Roghi tossici: emergenza a Roma
Un dossier dell’Arpa Lazio solleva un preoccupante allarme: a Roma sono in aumento i valori dei veleni liberati nell’aria a causa dei roghi tossici. Le aree a maggior rischio in prossimità degli accampamenti nomadi
Roma brucia, fumi tossici continuano a sollevarsi nei cieli della capitale e l’aria diventa irrespirabile. La città eterna è ormai, da mesi, in piena emergenza, soffocata da coltri di veleni liberati nell’aria a causa dell’incessante ardere dei depositi di rifiuti, degli sfasciacarrozze, delle discariche abusive e di roghi nei pressi di diversi accampamenti rom della Capitale.
I comitati di cittadini delle zone più esposte ai roghi si battono, da molti anni, per ripristinare la legalità. Un fenomeno, quello della combustione illecita, che attanaglia la città da moltissimo tempo. Per la prima volta, dopo tante lotte, su esplicita richiesta dei cittadini e dell’assessorato all’Ambiente capitolino, è intervenuta l’Agenzia regionale per la protezione Ambientale del Lazio (Arpa), che ha individuato i pericoli reali derivanti dalla combustione incontrollata di materiali altamente pericolosi.
I risultati del dossier dell’Arpa, su un monitoraggio avviato nei mesi di luglio e agosto 2017 nell’area del campo Rom di via di Salone (periferia est della Capitale), sono inequivocabili e preoccupanti. Le ricorrenti combustioni all’aperto di materiali che vanno dalla plastica, ai metalli e ai rifiuti di vario genere creano composti chimici tossici che vengono rilasciati in atmosfera e respirati dalla popolazione.
Il dato più preoccupante è quello della presenza di “diossine da depositamento”. Queste sostanze scaturiscono dalla combustione di materiali plastici (PVC), associati a metalli che fungono da catalizzatore (soprattutto il rame) e in particolari condizioni di temperatura.
Le diossine, dunque, possono determinare un “inquinamento cronico”, causando riduzione e danneggiamento dei linfociti e dar luogo a vere emergenze ambientali. Vicino al campo nomadi di via di Salone il valore della tossicità dell’aria registrato è di 6,6, un valore in aumento rispetto ai dati registrati nell’anno 2015. Un incremento, quindi, che mette a rischio la salute dei cittadini.
Paolo Di Giovine, presidente dell’Associazione IV Municipio Case Rosse e Responsabile del Care–Coordinamento delle Associazioni Roma Est, precisa: “Lo studio dell’Arpa purtroppo conferma ciò che da sempre l’Associazione IV Municipio Case Rosse e il Care hanno sempre denunciato. Ci auguriamo risposte concrete e misure straordinarie per risolvere e debellare il problema dei roghi tossici aldilà delle appartenenze e delle convenienze politiche, perché quando si parla del diritto alla difesa della salute dei cittadini, soprattutto dei bambini, le istituzioni sono chiamate per legge ad attuare tutte le misure possibili atte a contrastare il fenomeno e a ripristinare immediatamente la legalità”.
Il ministro dell’Interno Marco Minniti, davanti alla Commissione d’inchiesta sulle periferie sui roghi tossici, pochi giorni fa ha dichiarato: “Abbiamo messo in campo iniziative con i sindaci e i prefetti e misure straordinarie di controllo del territorio, sarà attivato anche l’Esercito se necessario”.
La Capitale si trova, dunque, in piena emergenza roghi e da più parti si chiede un intervento immediato per la tutela, in primis, della salute pubblica. Occorrono interventi mirati volti a garantire sorveglianza e sicurezza contrastando qualsiasi forma di delinquenza e di degrado. È necessario combattere l’emarginazione e le differenze sociali e assicurare interventi di prevenzione e contrasto ai reati ambientali.