Fame e migrazioni: per la FAO la risposta è nelle campagne
Settimana piena ad ottobre per le istituzioni che si occupano della sicurezza alimentare, con negoziati e incontri internazionali alla FAO, IFAD e WFP a Roma. Quali sono i risultati che il mondo può aspettare?
In un mondo che soffre sia di fame che di obesità, e in cui il bisogno di cibo diventa sempre più grande, sono tante le sfide che coinvolgono la sicurezza alimentare.
Se si aggiunge uno scenario instabile causato dai cambiamenti climatici e la crescente tensione sociale dovuta alle migrazioni di massa attuali e future, ecco le le tematiche delle discussioni della 44ª Sessione Plenaria del Comitato per la Sicurezza Alimentare Mondiale (CFS) della FAO, destinato a formulare e sviluppare politiche sulla sicurezza alimentare e la nutrizione nel mondo.
Dal 9 al 13 ottobre rappresentanti dei Paesi membri hanno partecipato a una settimana d’intensa discussione. Nel giorno di apertura dell’evento, la FAO ha presentato il suo ultimo rapporto, che segnala la necessità di modernizzazione del settore agricolo per far fronte all’aumento della popolazione e, allo stesso tempo, assorbire la forza lavoro che potrebbe far sovrappopolare ancor di più le aree urbane.
Secondo gli autori del dossier sarebbe necessario “Rinforzare il rapporto tra le aree rurali e urbane offre ai piccoli agricoltori maggiori opportunità di condividere i vantaggi della crescita economica. Le economie rurali offrono alternative ai piccoli agricoltori, che altrimenti vedrebbero nella migrazione la loro unica possibilità di sfuggire alla povertà e alla fame. Il raggiungimento di un mondo senza povertà dipenderà dal modo con il quale nei prossimi anni le aree rurali si svilupperanno e da come sosterremo questo cambiamento”.
Il 10 ottobre, invece, è stato l’IFAD a presentare il rapporto The Nutrition Advantage, ribadendo aspetti già menzionati dalla FAO – e sottolineando anche la necessità di promozione dell’educazione alimentare e della coltivazione, soprattutto di fronte ai rischi derivanti dai cambiamenti climatici, direttamente legati alla prevalenza della malnutrizione nelle zone rurali.
L’altra organizzazione internazionale sull’alimentazione, il Programma Alimentare Mondiale, ha anche pubblicato due importanti studi nel periodo. Il primo, presentato l’11 ottobre, si concentra in particolare sul rapporto tra migrazioni internazionali provocate da conflitti e carestie. Il documento evidenzia l’insicurezza alimentare all’origine della crisi migratoria, che nel solo 2015 ha costretto 65 milioni di persone a spostarsi. Dimostra altresì che l’aumento dell’1% nell’insicurezza alimentare si traduce in un incremento del 2% nelle migrazioni transfrontaliere.
Il secondo studio, pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, fa un importante confronto tra 33 paesi, confrontando il costo di un pasto nei paesi poveri o colpiti della guerra e nei paesi sviluppati. Secondo l’analisi, in Sud Sudan, attualmente in guerra, una persona deve spendere fino al 155% del suo reddito giornaliero per ottenere lo stesso cibo che un abitante dello stato di New York può ottenere con lo 0,6% del suo reddito.
Cosa hanno definito i negoziati
Dopo i giorni di discussione, i delegati presenti a Roma hanno stabilito come uno degli obiettivi principali sia la necessità di un approccio integrato tra le politiche di silvicoltura, agricoltura, utilizzo dell’acqua e sicurezza alimentare. Questioni sul possesso della terra, urbanizzazione e sviluppo rurale devono essere affrontate congiuntamente dai Paesi su una piattaforma comune. Nel corso dei prossimi due anni, il Comitato dovrà esaminare l’impatto dell’urbanizzazione sul reddito delle popolazioni, cercando di favorire l’occupazione di giovani e donne anche all’inizio del sistema di produzione.
Resta da vedere come si muoverà la comunità internazionale per affrontare il problema urgente – e crescente – della fame globale. In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che si è celebrata sempre alla FAO pochi giorni dopo la riunione del Comitato, un enfatico Papa Francesco ha dichiarato: “Il gioco della miseria generato dagli spostamenti tragici dei migranti può essere rimosso mediante una prevenzione fatta di progetti di sviluppo che creino lavoro e capacità di risposta alle crisi climatiche e ambientali.
Secondo il pontefice “La prevenzione costa molto meno degli effetti provocati dal degrado dei terreni o dall’inquinamento delle acque. Occorre allontanare le tentazioni di operare a vantaggio di gruppi ristretti della popolazione, come pure di utilizzare gli apporti esterni in modo inadeguato, favorendo la corruzione, o in assenza di legalità”.
Le cifre mostrano, appunto, che non c’è più tempo per la retorica.