Come fiori di loto: Bodhisattva Blues di Canfor-Dumas

Tempo di lettura 5 minuti

Un viaggio al centro di sé stessi, alla ricerca di quella scintilla che illumina di senso l’esistenza

La copertina di "Bodhisattva Blues"

La copertina di “Bodhisattva Blues”

Bodhisattva Blues di Edward Canfor-Dumas, edito da Piemme, è il racconto di come diventare protagonisti della propria esistenza, senza subirla, utilizzando dei concetti presi dal Buddhismo.

Questo libro è sia una spiegazione chiara di cosa voglia dire praticare il Buddhismo di Nichiren (una delle principali correnti del Buddhismo Giapponese) sia una riflessione sulla responsabilità che abbiamo di prendere in mano la nostra vita.
L’unica persona che può salvarci siamo noi. O detta altrimenti, il maestro può indicarci la via ma siamo noi a doverla percorrere.

L’esistenza, per tutti, è un moto ondivago tra gli alti e i bassi della quotidianità. Tutti a un certo punto della nostra vita abbiamo dovuto affrontare delle difficoltà. C’è chi le ha cristallizzate in nevrosi, chi prova a ignorarle sfuggendo a sé stesso, chi attende supinamente che le circostanze cambino, come se questi fossero nuvole nel cielo che prima o poi andranno via.

Viviamo in un atteggiamento di passiva attività. Esistiamo ma non viviamo o perché schiacciati da uno stile di vita alla “rat race”, o perché persi dietro a chimere di celluloide. In ogni caso il qui e ora è spesso snobbato a favore di auspicabili ma evanescenti altrove.

L’insoddisfazione si impadronisce dei nostri giorni. L’inquietudine si fa strada e ogni tanto ci comprime il petto, a volte ci fa litigare con Morfeo o ci porta a indulgere in piaceri consolatori, come se il valore di un’esistenza sia sopportare che passi la notte. Senza pensare che il pilota automatico delle consuetudini, le comfort zone che diventano vicoli ciechi, le sfighe che sembrano comparire come ospiti sgraditi che non vogliono smetterla di venirci a trovare abbiano qualcosa a che fare con noi.

Il racconto di Edward Canfor-Dumas ci mostra che possiamo prendere in mano la nostra vita. Ogni azione ha delle conseguenze. Sono come semi. Quello che piantiamo oggi fiorirà domani e se continuiamo a fare sempre la stessa cosa, come potremmo aspettarci un risultato diverso?
Ma come cambiare? Che cosa cambiare?

L’enorme statua in bronzo del Buddha seduto nel tempio a Kamakura, in Giappone è stato fatto nel XIII secolo

L’autore, come già aveva fatto col longseller Il Budda, Geoff e io, ci dà la sua personale ricetta, che utilizza gli ingredienti del Buddhismo di Nichiren, una corrente religiosa laica che è la Soka Gakkai.

La pratica prevede di fare daimoku, ossia di recitare il titolo del Sutra del Loto che in giapponese è Nam myōhō renge kyō e di recitarlo davanti al Gohonzon che è una pergamena con degli ideogrammi che rappresentano la vita di colui che recita, come uno specchio nel quale ognuno vede se stesso.

Praticando il daimoku ognuno può pulire questo specchio per vedere le cause che mette e che determinano certi risultati. Per sapere dove siamo e come aggiustare il tiro. Pratica che promuove l’incremento dello stato vitale.

E il protagonista di Bodhisattva Blues è un ex praticante buddista, con una vita normale, forse banale. Da un piccolo incidente, un tentativo di rapina da parte di due piccoli delinquenti, egli inizia a inanellare una serie di coincidenze che porteranno a degli sconvolgimenti impensati di quella che sembrava un’esistenza senza troppi scossoni.

La storia di questo insegnante di inglese per stranieri si snoda tra le incombenze quotidiane e gli incontri buddisti dove gli altri praticanti condividono le loro esperienze: la sconfitta, il fallimento, il lutto, il tradimento. Sono uomini e donne comuni che hanno affrontato dolori comuni.

Tutte le storie mostrano come la sofferenza faccia parte dello stare al mondo, come scoprì il Buddha Sakyamuni. L’illuminato che lasciò il suo messaggio di speranza. Anche nelle avversità peggiori la nostra buddhità, la preziosità della nostra esistenza, non viene meno, come simboleggia il fiore del loto che nasce dal fango.

Fiore di loto

La vita è sofferenza perché la realtà è illusione. La realtà è una costruzione nostra, che ne siamo consapevoli oppure no. Plasmata dalle nostre credenze e dalle nostre percezioni.
Quante volte reagiamo alle circostanze sulla base di supposizioni immaginarie invece che su un fatto reale?

Quando smettiamo di recriminare contro il fato, la sfiga, il destino e decidiamo di guardare la nostra esistenza come somma di azioni che abbiamo fatto, la prendiamo in mano. Certo, non abbiamo più nessuno da incolpare, se non noi stessi, ma finalmente acquisiamo la consapevolezza di essere noi al volante.

Puniti non da un dio rabbioso ma dalle nostre stesse azioni, sia quello che aveva fatto che quello che non aveva fatto”. Quello che semini raccoglierai. C’è speranza in tutto questo, perché se poni delle cause differenti riceverai effetti differenti.

La mente mente. Siamo come cipolle, esseri con tante stratificazioni da pelare, uno strato dopo l’altro. Condizionamenti. Imposizioni di quella costruzione chiamata ego. Auto-limitazioni. Convinzioni inamovibili. Sono tutti ostacoli da eliminare per arrivare a quel nucleo profondo dove ci sono tutte le risposte. Dove risiede la nostra verità. Il perché facciamo certe cose e ne evitiamo altre.

Mettersi in ascolto attivo e amorevole di sé stessi attraverso la pratica buddista è un esercizio di lucidatura di quel gioiello che è la nostra vita e di alleggerimento degli strati illusori.

Bodhisattva Blues è una lettura piacevole. Si può leggere come un racconto che parla di ostacoli e cadute e di come ci si può rialzare, infondendo un positivo desiderio di trasformazione. Speranza e amorevole compassione per tutti i colori dell’esistenza, i giorni luminosi e quelli bui.
Il libro può essere letto come uno sguardo alla pratica buddhista calata in un contesto quotidiano. Un percorso che aiuta a trasformare gli ostacoli in slanci, per ripartire con rinnovata autenticità verso sé stessi e la vita.

Si può iniziare subito, con l’esercizio del rimpianto sul letto di morte. Sì, quell’evento naturale che la società prova a cancellare, medicalizzandolo, rendendolo un tabù, contrastandolo con un’irreale rincorsa a una gioventù perenne. Ecco, quale sarebbe il rimpianto più grande se ora tutto stesse per finire? E da lì ripartire con una nuova visione. Una nuova direzione.

Non è il mondo che deve cambiare, né siamo noi che dobbiamo adattarci, ma la vera rivoluzione personale è vedere le cose con chiarezza, per quello che sono e la vita diventa ciò che ne fai tu.

Giusy Andreano

Bodhisattva Blues
di Edward Canfor-Dumas
Edizioni Piemme, giugno 2017
pp. 312

*articolo aggiornato al 23 giugno 2019

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