Sotto il cielo della ribelle Berlino
Viaggio nella capitale più trasgressiva per antonomasia con “Guida alla Berlino ribelle”, compendio di eventi, memorie, luoghi e racconti legati a persone che hanno vissuto al massimo, ribellandosi alle consuetudini dell’esistenza
Chi non ha mai pensato, almeno per una volta, di andare a Berlino? Per un viaggio o un periodo di studi, per una fase della vita o per sempre, la capitale della Germania ha da sempre esercitato un forte richiamo nell’immaginario collettivo.
Tutto questo si percepisce dall’esperienza di Giuseppe Culicchia nella prefazione “Guida alla Berlino ribelle“, scritta da Teresa Ciuffoletti e Roberto Sassi e pubblicata da Voland.
Sarà per quel senso di possibilità che Berlino trasmette. L’idea di poter ricominciare daccapo. Una città dove hanno trovato il proprio destino nomi importanti in tutti i campi del sapere.
Uomini e donne con forti convinzioni alle quali non avrebbero rinunciato. Nonostante i pregiudizi, il dissenso e l’antagonismo della visione comune del loro tempo.
Edvard Munch, Rosa Luxemburg, Bertolt Brecht, Michail Bakunin, Christopher Isherwood, Karl Max, David Bowie, Iggy pop, Marlene Dietrich, Amelie Beese sono solo alcuni dei personaggi che hanno vissuto Berlino e che fanno capolino dalle pagine di questa guida.
Berlino è una città che guarda avanti, mai indietro e nemmeno il proprio ombelico. Filippo Tommaso Marinetti la definì <<una meravigliosa città futurista, priva di ruderi, di difensori di ruderi e di passatisti>>. Berlino ha conosciuto la distruzione e l’orrore. Forse per questo è da sempre più incline ad esaltare la vita, consapevole che non si ripassa dal via e per questo più indulgente verso i suoi figli ribelli.
Questa Guida alla Berlino Ribelle edita dalla Voland è ricca di approfondimenti letterari e musicali, ma anche di indicazioni utili come le fermate del metrò più vicine ai luoghi raccontati. I due scrittori si divertono a piantare bandierine nei 12 quartieri della città, per rivelarci episodi noti e meno noti che hanno contribuito a creare il mito della Berlino.
Una città “Rebel Rebel“, come canta uno dei suoi cittadini acquisiti, David Bowie. Nel suo periodo da “Duca bianco” proprio qui compose Heroes, l’inno di tutti coloro che hanno provato a vivere senza subire le circostanze della vita, cercando di plasmare quel frammento di tempo che gli era stato concesso.
La guida può essere anche un gioco del “celo manca” dei posti di Berlino che meritano di essere visitati tra simboli iconici e altri meno noti. Punti della città dove la ribellione, in tutte le sue declinazioni e accezioni, ha dato piena espressione di sé.
C’è tanto da vedere oltre i monumenti e gli angoli più celebri. Questi stessi luoghi famosissimi sono stati teatro di storie ed eventi epocali che ne hanno ridisegnato il profilo.
Come la Porta di Brandeburgo che assiste al Concert for Berlin del 1987 a Berlino Ovest, tramutatosi in una dichiarazione di solidarietà agli abitanti al di là del muro. La Torre della Televisione e la Colonna della Vittoria.
Il Tiergarten (luogo di transito della celebre Loveparade e dove nel 1919 venne fondato l’Istituto di ricerca sessuale, un centro all’avanguardia di fama europea). Il giardino zoologico (quello di Zoo Station degli U2). Alexanderplatz cantata con struggimento da Franco Battiato nell’omonima canzone, una piazza che si scopre essere stata la “culla” dei primi skater della Germania dell’Est.
A inizio anni Ottanta a Berlino Ovest, per un breve periodo, se si era abbastanza eccentrici da riuscire ad entrare nel mitico club underground Risiko, si potevano trovare dietro al bancone in veste di padroni di casa Blixa Bargen dei Einsturzende Neubauten e Kristof Hahn degli Swans.
Non meno stupore la scoperta che alcune chiese protestanti abbiano offerto rifugio a punk e dissidenti durante gli anni del Muro e di come abbiano permesso l’istituzione di messe blues. La storia più incredibile, ma vera, è che ci si può scoprire l’Elvis nazionale, in patria, di ritorno di un campo di prigionia in Texas.
Quanto successe a Jacky Spelter, soldato tedesco, che alla fine della seconda guerra mondiale trascorse del tempo in un campo di prigionia americano e lì si innamoro del rock del re di Memphis.
Il simbolo che racchiude il senso di non condiscendenza della città potrebbe essere la Biblioteca dei Liberi, il più ricco archivio sul tema dell’anarchismo di tutta la Germania. Il nome omaggia ai Berliner Freien, “I Berlinesi liberi” un circolo di opposizione radicale di metà 800 di cui facevano parte Karl Marx e Friedrich Engels insieme ad attiviste per i diritti delle donne.
L’insegnamento che Berlino regala è che si può essere ribelli senza causa, ribelli per un ideale, per sé stessi, ma mai passivi spettatori della propria vita.
Guida alla Berlino Ribelle
Teresa Ciuffoletti, Roberto Sassi
Mappe: Marianna Calagna
pp. 268, Voland
*articolo aggiornato al 9 settembre 2019
Il nome dell’autore è Roberto Sassi 🙂 (non Marco)
Gentile Teresa, grazie della segnalazione: abbiamo già provveduto a sistemare l’errore 🙂