Tre capi non bastano: l’impresa solitaria di Matteo Miceli intorno al mondo
L’avventura della Roma Ocean World del velista Matteo Miceli che tentò il giro del mondo in solitaria, senza assistenza e senza scalo, in completa autosufficienza energetica e alimentare è, oggi, raccontata in un libro che narra la straordinarietà di un’impresa umana e sportiva
Nella suggestiva cornice romana dei musei di San Salvatore in Lauro, davanti a una fitta platea di estimatori, si è tenuta sabato 20 gennaio la presentazione del libro “Tre capi non bastano…” del velista italiano Matteo Miceli, che tre anni or sono, tentò l’impresa del giro del mondo in solitaria, senza assistenza e senza scalo, a bordo di Eco 40, un’imbarcazione a vela di 12 metri da lui stesso progettata e realizzata, in completa autosufficienza energetica e alimentare.
Un’avventura straordinaria, quella della Roma Ocean World, mai tentata prima, che coniuga l’impresa umana e sportiva alla volontà di sensibilizzare alla tematica del rispetto dell’ambiente attraverso la circumnavigazione del globo a zero impatto ambientale. Ghigliottina seguì, sin dall’inizio, l’avventura di Matteo riuscendo a intervistarlo durante la traversata, poco prima del drammatico naufragio. La sua straordinaria narrazione è raccontata qui.
Il libro, edito da” Il Cigno GG edizioni Roma”, con la prefazione del professore Antonino Zichichi, ripercorre minuziosamente, con grande semplicità e autoironia, l’intera impresa, battezzata con il nome Roma Ocean World, ma che Matteo preferisce chiamare la “pazza idea”.
Un diario di bordo avvincente e coinvolgente che racconta la nascita di Eco 40, la volontà di realizzare un’imbarcazione a impatto ambientale zero, che impieghi solo fonti di energia rinnovabile, sfruttando pannelli fotovoltaici, generatori eolici e idroturbine per produrre energia, un orto pensile per ortaggi e legumi e un piccolo pollaio con due galline, La Bionda e La Mora, che faranno compagnia al velista solitario nella circumnavigazione del globo.
La “pazza idea” diventa realtà: “L’innovazione tecnologica, la benzina fatta con il sole, l’acqua e il vento, la poesia del ritorno all’antico con orto e animali in barca, dimostrare che è possibile operare nel pieno rispetto dell’ambiente, anche in condizioni estreme, circumnavigando il mondo è possibile”.
Nelle prima pagine del libro Matteo scrive: “Un viaggio non solo attraverso i mari, ma anche attraverso me stesso. Si tratta di circumnavigare il globo, percorrendo i tre oceani, Atlantico, Indiano, Pacifico, incrociando i tre capi dei velisti, Buona Speranza, Leewin e Horn, partendo e rientrando a Roma, per un totale di 30mila miglia, il tutto senza assistenza e senza scalo”.
Matteo percorre circa 25mila miglia, doppia i tre mitici Capi dei marinai e, al 146 esimo giorno di navigazione, l’avventura straordinaria del navigatore solitario si interrompe, a soli 4mila miglia da casa.
È il 13 marzo 2015, mezzogiorno sopra l’Equatore. “ Qualcosa non sta funzionando, la barca inizia a inclinarsi sempre di piu, l’albero finisce in acqua, l’unica spiegazione è che si sia staccata la chiglia, l’acqua comincia a entrare con violenza all’interno della barca, l’oblò del pollaio è aperto”. La barca continua a girarsi, devo mantenere la calma, la barca è ormai capovolta. Esco dall’oblò di poppa per aprire l’autogonfiabile, attivo la zattera e lancio i segnali di soccorso”.
Matteo Miceli verrà recuperato, dopo circa tre ore dal naufragio, dal cargo Aramon che batte bandiera delle isole Marshall, a circa 600 miglia nautiche dal Brasile.
L’avventura della Roma Ocean World si interrompe drammaticamente, quando il rientro era ormai a un passo. La caparbietà e la determinazione del velista gli permetteranno di riuscire, con non poche difficoltà, a recuperare Eco40, ormai dispersa nella vastità dell’Atlantico, per continuare a guardare avanti perché.. l’avventura continua!
Mi viene da dire” il mondo è bello perché vario”… Esistono uomini che hanno paura della loro ombra ed altri come Matteo Miceli che a costo di sembrare pazzi mandano messaggi precisi rischiando la propria vita. Bel pezzo, brava alla giornalista.