Il Venezuela di Maduro è in piena dittatura
Con la nuova Costituente la tensione sociale è al limite: molti i dissidenti oppressi e reclusi, l’isolamento politico internazionale non spaventa il leader chavista
Sono state elezioni di sangue quelle del Venezuela. Sono tra le 10 e le 16 (anche qui non ci può essere accordo tra le fonti locali) le persone che hanno perso la vita nello scorso fine settimana durante il voto per la nuova Assemblea Costituente voluto dal presidente Nicolas Maduro e proclamato il 1° Maggio.
Da quel momento, del resto, il Paese è scenario di una carneficina: le vittime della tornata elettorale si aggiungono, infatti, alle 120 già registrate negli ultimi 4 mesi in un Venezuela sconvolto da mesi di tensioni e rivolte, soprattutto nella capitale e nelle aree urbane. Alle centinaia di morti degli ultimi mesi, si aggiungono quasi 2.000 feriti e si contano oltre 5.000 persone arrestate – di cui 1.300 ancora detenute.
Una frattura sociopolitica che sta affondando l’intera nazione. Ed un forte ed evidente contrasto emerge anche sui risultati elettorali: la fonte governativa del Consiglio Elettorale Nazionale assicura un’affluenza di oltre 8 milioni di votanti per il 41,53% mentre per l’opposizione l’affluenza, monitorata ai seggi, non avrebbe superato il 12%.
Il Presidente dell’Assemblea Nazionale, Julio Borges, ha sottolineato la differenza di cifre uscenti dalle urne, ribadendo quanto quello di Maduro sia “Un governo fondato sulle falsità. Il nostro Paese – ha continuato – è in continuo peggioramento: mancano il pane, l’accesso allo studio e strutture sanitarie funzionanti” . Sul prossimo futuro, Borges assicura che il Parlamento non è disponibile a cedere l’aula alla Costituente e che “L’unica soluzione è quella di manifestare nelle piazze ed opporsi fino ad avere libere elezioni”.
I partiti di opposizione, riuniti nel MUD (tavola di unione democratica) hanno respinto da subito l’idea di una nuova Costituente, boicottando in blocco le urne domenica scorsa. Già due settimane fa, il 16 Luglio, il MUD aveva indetto un referendum dimostrativo – senza valore legale – per dimostrare la volontà del popolo di ottenere nuove elezioni invece di una nuova Costituente, definitiva una “frode illegale”.
Ai seggi avevano partecipato oltre 7 milioni di persone, che per il 98% si erano espressi contro l’iniziativa di Maduro che, nel corso del tempo, è apparsa sempre di più un colpo di Stato. Convinzione immediatamente confermata, del resto, dallo stesso Maduro nella prima uscita pubblica post-seggio, quando ha sottolineato che l’organismo ricostituito dovrà monitorare e, in caso, prendere misure contro il Parlamento, la Procuratrice Generale, Luisa Ortega, i dirigenti dell’opposizione e la stampa indipendente.
Del resto, le settimane antecedenti la votazione sono state dense di giornate di terrore: scioperi, boicottaggi e dissenso sono stati puniti con la repressione fisica nelle strade e la reclusione. E a meno di 48 ore dal voto Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma – i due storici dissidenti già ai domiciliari – sono ritornati in carcere, prelevati a forza dalle loro abitazioni per avere incitato alla ribellione sui social network.
Un vero e proprio stato di dittatura, condannato a più riprese da Unione Europea, ONU e Stati Uniti per la violazione di diritti umani. Donald Trump ha già precluso contrattazioni economiche con il Venezuela e, insieme ad Italia, Argentina, Colombia, Messico e Spagna ha annunciato di non riconoscere il ruolo istituzionale della nuova Costituente. In nome della libera sovranità, invece, Bolivia, Nicaragua, Ecuador, El Salvador, Cuba e Russia oltre al capo delle FARC, Rodrigo Londoño, hanno apertamente dichiarato il loro appoggio alle scelte di Maduro criticando come “filo-americana” la posizione di Stati come Messico, Argentina e Brasile.
Ma quali sono la composizione ed il ruolo ufficiale della Costituente venezuelana? L’Assemblea Costituente è un organismo composto da 545 deputati eletti direttamente dai cittadini. Si tratta di 364 rappresentanti per ambito territoriale, 173 per settore e 8 per le comunità aborigene. Il loro obiettivo è quello di scrivere una nuova Costituzione che sostituisca quella di Hugo Chavez del 1999: anche per questo, molti politici al Governo, oramai fuoriusciti, hanno accusato Maduro di tradimento al vero chavismo, dando vita ad una frattura politica all’interno dello stesso governo.
La Costituente, inoltre, esautorerà il ruolo dell’Assemblea Nazionale composta dalle forze di opposizione ed eletta nel 2015. I candidati papabili, 6.000 scelti dagli organismi nazionali tra i 50 mila presentatisi, secondo disegno originario, non avrebbero dovuto avere provenienza da partiti politici. Una misura pensata per evitare presenze ostative il chavismo. Eppure, allo stato dei fatti, molti nominativi sono usciti proprio da partiti al governo, simpatizzanti o alleati e, comunque, tutti vicini al socialismo ed all’economia comune.