Il ruolo dell’Agcom alla luce dei mutamenti dei media digitali
L’importanza della vigilanza a garanzia dei contenuti e della fruibilità dei programmi radiotelevisivi
La Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha svolto qualche tempo fa l’audizione del presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Angelo Marcello Cardani. L’istruttoria per fornire il parere sullo schema di Contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la Rai, per il periodo 2018-2022, serve ad individuare gli obblighi specifici della concessionaria: ricerca e formazione, adeguamento del contesto alla missione di servizio pubblico, modelli di fruizione mediata.
Tuttavia, il carattere distintivo del regolamento di servizio di interesse generale incide su mercati caratterizzati da una valenza socio-culturale orientati a libertà di impresa e funge da garanzia su comportamenti pro-concorrenziali. Lavorare sulle aree tematiche, specificando nel dettaglio gli obblighi di servizio pubblico rispetto agli operatori privati, significa quindi modulare i contenuti sulla base della disponibilità tecnologica anche per misurare efficienza ed efficacia in riferimento all’allocazione delle risorse economiche investite.
Sono quindi necessarie verifiche periodiche sui budget, sugli obiettivi sociali, sul grado di fruibilità dei programmi rivolti a un pubblico con disabilità sensoriale, sulla valorizzazione dei contenuti d’archivio, sulla quota di programmi media e digital literacy, sulla riconquista del pubblico in età evolutiva, come anche sulla qualità dell’informazione e sulla rappresentazione del pluralismo sociale. Il divario informativo riguarda infatti sia l’aspetto culturale che generazionale: sulla rete sono rappresentati e diffusi fenomeni sociali attraverso informazioni frammentarie. Il disallineamento è dovuto in parte al ruolo di servizio pubblico che dovrebbe piuttosto tendere ad avere una impostazione più innovativa.
L’impostazione attuale ricalca troppo quella del 2010-2012, ad esempio per quanto riguarda l’ indicazione dei generi e la non discriminazione, l’intrattenimento dei minori o lo sport. La distinzione nell’offerta dei contenuti consentirebbe al servizio pubblico l’adozione di best practice, di difendersi dalle fake news e di conferire un ruolo più incisivo alle donne nei media. Importanti anche il momento in cui vengono comunicate le notizie di rilevanza sociale, come anche l’attivazione di strumenti di giornalismo che maggiormente tutelino il diritto ad essere informati. La riforma introduce modalità di produzione di contenuti con un sistema di quote differenziate che incidono sul programma e sulla pianificazione dell’ attività.
L’attivazione del servizio di data journalism, dell’Osservatorio permanente di sensibilizzazione e vigilanza dei giornalisti sulla necessità del fact checking e la separazione funzionale dei contenuti sono strumenti che consentono di evitare di convergere verso la televisione commerciale. L’intento del MISE è quindi quello di esercitare un controllo sulle fonti per evitare effetti sociali derivanti da strategie di disinformazione. L’adeguamento deve avvenire in particolare per quanto riguarda l’offerta di contenuti orientati a sviluppare capacità critiche; il rispetto delle fasce orarie per la visione familiare; la creazione di canali tematici per adolescenti integrati con i social media e senza comunicati commerciali. Anche il canale di produzione dei contenuti in inglese si ispira a criteri rivolti a un uso responsabile e consapevole della rete.
Marta Donolo