Vi spiego perché la Catalogna non diventerà uno Stato

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A pochi giorni dal referendum per l’indipendenza della Catalogna, abbiamo chiesto al prof. Stefano Ceccanti, docente di Diritto Pubblico Comparato alla Sapienza Università di Roma ed ex senatore, se il progetto separatista catalano potrà trovare compimento e se è possibile aspettarsi un effetto contagio in altri Stati europei

Re Felipe VI di Spagna

Re Felipe VI di Spagna (fonte immagine: repstatic.it)

Professore, le chiedo innanzitutto un commento sul discorso pronunciato alla nazione da re Felipe VI, che ha fermamente condannato l’indipendentismo catalano parlando di “comportamento irresponsabile”. Molti hanno ritenuto questo atteggiamento troppo filogovernativo anche in considerazione del mancato riferimento alla repressione della polizia di Madrid.
Occorre capire un punto chiave: il re non è intervenuto da commentatore politico, ma da Capo dello Stato in una gravissima situazione di crisi costituzionale. I due problemi non sono sullo stesso piano: da una parte vi è un disegno eversivo di rottura della Costituzione esistente conclamato, dichiarato esplicitamente e perseguito in maniera trasparente dal Governo secessionista e chi tutela l’unità dello Stato non può che contrapporsi frontalmente. Dall’altro, invece, ci sono da appurare eventuali violazioni del diritto di legittima difesa che nel caso, è da verificare, si tratta di violazioni della legge, non di attentati alla Costituzione vigente. Il re interviene per proteggere la Costituzione vigente.

Mercoledì sera il presidente della Generalitat de Catalunya, Carles Puigdemont, ha reso noti i risultati del referendum ed è già stato comunicato che lunedì sarà proclamata l’indipendenza della Catalogna. Ci sono strumenti che il re o l’Esecutivo possono ancora mettere in atto?
Si, prima o contemporaneamente ci sono vari strumenti. I due di cui si discute di più in queste ore sono il ricorso l’art. 155 della Costituzione per il quale bisogna passare dal Senato con una votazione con cui non si può sopprimere l’autonomia regionale, ma la si può sospendere. Per esempio si può sospendere il Governo della Catalogna, nominare un governo sostitutivo e procedere a nuove elezioni regionali. L’altra strada è passare per la Corte Costituzionale perché il governo catalano ha violato alcune sentenze della Corte Costituzionale e quindi la sospensione la potrebbe dichiarare la Corte Costituzionale.

Una volta proclamatasi indipendente, la Catalogna sarà di fatto un nuovo Stato?
I catalani ci provano, ma non nasce alcun nuovo Stato, sarà lo Stato Centrale a giocare d’anticipo e li sospenderà e i catalani non avranno forza sufficiente per dichiararsi indipendenti.

Stefano Ceccanti

Il Prof. Stefano Ceccanti

Nel caso in cui accadesse, si verificherebbe una situazione del tutto nuova nella storia dell’UE. Quali sarebbero i rapporti con Bruxelles?
Nel caso in cui riuscissero con atto di forza a proclamarsi indipendenti non esiste alcuna possibilità che vengano riconosciuti dall’Unione europea perché non ricorrono i requisiti internazionali di minoranza oppressa necessari per essere riconosciuti e non avrebbero speranza di essere riammessi nell’Unione dove tutti i partner, e la stessa Spagna, hanno diritto di veto. Occorre dire che non si procede verso l’indipendenza della Catalogna, ma verso un tentativo di indipendenza che sarà sanzionato con sospensione dell’autonomia regionale. Il contesto non permette di fare questo.

Com’è possibile spiegare il fenomeno nuovo per il quale vi sono regioni di Paesi membri dell’Ue che non si dichiarano anti-Europa, ma anti-Stato, come il caso della Catalogna o della Scozia, che dopo la Brexit ha rimarcato la volontà di rimanere nell’Unione.
L’Unione europea è avvertita come un elemento di crescita, alcune zone particolarmente ricche e sviluppate le quali pensano che sarebbero  ancora più ricche e più sviluppate se si emancipassero di più dallo Stato in cui fanno parte, ma non dall’Unione. Per quanto riguarda il caso scozzese, la Scozia voleva restare perché l’Unione voleva uscire, qui invece il governo catalano pensa di poter uscire e rientrare in Ue, cosa che non è possibile.

Numerosi esponenti dei movimenti separatisti italiani i sono recati in Catalogna in veste di osservatori, tra questi vi sono anche quelli dell’Alto Adige e del Friuli i quali pare abbiano attinto nuova forza irredentista dai fatti catalani. Può esservi un effetto contagio anche in Italia?
Se un tentativo di indipendenza di una parte di uno Stato europeo avesse successo, ci potrebbe essere un effetto imitativo, ma non avrà successo.

Silvia De Maglie

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