Mozart14: quando la musica ti salva la vita
Milano ha dato il benvenuto all’Associazione Mozart14, esperienza virtuosa gestita da Alessandra Abbado, figlia del grande direttore d’orchestra Claudio, che da Bologna è destinata a fare scuola e propagare una rete che si estenderà, si auspica, in Lombardia e perché no anche nel resto d’Italia
“La musica viene da dentro” è il claim che chiude un estratto del video “Shalom” della regista Enza Negroni e che ci dà il benvenuto nella Sala Rubino del Cinema Spazio Anteo di Milano e ci proietta nella virtuosa esperienza dell’associazione Mozart14.
“Dentro”, in questo specifico caso, è un luogo reale e non è come si potrebbe pensare un luogo dell’animo umano, è il carcere. Un luogo non soltanto circoscritto ma anche complesso e a tratti spaventoso soltanto da astrarre, figurarsi da vivere.
E da qui, dalla sofferenza del vivere quotidiano nella Casa Circondariale Dozza di Bologna, che nasce uno dei progetti coordinati dall’associazione il coro Papageno*, creato per iniziativa del grande direttore d’orchestra Claudio Abbado (scomparso nel 2014) nel 2011 e diretto da Michele Napolitano.
COS’È MOZART14
Dicevamo uno dei tanti progetti. Infatti Mozart14, associazione nata nel 2014 a Bologna, oltre al coro ha sviluppato numerose altre iniziative, minimo comune denominatore il potere salvifico e terapeutico della musica.
Ed ecco quindi prolificare Tamino, che porta i piccoli pazienti dei reparti di Chirurgia e Oncologia ed Ematologia a partecipare a incontri di musicoterapia di gruppo, o laboratori terapeutici di canto e musica nei reparti di Terapia Intensiva neonatale e Neonatologia del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna.
Leporello, che entra direttamente nell’istituto Penale Minorile di Bologna con laboratori espressivi di musicoterapia e songwriting per i ragazzi detenuti.
Il Coro Cherubino, laboratorio di canto corale per adolescenti anche con disabilità fisiche e cognitive e laboratori creativi sull’esplorazione della voce rivolti a bambini sordi dai 4 ai 10 anni.
Tutto questo strutturato e appassionato lavoro è l’atto di fede di Alessandra Abbado, figlia di Claudio, che da lui eredita la passione e la dedizione continuando a tracciare le linee di un disegno che attraversa più di una generazione.
I PROTAGONISTI IN CAMPO
L’intento principale di Alessandra e di tutti coloro che con lei collaborano e condividono gli ideali è quello di abbattere il muro della solitudine generato dalla sofferenza dello stare al mondo declinato in disparate maniere, la reclusione penale o quella fisica della malattia.
Colpisce, durante l’incontro di due giorni fa a Milano, non solo la passione ma anche il numero di persone, professionisti che mettono in campo le proprie competenze a servizio degli altri, ciascuno con il proprio bagaglio di racconti messi nero su bianco su dei diari di bordo, mentre ci racconta delle incredibili esperienze, alle loro spalle passano immagini e video a dare volto e voce ai protagonisti delle storie che ci vengono narrate.
C’è bisogno dunque di un’enorme dose di umanità ma anche di visione a garanzia di una progettualità che duri nel tempo per far sì che le buone esperienze non siano figlie di casualità.
Durante la mattinata è intervenuto anche l’Assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, pensando alla possibilità che l’esperienza di Mozart14 trovi terreno fertile anche in altri contesti, con esperienze non necessariamente uguali ma che da questa possano trovare la spinta iniziale.
L’emozione di una presentazione che smuove e risveglia le coscienze in un ambito così delicato come quello dell’assistenza è coronata da un testimonial d’eccezione, il Maestro Ezio Bosso, che in poche e semplici parole restituisce la necessità dell’attività musicale che a sua detta non è bella in senso stretto ma fondamentale, ovverosia imprescindibile, necessaria nel percorso di un essere umano, sia esso riabilitativo che di crescita o di liberazione da qualsiasi tipo di catena.
*si legge Papagheno