Ius Soli, i perché dello sciopero della fame
Lo Ius Soli è fermo al Senato da troppo tempo e la legislatura sta volgendo al termine. Mondo della scuola e della politica hanno deciso di passarsi il testimone di un digiuno per tenere accesi i riflettori sull’importanza dell’approvazione di una legge per i diritti di tutti
“Cara collega, caro collega, vi scriviamo perché siete tra coloro che, dal primo momento e con maggiore determinazione, hanno sostenuto le buone ragioni della legge sullo Ius Soli. Ogni giorno lo spiraglio – pur esile, esilissimo – che sembra aprirsi sulle possibilità di una approvazione del testo, tende a chiudersi. Qualcosa si deve pur fare per non doverci amaramente rammaricare, tra qualche mese o qualche anno, della nostra ignavia o della nostra impotenza. Se, come tutto sembra indicare – e come segnalano anche le ripetute dichiarazioni del ministro Delrio – questi sono giorni decisivi, proviamo a muoverci“.
Inizia così la lettera aperta dei senatori Luigi Manconi, Elena Ferrara e Paolo Corsini (i primi due esponenti del PD, Corsini invece è in MDP) affinché sia proprio la classe politica ad assumersi la responsabilità della legge per la cittadinanza sollevandola dall’oblio legislativo cui potrebbe essere destinata.
È accaduto, infatti, che dopo il primo voto favorevole della Camera dei Deputati del lontano 13 ottobre 2015, il testo di modifica della legge 91 del 1992 sia tornato in Commissione Affari Costituzionali al Senato per le numerose modifiche apportate; qui vi è rimasto parcheggiato per circa un anno e mezzo per via degli emendamenti presentati dalle opposizioni.
Una volta messo a punto, il nuovo testo del disegno di legge è arrivato a Palazzo Madama il recente 14 giugno 2017. Al rientro dalle ferie parlamentari, tuttavia, la votazione finale sul testo non è apparsa nel calendario dei lavori dell’Aula e, la legislatura, si sa, volge al termine.
Nel gioco politico delle priorità, pertanto, è parso opportuno sacrificare il voto sullo Ius Soli a fronte di altri provvedimenti, primo tra tutto quello sulla legge di stabilità. Quest’ultima norma ha senza dubbio una rilevanza notevolissima, ma le sedute in programma da qui a fine mandato dei parlamentari conservano ancora qualche posto libero. Ed è lo stesso Manconi ad indicare i tempi del possibile spiraglio: dopo il voto sulla variazione di bilancio del DEF del 4 ottobre, si apre una sorta di finestra poiché la legge di stabilità arriverà in Senato nell’ultima settimana di ottobre.
È in queste tempistiche si innesta la “staffetta del digiuno”. A lanciare l’iniziativa è stato Franco Lorenzoni, docente di scuola elementare, che su Internazionale ha spiegato le ragioni per cui non è più disposto ad “accettare di avere in classe ragazzi che non saranno mai cittadini”.
Secondo i dati del MIUR sono oltre 800 mila gli studenti che non hanno ottenuto il riconoscimento dei diritti e dei doveri di cittadini italiani eppure per questi e per tutti i ragazzi frequentanti le nostre scuole gli insegnanti devono impegnarsi a costruire le otto competenze chiave della cittadinanza come indicato da una Raccomandazione del Parlamento Europeo fatta propria dal Ministero. “Noi, questi ragazzi [ndr], li guardiamo negli occhi tutti i giorni. Non possiamo fare finta di niente e giocare con le parole”.
Questa staffetta del digiuno è iniziata il 3 ottobre, Giornata nazionale in ricordo delle vittime dell’immigrazione, con l’adesione di 800 insegnanti che da Nord a Sud Italia hanno informato i ragazzi della loro scelta e del perché sia così importante sostenere l’approvazione dello Ius Soli.
L’iniziativa ha subito assunto una dimensione corale trasversale: hanno aderito gli esponenti del Partito Radicale, il ministro Graziano Delrio, il Sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, la Presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, PD e MDP, l’europarlamentare David Sassoli, il presidente e vicepresidente dell’Arci e tutto il gruppo dirigente, Giuliano Pisapia, leader di Campo progressista, i viceministri Mario Giro e Andrea Olivero, i sottosegretari Benedetto Della Vedova e Angelo Rughetti, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, l’architetto Renzo Piano.
Si andrà avanti per un mese, qualcuno che non digiuna più sarò seguito da chi inizia a digiunare, per un giorno, per due o per quanto lo si ritiene opportuno. La nostra storia recente ci parla di digiuni ben più lunghi,Marco Pannella si concedeva qualche cappuccino a ristoro di lunghe – ben lunghe – astinenze che nulla, effettivamente, c’entrano con questa staffetta il cui punto di forza, a dispetto delle critiche che gli osteggiatori alla norma avanzano a più riprese, è proprio il carattere corale, la capacità di riuscire a coinvolgere il maggior numero di persone provenienti da ogni dove politico e sociale. Avrà effetti? Non lo sappiamo, ma, come affermano i promotori, vale la pena provarci.
Importante tappa di questi sforzi comuni è l’appuntamento di domani, venerdì13 ottobre, in Piazza Montecitorio: qui, la società civile tutta insieme a #Italianisenzacittadinanza e a L’Italia sono anch’io trasformeranno il foro della politica nella Piazza della Cittadinanza, con laboratori creativi, flash mob, cori e palloncini tricolore per ribadire la necessità del voto immediato della Riforma che introduce lo Ius soli temperato e lo Ius culturae (di cui abbiamo parlato qui).
Il Cittadinanza day sarà un momento di grande aggregazione per riaffermare che “chi cresce in Italia è italiano” e che, riprendendo le parole del maestro Lorenzoni, le ragazze e i ragazzi che popolano le nostre classi semplicemente “guardano il mondo da punti di vista diversi, questa straordinaria disomogeneità può trasformarsi in una risorsa preziosa per conoscere e capire meglio la realtà che ci circonda”. Senza paura.