Un mondo di plastica, lo stop dell’Unione Europea
La Commissione Europea dichiara guerra alla plastica e propone nuove regole per il riciclo dei prodotti monouso più inquinanti che rappresentano il 70% dei rifiuti marini in Europa
Ogni anno la popolazione europea produce 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, di cui solo il 30% viene riciclata. Nel mondo, invece, le materie plastiche rappresentano l’85% dei rifiuti marini e il riciclo è pari al 15%. In Italia, ogni anno, consumiamo 208 litri di acqua in bottiglia, posizionandoci primi in Europa e secondi nel mondo, dopo il Messico (Rapporto Orb Media). Tonnellate di plastica che ritroviamo, poi, sotto forma di microplastiche nell’acqua. Se nulla cambierà, nel 2050, nei nostri mari ci sarà più plastica di pesci.
Per porre un freno all’incessante aumento dei rifiuti la Commissione Europea, lo scorso 28 maggio, all’interno della strategia europea per la plastica ha presentato una normativa per il riciclo dei prodotti di plastica monouso. La proposta, nello specifico, mette al bando 10 prodotti più inquinanti che, sulle spiagge e nei mari d’Europa, rappresentano il 70% dei rifiuti. Il divieto si applicherà, dunque, a bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini. I prodotti dovranno, pertanto, essere fabbricati esclusivamente con materiali sostenibili. I contenitori per bevande in plastica monouso saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore. Entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso introducendo sistemi di cauzione-deposito.
La direttiva prima della sua entrata in vigore, dovrà però essere approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio. Saranno poi i singoli stati a recepirla, applicandola a livello nazionale. Per la Commissione se la proposta fosse accolta, così com’è stata presentata, “si potrebbe evitare l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente, si scongiureranno danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di euro entro il 2030 e si genereranno risparmi di 6,5 miliardi di euro per i consumatori”. Si tratta, dunque, di un progetto tanto ambizioso quanto necessario a cui dover dare massima priorità.
Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione Ue responsabile per lo sviluppo sostenibile, ha spiegato: “Se non modifichiamo il modo in cui produciamo e utilizziamo le materie plastiche, nel 2050 nei nostri oceani ci sarà più plastica che pesci. Dobbiamo impedire che la plastica continui a raggiungere le nostre acque, il nostro cibo e anche il nostro organismo. L’unica soluzione a lungo termine è ridurre i rifiuti di plastica riciclando e riutilizzando di più. Si tratta di una sfida che i cittadini, le imprese e le amministrazioni pubbliche devono affrontare insieme. Con la strategia dell’Ue sulla plastica stiamo, inoltre, sostenendo un nuovo modello di economia più circolare. Occorre investire in nuove tecnologie innovative che proteggano i nostri cittadini e mantengano il nostro ambiente sicuro, senza farci rinunciare alla competitività della nostra industria“.
Il Vicepresidente Jyrki Katainen responsabile per l’occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività ha dichiarato: “La plastica è un materiale straordinario, che dobbiamo però usare in modo più responsabile. I prodotti di plastica monouso non sono una scelta intelligente né dal punto di vista economico né da quello ambientale, e le proposte presentate oggi aiuteranno le imprese e i consumatori a preferire alternative sostenibili. L’Europa ha qui l’opportunità di anticipare i tempi, creando prodotti che il mondo vorrà procurarsi nei decenni a venire e valorizzando le nostre preziose e limitate risorse. L’obiettivo per la raccolta delle bottiglie di plastica concorrerà anche a generare i volumi necessari a far prosperare il settore del riciclaggio”.
Le associazioni ambientaliste Greenpeace e WWF hanno accolto con entusiasmo la nuova proposta di direttiva europea e, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente, hanno lanciato due importanti iniziative per contrastare la diffusione delle plastiche usa e getta. Greenpeace, da par suo, ha inaugurato il servizio Plastic Radar che consente, attraverso l’applicazione di messaggistica istantanea Whatsapp, di inviare le segnalazioni di materiale plastico sulle spiagge al numero +39 342 3711267. Sul sito palsticradar.greenpeace.it sarà, poi, possibile consultare i risultati e scoprire quali sono le tipologie di imballaggi più comuni nei mari italiani, a quali categorie appartengono e quali sono i mari maggiormente inquinati da questi materiali.
Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia, ha ricordato: “Le spiagge e i fondali marini sono soffocati dalla plastica. Con questa iniziativa invitiamo tutti gli amanti del mare a non rassegnarsi a convivere con la presenza di rifiuti in plastica ma ad accendere i riflettori su questo grave inquinamento che rappresenta una delle emergenze ambientali più gravi dei nostri tempi”.
WWF Italia ha invece lanciato, all’interno del progetto Generazione Mare, la campagna estiva #Platicfree, una maratona di pulizia dei litorali italiani per liberare le spiagge dalla plastica.
Tutti uniti dunque verso un futuro più sostenibile, libero dalla plastica e più attento alla difesa del bene più grande: il nostro Pianeta.