“Vivere da Sportivi” spopola tra le scuole
A Roma premiazione della 4ª edizione del videocontest di Vivere da Sportivi: presenti più di 100 studenti da tutta Italia. Intervista a Monica Promontorio, presidente dell’associazione
Vivere da Sportivi, il progetto aperto alle scuole che intende sensibilizzare su alcuni temi come bullismo, cyberbullismo, discriminazione in tutte le sue declinazioni, è giunto ormai alla sua 4ª edizione, con il nostro giornale alla sua prima partecipazione come media partner della manifestazione.
Lo scorso 19 ottobre alla Scuola Superiore di Polizia del Ministero dell’Interno di Roma si è tenuta la premiazione del video contest in cui i ragazzi da ogni parte d’Italia hanno proposto i loro video incentrati su fair play, lealtà e sport.
Grandissima la partecipazione da parte delle scuole, sia per la categoria spot che per quella video.
Alla premiazione presenti ospiti d’eccezione come l’ex velista Alessandra Sensini, vice presidente del CONI e campionessa olimpionica di windsurf a Sydney 2000, Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di “Tor Vergata”, ateneo che di recente ha istituito un corso di Scienze Motorie nelle carceri, Marisa Grasso, vedova dell’ispettore Raciti che ha lanciato il suo messaggio di speranza per vedere il bello dello sport, anche quando è impossibile scorgerlo. Presente anche Monica Promontorio, presidente dell’associazione “Vivere da Sportivi”, che abbiamo intervistato per l’occasione:
Come nasce Vivere da Sportivi?
Vivere da Sportivi nasce da un sogno in un cassetto. Circa 5 anni fa io mi occupavo già di campagne di comunicazione con i ragazzi, ma avevo in testa la questione dei valori etici. È una cosa che mi porto dentro da sempre che faccio risalire ad un’eredità familiare.
Quando i miei genitori sono venuti a mancare ho pensato: il più grande insegnamento che ci hanno lasciato è stato il rispetto e la tolleranza. E mi sono chiesta perché queste cose non si potessero trasmettere agli altri così come noi sei figli le abbiamo apprese da loro.
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È nato quindi questo progetto con un format puntato allo sport come strumento educativo, come palestra di vita declinata a 360 gradi e per me c’è bisogno di questo. Ciò che è importante è che siano i ragazzi stessi a trasmettere questi messaggi ai loro coetanei con incisività, con entusiasmo, determinazione.
Abbiamo così instaurato questo video contest per la creazione di video e spot rivolto a tutte le scuole di secondo grado italiane sia statali che paritarie. La risposta è stata molto buona e questo ci ha spinti ad andare avanti.
Abbiamo avuto anche la fortuna nel nostro percorso di incontrare anche istituzioni che hanno creduto in noi come il Ministero dell’Interno, il Ministero della Difesa, la Guardia di Finanza, che poi sono coloro che sostengono lo sport, che ci hanno messo a disposizione le loro strutture sportive, di accoglienza o le sale per le cerimonie di premiazione.
Proprio per la premiazione ospitiamo 12 scuole finaliste, c’è una giuria di esperti, da sportivi a membri delle istituzioni ma anche esperti di comunicazione, che partecipano queste due giornate di premiazione in cui i ragazzi incontrano gli atleti, figure di riferimento importanti per la trasmissione di valori positivi. Infatti grazie alla loro carica umana riescono ad instillare questi valori, la cultura del dialogo.
Molte discriminazioni nascono da paure perché non si conoscono, ma se il confronto avviene, la paura decade e ci si può aprire. Siamo riusciti a coinvolgere anche il Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano che offre un premio chiamato proprio Fair Play Vaticano. Anche i bimbi degli ospedali pediatrici insieme al personale sanitario hanno realizzato dei video per questo contest, fantastico per noi che volevamo mandare un messaggio di voglia di vivere, di speranza.
Cosa c’è nel futuro di Vivere da Sportivi?
Abbiamo ancora tanti progetti in ballo: abbiamo fatto la campagna contro il bullismo, abbiamo consegnato un premio sul fair play alla mostra del Cinema di Venezia e abbiamo avuto Martina Caironi tra i nostri testimonial. Stiamo cercando di fare tanti eventi mirati tra scuole, enti di promozione sportiva, l’AICS, la FILAS, per fare squadra e penetrare il più possibile nel mondo scolastico in maniera concreta proprio per scardinare alcuni meccanismi e instillare la concezione della pace e del dialogo.
Cosa significa “vivere da sportivi”?
Significa rispettare la libertà dell’individuo, rispettare le regole, mettersi in gioco e fare realmente gioco di squadra.
Potremmo dire quindi “vivere da umani”?
Sì, e ce n’è davvero bisogno.
Come estremo riassunto: Gioca per essere primo, ma secondo le regole.