Pablo Picasso a Roma tra cubismo e classicismo
Roma festeggia il centenario del soggiorno di Pablo Picasso in Italia con la mostra: “Tra cubismo e classicismo: 1915-1925” alle Scuderie del Quirinale e a Palazzo Barberini fino al 21 gennaio 2018
I curatori della mostra romana su Pablo Picasso (Olivier Berggruen e Anunciata von Liechtenstein) dopo anni d’intenso lavoro e studio sul rapporto del grande artista andaluso con il teatro hanno deciso di renderci omaggio con una rilevante retrospettiva per celebrare il centenario del viaggio intrapreso da Picasso in Italia tra marzo e aprile del 1917.
L’esposizione vanta un percorso espositivo straordinariamente organico, con oltre cento capolavori tra tele, gouaches e disegni oltre a fotografie, lettere autografe e altri documenti provenienti da musei sparsi in tutto il mondo tra cui Giappone, Europa e Stati Uniti.
La retrospettiva illustra gli esperimenti condotti da Picasso con diversi stili e generi: dal gioco delle superfici decorative nei collage, eseguiti durante la prima guerra mondiale, al realismo stilizzato degli “anni Diaghilev”, dalla natura morta al ritratto.
È il febbraio del 1917 e in Europa infuria la Grande Guerra. Pablo Picasso, che ha solo 36 anni ma è già il grande pittore che ha guidato la rivoluzione cubista, arriva per la prima volta in Italia al seguito dell’amico e poeta Jean Cocteau, il quale incontra l’impresario dei Balletti Russi, Sergej Djagilev, al fine di collaborare per la realizzazione del balletto Parade, musicato da Erik Satie.
Nasce così a Roma il dipinto Parade: questa immensa tela di 10,60 per 17,25 metri, dipinta con colori a tempera insieme alla collaborazione del pittore italiano Carlo Socrate. Si tratta di un’opera straordinaria, lirica e malinconica, di grande intensità emotiva che fino al 21 gennaio 2018 si può ammirare per la prima volta in Italia a Palazzo Barberini, che insieme alle Scuderie del Quirinale ospita un evento eccezionale.
Di certo quest’opera manifesto, entrata nella storia dell’avanguardia, sconvolse l’estetica del balletto.
A Roma, Picasso conosce i Futuristi e i pittori della Secessione ed entra in contatto con l’arte rinascimentale e classica, mentre va via via scoprendo, spostandosi con l’amico Stravinskij la città di Napoli e Pompei, alla ricerca dei tesori napoletani e le tradizioni iconografiche italiane per trarre spunti per il balletto Pulcinella.
Da questo viaggio Picasso ne trae una visione collettiva, non separa i monumenti artistici dalla vita popolare, i musei dalla strada, e neppure i corpi dei ballerini che egli vede riflessi nelle statue antiche.
Con il nostro Paese l’artista spagnolo ritorna al passato, a un dialogo con l’arte antica e nello stesso tempo a nuovi stimoli che trova negli affreschi erotici di Pompei, negli scavi di Ercolano, nelle maschere della commedia dell’arte e nella vitalità culturale di Napoli. Siamo di fronte a uno “spirito nuovo”.
È in questo periodo che incontra anche l’amore, Olga Khochlova, una delle ballerine del Balletto, che sposerà a Parigi. Picasso inizia a ritrarre Olga e ad accompagnare la futura moglie in tournée, si sofferma a dipingere i movimenti dei ballerini durante le prove e le loro posture nei momenti di riposo, oltre che a cimentarsi in Arlecchini, Pierrot e scene circensi. Il Cubismo incrocia il Classicismo e compare una nuova vena realista soprattutto dopo la nascita del figlio Paul nel 1921.
Il “Gran Tour italiano” dell’artista spagnolo oltre che sconvolgergli la vita privata sarà un nodo nevralgico per la sua produzione artistica, fino alla messa a punto di un nuovo idioma espressivo, in una sintesi stilistica rivoluzionaria.
Info e biglietti su scuderiequirinale.it.