche solo contraddire. Per quanto riguarda noi, possiamo solo attendere, sederci sul divano e godercelo fino all’ultima curva o (molto più probabile) fino all’ultimo sorpasso.
In Moto2 è grande Italia con quattro nostri piloti nei primi cinque posti, capitanati manco a dirlo da Franco Morbidelli, autentico divoratore in questa stagione, seguito da Oliveira e Bagnaia. In Moto3 la spunta Joan Mir davanti a Romano Fenati e Marcos Ramirez.