Allevamenti intensivi: orrore e violenze in ciò che mangiamo

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Nel 2016 in Italia sono stati macellati 525 milioni di polli e il 99,5% proviene da allevamenti intensivi. Un’inchiesta di Animal Equality e Essere Animali rivela violenze e maltrattamenti cui sono sottoposti questi animali prima di giungere al macello

Uno degli allevamenti intensivi di polli in Italia

Uno degli allevamenti intensivi di polli in Italia

Vivono a decine di migliaia stipati all’interno di capannoni sotto la luce artificiale, con una densità prevista dalla legge di 20 animali ogni metro quadrato, su pavimenti ricoperti da escrementi e l’aria carica di ammoniaca che diventa irrespirabile, allevati per vivere poco più di 40 giorni: sono i polli degli allevamenti intensivi italiani.

Secondo fonti Istat, l’Italia, nel corso del 2016, ha macellato 525 milioni di polli, un numero spaventoso, pari a 1.000 polli al minuto e il 99,5% di questi animali proviene da allevamenti intensivi.

I ritmi frenetici della produzione industriale non possono garantire livelli di vita dignitosi e per assicurare la sopravvivenza degli animali diventa necessario l’utilizzo massiccio di farmaci e vaccini. In Italia il 70% degli antibiotici venduti è usato proprio nell’ambito veterinario, il nostro paese è, infatti, la seconda nazione europea per vendita di questi prodotti. I medicinali sono somministrati anche sui polli sani e questo impiego, senza alcun controllo, comporta l’antibiotico resistenza.

Poche settimane fa le associazioni Animal Equality e Essere Animali hanno diffuso una video-indagine, girata all’interno dei capannoni di fornitori dei principali produttori italiani, che mostra il lato nascosto degli allevamenti di polli. Gli attivisti hanno filmato immagini sotto copertura in cui si vedono i lavoratori mentre deridono gratuitamente gli animali e li sbattono con tutta forza contro il muro. Le immagini mostrano come gli animali siano presi a calci, lanciati in aria, afferrati poi in modo brutale per le zampe al momento del carico verso il macello e scaraventati con inutile violenza nelle casse di trasporto.

Scene di vera violenza gratuita che indigna e fa riflettere, si tratta di immagini che lasciano attoniti e che svelano quanta assenza di rispetto degli animali e di tutela del loro benessere si nasconde dietro questo tipo di produzione industriale.

Simone Montuschi, portavoce della Ong Essere Animali, ha raccontato: La carne di pollo che troviamo a basso costo nei supermercati proviene da questi allevamenti. I nostri attivisti hanno filmato capannoni con all’interno anche 30 mila polli. Una distesa infinita di animali stipati, cui è negata la possibilità di accedere ad uno spazio esterno. E tutto ciò è pure consentito dalla legge: il D.Lgs. n.181 del 2010 permette di concentrare anche 20 polli per metro quadrato”.

L'età media di vita di un pollo prima di essere macellato, nel 1950 e oggi.

L’età media di vita di un pollo prima di essere macellato, nel 1950 e oggi.

Secondo la ricercatrice Isabelle Estevez, autrice di una lunga ricerca sugli effetti della densità di popolamento, “negli allevamenti intensivi i problemi più gravi insorgono dai 14-16 polli per metro quadrato in su. Problemi che non sono solo comportamentali o difficoltà nell’arrivare a cibarsi e abbeverarsi, ma anche per la salute delle zampe, piagate dal pavimento intriso dell’ammoniaca dovuta all’urina degli animali”.

Essere Animali prosegue affermando: “I pulcini giungono all’allevamento quando hanno appena poche ore di vita. Ogni giorno che passa lo spazio a loro disposizione diminuisce. L’industria, oltre a sottoporre questi animali a cicli di luce artificiale, così da indurli a mangiare maggiormente, li ha selezionati negli anni sino a ottenere polli in grado di ingrassare 4 volte più velocemente rispetto al 1950.  In ogni allevamento abbiamo visto animali sofferenti, incapaci di muoversi a causa del loro eccessivo peso. Muoiono di fame o sete perché non riescono a raggiungere le mangiatoie, agonizzando per giorni sui loro escrementi, essendo la lettiera cambiata solo a fine ciclo”.

Di tutt’altro avviso Aldo Muraro, presidente di UnaItalia, associazione del settore avicolo italiano, ha risposto affermando che “Le immagini non sono assolutamente rappresentative di quanto accade negli allevamenti avicoli italiani, non è corretto far vedere dei casi isolati per far intendere che rappresentino le condizioni di vita della maggioranza dei polli che finiscono ogni anno sulle tavole degli italiani.

Ebbene le associazioni impegnate in queste indagini hanno intenzione di portare avanti l’inchiesta e la denuncia sul maltrattamento di questi animali. “Entrambe le organizzazioni continueranno a documentare le condizioni degli animali negli allevamenti intensivi, perché crediamo che le persone abbiano il diritto di vedere queste immagini per poter scegliere”.

L’orrore e le violenze degli allevamenti intensivi, fin ora nascosti, sono da oggi sotto gli occhi di tutti noi che avremo la possibilità di scegliere consapevolmente cosa portare sulle nostre tavole.

 Alessandra Bernardo

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