Scimmie clonate in nome della “scienza”?
Venti anni dopo la clonazione della pecora Dolly, la Cina annuncia la nascita, in laboratorio, di due macachi. Numerose le polemiche e molti gli interrogativi etici
Si chiamano Zhong Zhong e Hua Hua i due macachi cinomolgo nati rispettivamente otto e sei settimane fa nei laboratori dell’Istituto di Neuroscienze dell’Accademia cinese delle Scienze a Shanghai.
Sono le prime scimmie clonate con la stessa tecnica della pecora Dolly che, nel lontano 1996, è stata riprodotta da una cellula somatica. Ma spieghiamo meglio: la clonazione è un processo biologico che genera organismi geneticamente identici e può essere eseguita dall’uomo con due metodi principali: il trasferimento di nuclei somatici (ottenuto da cellule riproduttive, come nel caso dei due primati) e la suddivisione dell’embrione ai primissimi stadi dello sviluppo (come avviene in natura con i gemelli).
La notizia della nascita dei due primati è rimbalzata su tutti i media facendo il giro del mondo e sollevando polemiche, esaltazioni e molti interrogativi etici. Le scimmie hanno tra il 93%-99% di DNA identico a quello degli esseri umani e i tentativi di clonazione di primati, sin oggi, erano sempre falliti.
L’agenzia ufficiale cinese Xinhua ha riportato le parole dello scienziato Muming Poo, che ha collaborato allo studio: “Il successo di questa clonazione fa della Cina un Paese pioniere nella ricerca sulle malattie neurologiche e sulla neurologia, utilizzando i macachi clonati come modello”.
Bai Chunli, presidente dell’Accademia delle scienze della Cina, ha detto “È uno sviluppo importante nello studio della biologia dei primati e nella progettazione di modelli di primati non-umani. I modelli progettati per le malattie neurologiche permetteranno di studiarle, di intervenire e anche di trattarle”.
Di contro il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, ha commentato la notizia definendola “Una minaccia per il futuro dell’uomo. Non c’è dubbio che il passaggio dalla prima pecora Dolly ad altri animali e ora persino alla scimmia, ovvero a un primate così vicino all’uomo, rappresenta un autentico attentato al futuro dell’intera umanità. C’è il fortissimo rischio che la clonazione della scimmia possa essere considerato come il penultimo passo, prima di arrivare alla clonazione dell’uomo”.
Il genetista e direttore scientifico dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, Bruno Dallapiccola, ha affermato: “Si riaccende drammaticamente il problema etico. Siamo alla vigilia di una possibilità teorica di clonare anche l’uomo. L’aver ripreso questo tipo di ricerca è una notizia importante anche per le ricadute pratiche, avere due animali identici con lo stesso profilo genetico può servire alla sperimentazione farmacologica. È chiaro che tutto questo riaccende drammaticamente il problema del dibattito etico perché siamo alla vigilia di una possibilità teorica di clonare anche l’uomo, con tutte le ricadute che ne derivano”.
Le due scimmiette, intanto, crescono nell’incubatrice e sembrano godere di ottima salute ignare di quella che sarà la loro vita futura destinata alla sperimentazione animale.
Molto dure le parole dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali): “Dal punto di vista etico, la clonazione dei macachi rappresenta un’aberrazione, la scienza non può e non deve essere svincolata dall’etica, altrimenti diventa una forma di totalitarismo che purtroppo abbiamo ben conosciuto negli anni più bui del ‘900. Quando proprio in nome della scienza sono stati compiuti e motivati i peggiori crimini dell’uomo contro se stesso, contro gli animali, contro l’ambiente. Parlare in questo caso di progresso e di passi avanti per la ricerca scientifica ci sembra del tutto fuori luogo. La clonazione dei primati, oltre ad essere eticamente inaccettabile, avviene nel solco di un metodo, la sperimentazione animale, che sempre più spesso viene messo in discussione dagli stessi scienziati. Il vero obiettivo di questa operazione dunque sembra essere quello di creare un esercito di animali con cui riempire i laboratori, naturalmente, e con cui macinare profitti”.
Da più parti ci si chiede come mai non si punti a dare spazio a filoni di ricerca alternativa come i modelli di simulazione computerizzata o le coltivazioni cellulari in laboratorio, una ricerca etica e promettente che non mette in gioco la vita di esseri viventi, immolati e sacrificati in nome di una “scienza” che si arroga il diritto di decidere della vita e della morte.
Tema certamente scottante …
Già nel lontano 1996 l’annuncio della clonazione della pecora Dolly aveva portato a schierarsi a favore della scienza o contro , in nome dell’etica. Ed anche oggi ci sono argomenti importanti, a mio avviso, dall’una e dall’altra parte. Dipende tutto da come viene usata…. È da tenere presente,però, che non era certo nelle intenzioni del grande Enrico Fermi, premio Nobel nel ‘38, con la sua grande scoperta di provocare la devastazione della bomba atomica .