Xi Jinping si autoproclama Presidente a vita
Secondo mandato per il Presidente in carica, che opera un rimpasto di ministeri per assicurare il controllo del Partito
Lunga vita a Xi Jinping, lunga vita al Partito. Nuova virata verso l’egemonia del potere statale per la Repubblica Popolare Cinese – come se non fosse sufficiente che esecutivo e legislativo siano gestiti da un’unica forza politica, il Partito Comunista Cinese. Lo scorso sabato l’Assemblea Nazionale del Popolo (ANP) ha confermato all’unanimità Xi per il secondo mandato presidenziale.
Suo vice sarà Wang Qishan, anche lui appoggiato dalla quasi totalità dell’Assemblea – solamente un voto contrario. Quishan è figura nota alla popolazione Cinese: durante il mandato di Jinping ha guidato l’anti corruzione mettendo in atto diversi giri di vita ed è uomo di fiducia del Presidente.
All’inizio della settimana, del resto, l’ANP aveva approvato – anche in questo caso alla quasi unanimità, con soli 2 contrari e 2 astenuti – la riforma costituzionale che elimina il limite temporale del doppio mandato (istituito solo nel 1990), trasformandolo in vitalizio.
Un successo per Xi Jinping, che è ricopre la carica di Presidente della Repubblica Popolare Cinese dal 2013, guida il Partito Comunista dal 2012 e, contemporaneamente, è a capo delle forze armate: garantitosi un lungo percorso alla guida dello Stato, Xi ha messo in atto un ampio piano di revisione nazionale che coinvolge finanza, economia e ambiente.
Piano che è stato approvato lo stesso giorno della conferma presidenziale e che, come principali obiettivi, contempla il contrasto del debito pubblico e privato, la riduzione del tasso di povertà e del livello di inquinamento. Ma anche immigrazione, cultura, sanità e agricoltura. E corruzione, altra piaga sociale. Una revisione totale, quindi, che si concretizza nella creazione di nuovi ministeri e commissioni, nella fusione e nell’eliminazione di altri, e che coinvolge un totale di 26 entità, completamente nuove o riviste.
Un cambiamento importante riguarda l’ambito finanziario e assicurativo (settori che muovono un giro di 43 bilioni di dollari): i rispettivi enti regolatori verranno fusi in una nuova realtà che risponderà a regolamenti e direttive della Banca Centrale, controllata dal Partito e diretta dal governatore neo eletto Yi Gang. A capo del nuovo organo, un altro uomo di Jinping: Liu He. La novità, in questo settore, riguarda l’istituzione di un ente di vigilanza sul mercato e a protezione dei consumatori.
Riformati, invece, il ministero per l’Ambiente, dedicato al riscaldamento globale – così come l’agenzia di Radio, Cinema e Televisione e quella che gestirà Cultura e Turismo mentre è di nuova istituzione quello dell’Agricoltura e dei centri rurali. Saranno nuove realtà anche la Commissione Sanitaria, l’Ufficio Immigrazione ed il Ministero per le Risorse Naturali. Per quanto riguarda la lotta a mazzette, conflitti d’interesse e collusioni, è istituita la Commissione per la Supervisione con il compito d’ispezione sui funzionari pubblici. Tra istituti riformati e di nuova generazione, la Commissione per lo Sviluppo e le Riforme, voluta dallo stesso Xi Jinping, perderà potere, dovendo rinunciare a diverse delle sue funzioni di controllo.
Lo scopo di questo profondo piano di riforme, secondo gli organi del Partito, sarebbe quello di meglio definire compiti e competenze dei vari organismi statali, eliminando conflitti di interesse e possibilità di corruzione. Per dare univocità di indirizzo e rafforzare, così, il potere del Partito. Il potere di Xi Jinping. Stato e Partito, questo il piano per affermare la Cina a potenza mondiale. “Riformare lo Stato è indispensabile per rafforzare il governo del Partito – ha spiegato Liu He. Che poi ha continuato – Il Partito deve guidare Giustizia, Governo ed esercito, a tutte le latitudini”. Per non lasciare adito a dubbi.
La politica estera giocherà un ruolo di importante visibilità in questa ascesa: il Dipartimento di Sviluppo Internazionale avrà il compito di sostenere la costituzione di un’imponente rete di infrastrutture internazionali, che Jinping ha presentato come la Nuova via della Seta. Del resto il mandato di Xi Jinping intende realizzare quello che lo stesso Presidente ha definito Sogno Cinese: la resurrezione della vastissima Nazione a potenza mondiale; attualmente non è ancora stata definita una linea politica concreta per realizzare questo progetto ma l’influenza di Xi e della sua visione del mondo cresce di mese in mese.
Lo scorso settembre, infatti, durante il 19° Congresso del Partito Comunista è stato approvato ed incorporato nella Costituzione il “Pensiero sul Socialismo con caratteristiche cinesi”: questo significa che gli studenti di ogni età e istituto – nonché i lavoratori delle fabbriche statali – dovranno studiare e apprendere la nuova dottrina, ideologia che è eredità del già elaborato socialismo cinese di Mao Tse Tung.