Come nasce il vaccino – Sesta parte
Si conclude il racconto sulla nascita del vaccino, un viaggio pieno di ostacoli, incomprensioni ma anche grandi vittorie: basti pensare che grazie alla vaccinazione obbligatoria, nel 1980 il vaiolo è stato completamente eradicato nel mondo
I riconoscimenti per Edward Jenner, di cui abbiamo parlato nella quinta parte del nostro ciclo di articoli sulal nascita del vaccino, furono enormi. Basti pensare che il Parlamento inglese lo ricompensò incoraggiando le sue ricerche con 30mila sterline. La cifra era per l’epoca un’enormità che, con il valore monetario attuale, corrisponderebbe a circa 11 milioni di euro.
Durante la guerra tra l’Inghilterra e l’Impero napoleonico, Jenner chiese il rilascio di prigionieri inglesi e Napoleone glielo accordò dicendo che “non avrebbe potuto negare nulla ad un tale benefattore dell’umanità“. L’imperatore infatti, era un sostenitore accanito del vaccino al punto che lo rese obbligatorio a tutti i suoi eserciti e nel solo Regno d’Italia si stimava che fosse stato applicato ad oltre un milione e mezzo di persone.
Inoltre, gli venne regalato un cinturone di cuoio corredato da una lettera di ringraziamento dai 5 capi delle tribù Native Americane che erano stati duramente colpiti dal vaiolo a seguito di scellerate pratiche di contagio mediante coperte infette, che uccisero centinaia di migliaia di persone. In Italia il milanese Luigi Sacco fece registrare una discesa drastica del numero di casi di vaiolo grazie alla diffusione della vaccinazione nella Repubblica Cisalpina. Qualcosa di simile accadde anche nello Stato Pontificio in cui un editto del 20 giugno 1822 rese obbligatoria la vaccinazione antivaiolosa a cui due anni dopo venne tolta l’obbligatorietà ma venne garantita comunque la gratuità. La non obbligatorietà però portò ad una recrudescenza della malattia: infatti, pur essendo una pratica gratuita, molte persone non se ne avvalsero, facendo scoppiare una nuova epidemia.
Jenner venne sbeffeggiato in alcuni giornali del tempo che ritraevano bambini vaccinati con le corna da mucca o con le macchie tipiche del loro manto nel punto di inoculazione; addirittura vennero pubblicati dei libri che descrivevano strani risultati della vaccinazione. Oltre alla beffa, Jenner dovette subire anche le pressioni di molti medici londinesi che si coalizzarono per dipingerlo come un truffatore. Però, quando i dottori videro di poter guadagnare considerevolmente dalla pratica della vaccinazione, cominciarono a praticarla e il solo dottor William Woodville, medico inoculatore inglese dapprima diffidente nei confronti delle teorie jenneriane, nel 1802 aveva già vaccinato 7.500 persone.
Il problema della vaccinazione rimaneva però la conservazione della linfa al fine di poter diffondere il rimedio in giro per il mondo. Il trasporto più lungo, prima di arrivare chiaramente ai vaccini moderni, è stato quello durante una spedizione di tre anni nel 1803. Francisco Xavier de Balmis (1753-1819), medico spagnolo, portò 22 bambini orfani dai 3 ai 9 anni verso il Sud America. I bambini vennero vaccinati in coppie sequenziali ogni 10 giorni. Nei porti incontrati lungo il cammino, veniva trovata loro una famiglia e altri orfani venivano presi e sottoposti alla vaccinazione così da allargare ad ampio raggio i benefici della pratica. Bisognerà aspettare il 1940 per avere il vaccino antivaioloso termostabile di Leslie Collier, che permise di avere un vaccino non deperibile in pochi giorni.
L‘obbligo della vaccinazione risale al 1859 limitatamente al regno di Sardegna, poi venne esteso a tutta la penisola a seguito dell’unificazione del 1861. Esso era un requisito indispensabile per l’ammissione nelle scuole e negli uffici pubblici, ma le vaccinazioni molto spesso venivano disattese e questo faceva sì che ciclicamente tornassero delle epidemie, almeno fino al 1888 quando la legge Crispi-Pagliani dispose il “riordinamento del servizio vaccinico”. Fu proprio questo a dare un impulso determinante all’azione profilattica del vaccino che portò alla scomparsa totale del vaiolo.
Federica Albano e Gerardo Gatti