Una guerra mondiale all’Ex Dogana: The Zen Circus a Roma
Il gruppo pisano infiamma la seconda data del Viteculture Festival all’Ex Dogana di Roma
di Cristiano Tofani
su Twitter @BigC921
Foto di Marta Bandino
Era tutto pronto, date segnate da diverso tempo, qualcosa non è andato come immaginato e l’organizzazione dei concerti nella cornice ormai storica del laghetto romano di Villa Ada è passata ad un’altra gestione. Poco importa, un piano B attuato coi fiocchi in poco tempo che ha spostato la maggior parte degli eventi in cartellone ad un altrettanto suggestivo palcoscenico. Nasce così il Viteculture Festival, che sarà protagonista dell’estate romana dei concerti all’aperto e se Coez ha avuto il merito di aprire la kermesse nella serata del 30 giugno, gli Zen Circus hanno fatto esplodere la loro Terza guerra mondiale proprio sotto ai vecchi cavalcavia della tangenziale Est di Roma la sera successiva.
Il gruppo pisano, formato da Andrea Appino, voce e chitarra, Karim Qqru alla batteria e Massimiliano “Ufo” Schiavelli al basso e nel corso dei live del Maestro Francesco Pellegrini, torna a Roma per il tour estivo in supporto a La terza guerra mondiale, album uscito nel settembre 2016 per Tempesta Dischi.
Un’attesa elettrizzante, quella del pubblico, che al calare del buio si scioglie completamente al suono della chitarra e della voce di Appino, si inizia con La terza guerra mondiale. Testo semplice ma non banale unito ad una musicalità incalzante aspetto che ha sempre contraddistinto il circo zen e il pubblico non può fare a meno di iniziare ad intonare il brano all’unisono.
Il passo è veloce, dall’ultimo lavoro della band si passa a Canzone contro la natura, dal quasi omonimo album Canzoni contro la natura. Coi primi due brani si avverte un preludio di quella che sarà la scaletta della serata, la setlist è un continuo altalenarsi tra vecchi e nuovi brani che si susseguono tra stili e generi diversi, l’impressione è che il concerto sia studiato alla perfezione per divertire, ma soprattutto divertirsi. E bastano solo due brani per accorgersi di come tutta la band sia unita nel divertimento e nella musica.
Vent’anni, forse un indizio per quel che succederà più avanti nella serata, ma probabilmente è solo un pensiero suggestivo, il pubblico è immerso nel pogo e nell’emozione scatenata dalle note che provengono dal palco.
Non voglio ballare, si torna di nuovo a La terza guerra mondiale, ma con Andate tutti affanculo il pubblico esplode, il brano del 2009 è sicuramente uno dei più amati a giudicare anche dalle decine di maglie presenti tra il pubblico.
L’attacco di chitarra seguente si trasforma in boato arriva Ilenia il primo singolo estratto dall’ultimo album, pubblicato proprio un anno fa e che ha da subito riscontrato pareri più che favorevoli. Il pubblico canta, poga e si diverte è una festa quella scatenata dal “circo zen” che sul palco sembra non volerla smettere di impressionare divertendosi.
Il concerto è un’altalena di emozioni, che copre tutti gli ultimi anni della band. I singoli de La terza guerra mondiale fanno completamente esplodere il pubblico, L’anima non conta scatena un coro unisono il pubblico sembra un tutt’uno con la band eppure siamo ancora a malapena alla metà del concerto e altre grandi emozioni devono arrivare.
Ragazzo Eroe, La democrazia semplicemente non funziona e Figlio di puttana chiudono la prima parte del concerto, la band però non lascia il palco e riprende subito a suonare, una cover di un pezzo punk finlandese dal titolo impronunciabile cantato dallo stesso Ufo che per l’occasione abbandona il basso per prendere il microfono e far scatenare il pubblico.
Il microfono però non torna nelle mani di Appino, sul palco sale un ospite, un fratello per la band pisana, Francesco Motta sale sul palco ed esegue accompagnato dagli Zen Circus La fine dei vent’anni.
Il concerto a questo punto sta volgendo al termine arriva prima San Salvario è l’ultimo pezzo da La terza guerra mondiale e viene seguito da Nati per subire. L’ultimo pezzo vuole lasciare il segno definitivo sul pubblico, più volte acclamato durante la serata, alla fine arriva Viva.
Gli Zen Circus hanno lasciato un segno indelebile, un concerto di ventidue tracce infilate una dopo l’altra che hanno ripercorso tutta la loro discografia e che non hanno mai smesso di divertire e far ballare il pubblico che abbandona l’arena con l’adrenalina in circolo mista alle emozioni che solo una band come il “circo zen” può generare.
La scaletta della serata:
- La terza guerra mondiale
- Canzone contro la natura
- Vent’anni
- Non voglio ballare
- Andate tutti affanculo
- Ilenia
- L’amorale
- Pisa merda
- I qualunquisti
- L’anima non conta
- Terrorista
- Vecchi senza esperienza
- Mexican Requiem
- Ragazzo eroe
- La democrazia semplicemente non funziona
- Figlio di puttana
- Cover
- La fine dei vent’anni (con Motta)
- L’egoista
- San salvario
- Nati per subire
- Viva