La strage degli innocenti in Sicilia: a Sciacca randagi uccisi dall’indifferenza di tutti noi

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Decine di cani morti avvelenati per le strade della cittadina siciliana di Sciacca, una spietata mattanza di innocenti frutto dell’indifferenza delle istituzioni e di tutti noi

Una vicenda, quella avvenuta nei giorni scorsi nella provincia agrigentina di Sciacca, che lascia sgomenti. Circa 40 cani randagi sono stati ritrovati morti avvelenati per le strade, una barbarie perpetrata nei confronti di animali colpevoli di esser dei randagi vaganti sul territorio.

È stato usato un potente insetticida, di quelli adoperati come disinfestanti nell’agricoltura e acquistabile solo con regolare patentino, a causare la mattanza di decine di randagi, morti tra atroci sofferenze.

Si è gridato al fanatico, a uno squilibrato che ha compiuto un atto ignobile, si è gridato allo scandalo, alla mancanza di tutela dei randagi sul territorio siciliano, all’enorme presenza di cani liberi sul territorio e all’assenza delle istituzioni. La strage di Sciacca, come quelle che si consumano ogni giorno, nel totale silenzio, per le strade delle nostre città è causa dell’indifferenza, della crudeltà, dell’inciviltà e del senso di onnipotenza che l’uomo ha sugli animali. L’uccisione di questi esseri innocenti è colpa di tutti noi.

Piera Rosati, presidente nazionale di LNDC Animal Protection, ha scritto una lettera al Sindaco di Sciacca e al Presidente della Regione Sicilia per ricordare le loro competenze e responsabilità. “Sono profondamente amareggiata da quanto avvenuto in questi giorni, questi gesti sono il frutto di una mentalità crudele, indegna di un Paese civile di questo secolo. Allo stesso tempo però scaturiscono da una gestione sbagliata e malata del fenomeno del randagismo che purtroppo è ancora una vera e propria piaga, soprattutto in molte zone del centro-sud Italia. Non lasceremo nulla di intentato affinché ognuno venga messo di fronte alle proprie responsabilità, dagli esecutori materiali di questo scempio alle istituzioni che non hanno vigilato e gestito correttamente la situazione prima e dopo la strage”.

Eppure le leggi a tutela degli animali e, in particolare, contro il randagismo esistono e sono in vigore sul nostro territorio da molti anni. La legge 281/91 in materia di tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo sin dalla sua introduzione fu considerata tra le normative più avanzate al mondo, peccato che rappresenti, a oggi, una delle leggi più disattese e inapplicate.

Per tutti gli addetti ai lavori e per chi si occupa, in particolare al Sud, della gestione del randagismo, si è trattato di una strage annunciata e consumata per la cattiva gestione del fenomeno da parte delle istituzioni, Asl e Comuni in particolare, troppo spesso inerti al grido di aiuto di volontari e cittadini. Il randagismo è una vera e propria emergenza sociale e come tale va trattata e risolta.

La Legge regionale siciliana 15/2000 in tema di randagismo prevede, tra le altre cose, che i comuni debbano dotarsi di rifugi dove accogliere i cani e, soprattutto, che si proceda alla sterilizzazione dei cani senza proprietario.

Il Sindaco di Sciacca ha dichiarato che il suo Comune spende circa 300.000 euro l’anno per la gestione del randagismo, affermazioni che lasciano perplessi e dubbiosi visti gli ultimi accadimenti e l’enorme numero di cani vaganti sul territorio.

Occorre ricordare che la tutela degli animali è un obbligo delle istituzioni, che troppo spesso volontari e associazioni vengono lasciate sole nel tentativo di arginare con mezzi propri il fenomeno del randagismo, i cani trovati vaganti sul territorio sono di proprietà del Sindaco che è tenuto a gestire le emergenze e tutelare la salute degli animali e dei cittadini.

Ieri, oggi e domani continueremo a leggere di queste vicende, di animali maltrattati, uccisi e abbandonati. Il randagismo va combattuto con strategie mirate, con le sterilizzazioni, con azioni mirate e coordinate. 

Gli animali devono essere tutelati perché è la legge a stabilirlo, perché è un dovere civico di tutti noi, perché la sensibilità e l’empatia verso i più deboli sono valori che vanno tutelati e tramandati, solo così potremo contribuire a una vera crescita sociale.

Gandhi scriveva: La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui essa tratta gli animali”. Oggi, tutti noi, abbiamo perso una grande opportunità di diventarlo.

Alessandra Bernardo

 

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