Il caos invade l’Ex Dogana: Levante live al Viteculture Festival
La neo giudice di X Factor si è esibita all’Ex Dogana di Roma per la penultima data del Viteculture Festival lo scorso 9 settembre
Un’estate tormentata, una Estate nel Caos così come il nome del tour, Levante torna a Roma dopo la doppia esibizione di maggio (al concertone di piazza San Giovanni e la prima tappa del Caos Tour) dopo tutte le discussioni nate dalla sua adesione come giudice di X Factor. Ma il Caos è parte di lei, inutile negarlo, lo ha più volte detto e mostrato sui social, e come sempre nel corso della sua, seppur giovane, carriera le dimostrazioni arrivano dai brani e dai concerti, tutti affrontati con estrema naturalezza e pochissima costruzione. Probabilmente l’errore è di chi giudica e la segue erigendola a “paladina dell’indie”, quando ormai l’indie non è più definibile nemmeno come un genere, se mai lo è stato.
Levante, nome d’arte di Claudia Lagona, ormai è una cantante completamente affermata, tre album all’attivo non saranno molti, ma è il successo di pubblico riscosso in questi anni che lo dimostra, tutti affrontati con estrema naturalezza.
La cornice è sempre la stessa, l’Ex Dogana, per quello che è il penultimo appuntamento sul cartellone di un’estate lunghissima.
Ad aprire la serata ci pensano gli Stag, giovane band romana, che con il suo pop rock eseguito in chiave semiacustica richiama l’attenzione delle moltissime persone giunte nell’arena di San Lorenzo, riuscendo per un attimo ad affievolire la tensione dell’attesa. Un’attesa fortissima, tesissima, quasi spasmodica per quello che di lì a poco si sarebbe realizzato sul palco.
Cala il buio, tutte le luci spente, si accendono solo gli schermi a led che compongono la semplice scenografia del palco. Attacca il Preludio, non suonato, un semplice monologo fatto dalla cantante fuori scena con tutta la band che lentamente sale sul palco. L’attacco è dei più potenti, Le mie mille me, tratto proprio dall’ultimo lavoro della cantautrice Nel caos di stanze stupefacenti. Levante mostra subito tutta la sua energia e capacità di tenere il palco, salta corre e canta con una naturalezza disarmante.
Si rimane ancora nel caos, con quello che è stato il singolo di lancio dell’album, il ritmo deciso con la batteria, Non me ne frega niente, inutile evidenziare l’esplosione decisa del pubblico, già conquistato fin dalle prime note del concerto.
Il tempo di tornare per un attimo ad Abbi cura di te, con Le lacrime non macchiano, e il protagonista torna di nuovo il caos tanto amato dall’artista, con note più delicate delle precedenti, si tratta di Sentivo le ali. 1996 La stagione del rumore, uno dei pezzi più singolari dell’album, segue la scaletta insieme a IO ero io.
Arriva il momento di imbracciare la chitarra, prima l’acustica su Mi amo, dal penultimo album, e poi l’elettrica su Sbadiglio, uno dei singoli più amati dal primo lavoro dell’artista pur essendo stata scartata dal Sanremo 2014.
Arriva forse uno dei momenti più mainstream del concerto, sicuramente non in accezione negativa, Pezzo di me, il singolo registrato insieme a Max Gazzè che per tutta l’estate è risuonato in ogni radio ed in ogni spiaggia e il pubblico non fa che cantare all’impazzata.
Cuori d’artificio, ancora un ritorno al primissimo lavoro della cantautrice, seguito da Diamante ci spingono verso uno dei momenti più intimi e emozionanti del concerto.
Prima rimane sola sul palco insieme alla fidata chitarra, un pezzo raramente eseguito live negli ultimi anni La scatola blu, eseguita in solo acustico. Subito dopo accompagnata da un’altra chitarra arriva Ciao per sempre. Ma il tris acustico non è terminato, il terzo elemento è completamente unplugged. Accompagnata dal chitarrista, jack scollegato e microfono spento arriva Abbi cura di te, che il pubblico intona in coro insieme alla cantante, un momento magico e intenso per cui la stessa Claudia non può che ritenersi orgogliosa e soddisfatta, viene la pelle d’oca al ricordarlo.
Santa Rosalia, Duri come me, Memo e infine Di tua Bontà accompagnano il pubblico al break di un lungo ed emozionante concerto che per ora ha visto ben venti pezzi in scaletta.
Si rientra con quello che è ormai un grande classico della cantautrice torinese (anche se solo di adozione): Alfonso. Il pubblico si scatena, il pezzo ormai è amatissimo e conosciutissimo anche dai sassi. Ancora due pezzi energici, Io ti maledico e Gesù Cristo sono io. Il pubblico sembra stanco, ma non vuole saperne di fare a meno di questo show. Alla fine la conclusione giunge, con quello che è invece il preludio de Nel caos di stanze stupefacenti: Caos. Con il pezzo si raccoglie il senso di tutto lo show, il caos che l’artista è riuscita pienamente a far capire a tutti i fan.
Di seguito la scaletta del concerto:
Le mie mille me
Non me ne frega niente
Le lacrime non macchiano
Sentivo le ali
La stagione del rumore
Io ero io
Mi amo (chitarra acustica)
Sbadiglio (elettrica)
Pezzo di me
Cuori d’artificio (elettrica)
Diamante
Lasciami andare
Contare fino a 10
La scatola blu (sola acustico)
Ciao per sempre (acustico)
Abbi cura di te (unplugged)
Santa Rosalia
Duri come me
Memo
Di tua bontà
Alfonso
Io ti maledico
Gesù Cristo sono io
Caos
Cristiano Tofani
Foto di Marta Bandino