Firenze Rocks, un festival dal sapore europeo nel cuore d’Italia
Ad un mese dalla conclusione della prima edizione del “Firenze Rocks” le impressioni su un festival emozionante che ha visto tra i suoi headliner Aerosmith, Eddie Vedder e System of a Down
Ogni anno c’è sempre una sensazione che domina ogni fan della musica live: è l’ansia e il desiderio che muovono l’attesa dei grandi annunci che fanno scrivere sulle pagine Facebook degli organizzatori “Annunciate la mia band preferita”.
La stessa trepidante attesa ogni hanno mi ha fatto guardare gli annunci dei grandi festival europei, il Pinkpop, il Rock am Ring, il Download Festival o il Rock in Rio, vedendo ogni volta annunciare intere giornate di pura musica a partire dalle 14 fino a tarda notte, con band del calibro di Foo Fighters, Slipknot e chi più ne ha più ne metta.
Ricordo bene la sensazione di vedere quest’anno la locandina del Download Festival con System of a Down, Prophets of Rage, Five Finger Death Punch, Mastodon, Sabaton e Sum 41 in una sola serata. Ricordo bene lo sguardo sognante che mi aveva spinto già a raccogliere le idee, a vedere i biglietti aerei e i costi di pernottamento più i biglietti, ma soprattutto: organizzare le ferie per fare la tre giorni di concerti.
Tutto questo fino ad un annuncio a sorpresa, un annuncio che ha sorpreso un po’ la mia voglia di concerti. L’annuncio della prima edizione del Firenze Rocks mi ha spiazzato, lasciandomi per un attimo a dover riflettere sul da farsi, soprattutto pensando al becero meccanismo di acquisto dei biglietti che porta al soldout istantaneo ogni grande evento. L’aspettativa era delle più grandi. Tre sere di grandissima musica: Aerosmith, Eddie Vedder, System of a Down. Questi gli headliner delle tre serate del 23, 24 e 25 Giugno.
Fin qui tutto nella norma, nulla di più differente da quanto già visto in giro per l’Italia negli ultimi anni. Ma gli annunci proseguono e le serate vengono allungate, non più una sola band, ma cinque band o artisti per serata ed ai System of a Down si aggiungono i Prophets of Rage, proprio come al Download Festival tanto desiderato.
Un festival dal sapore europeo, ben diverso da Rock in Roma, che più che un festival sarebbe corretto definirla una kermesse di concerti. Probabilmente l’unico tassello mancante è l’assenza di un biglietto cumulativo per le tre serate, ma poco conta se si può veder suonare i Placebo la stessa sera degli Aerosmith, oppure Eddie Vedder e Glen Hansard che condividono palco e chitarra.
Per tre giorni l’ippodromo del Visarno si è sentito un po’ Nürburgring (sede del Rock am Ring), almeno nei contenuti più che nella forma, perché pensare di esserci vedendo le foto di un’immensa marea umana fa un grande effetto. Rileggere ovunque, la mattina dopo, delle grandi recensioni per ogni serata, da una parte il tour d’addio degli Aerosmith, dall’altra l’incanto di Eddie Vedder ed infine la potenza dei System of a Down, tutti accostati al solo nome Firenze Rocks, fa capire che qualcosa di grande è nato e dopo la scomparsa del Rock in Idro di Bologna, fa sognare nuovamente i fan italiani, per avere la speranza di grandi appuntamenti estivi. Più grandi anche degli Stones che fanno tappa al Circo Massimo di Roma, non per importanza storica né tanto meno per blasone, ma perché avere tre grandi artisti in un’unica tappa sicuramente fa gola non solo al pubblico italiano, ma anche a quello europeo.
Poco importano, per ora, i problemi organizzativi causati da un evento di queste dimensioni e la gestione di tante persone, c’è ancora tempo per aggiustare il tiro e migliorarsi, per ora sicuramente ha vinto la musica.
Al prossimo anno Firenze, adesso è il tuo momento di farci sognare davanti le locandine.