Earth renting: un modo per ritrovarsi attraverso la terra
Una nuova rete, questa volta reale, attraverso cui è possibile riscoprire il rispetto per l’ambiente, vivere genuinamente ed uscire da una condizione di emarginazione sociale: è il mondo dell’earth renting italiano.
Bietole, broccoli, cardi, carote, cavolfiori, fave, finocchi. Sono solo alcuni dei prodotti che è possibile coltivare presso i 42 orti messi a disposizione da “Fior di Carota“, uno dei progetti parte della grande rete di earth renting del nostro Paese. Situati ad Arezzo, sono 4.800 i metri quadri di terreno, in contrada San Leo, messi a disposizione degli affittuari. Sono gli “Orto Sostenitori” coloro che, con un contributo economico, possono beneficiare dei prodotti del proprio orto, raccolti, dunque, quando necessario. .
Agron è albanese e arriva in Italia, precisamente a Bari, nel 1991 con la Vlora. Oggi, grazie a Fior di Carota, è un contadino-tutor: Insegna, infatti, le modalità di coltivazione ai ragazzi del Sert (realtà da cui lo stesso proviene) e del centro igiene mentale di Arezzo, segnalati dalla Usl. Come afferma lo stesso Agron, una volta in Italia si è sentito perso. Quando, però, su segnalazione del Sert, ha iniziato a lavorare la terra, ha ritrovato se stesso. Questo aretino, infatti, non è solo un modo in cui (ri)scoprire una coltura naturale, senza additivi chimici e sostenibile per l’ambiente in cui viviamo ma anche una realtà di integrazione sociale. Che il nostro Paese, purtroppo, sembra dimenticare in molti casi e sempre più spesso.
In Puglia, invece, è possibile avere il proprio orto tramite il progetto “P’orto a casa“, fondato da Francesco, grafico pubblicitario. Grazie ai lotti di terra messi a disposizione, è possibile personalizzare il proprio orto o raccogliere 15 tipologie di ortaggi tipici stagionali. Coltivati senza l’utilizzo di sostanze chimiche, ma con fertilizzanti naturali e attraverso tecniche come la rotazione delle colture e la consociazione delle piante. Anche in questo caso, grazie alla terra, è possibile che persone disabili o disagiate abbandonino, finalmente, lo stato di emarginazione sociale. Al quale, ingiustamente, sono lasciate per ritrovarsi in un ambiente accogliente, di condivisione, di scambio e di integrazione. Ciò di cui c’è bisogno, insomma.
Il padre di Ornella ha diviso i propri campi, ad Ardea a due passi da Roma, in appezzamenti da 100 metri quadri l’uno per renderne possibile il loro affitto e dar vita, così, al progetto “Orto dei desideri“. Il contratto di affitto è annuale e prevede, inoltre, un corso di tutoraggio/assistenza per imparare a gestire il proprio orto. Dotati di rubinetti di acqua per l’irrigazione e di un impianto a raggi ultravioletti per permettere l’eliminazione di ogni forma di batterio presente nell’acqua di pozzo. I lembi di terra, quindi, permettono la coltivazione di ortaggi e verdure di stagione in un terreno privo di prodotti chimici.
“Ortiamo“, invece, è stato ideato da Mirko e Francesco. I terreni dei loro circa 300 ortolani sono propri di una serie di aziende agricole sparse in Italia. È possibile, così, ricevere a domicilio (una volta a settimana) la frutta e la verdura che si desidera o raccoglierle di persona. Ad ogni azienda è richiesto il rispetto dei tempi della natura, delle consociazioni e non sono ammessi pesticidi chimici e fertilizzanti, per una coltura del tutto genuina.
Nel rispetto della natura, e della freschezza, genuinità e stagionalità dei prodotti, l’earth renting propone un modo nuovo e sano per ritrovare e rafforzare i legami tra la terra e gli uomini.
Giorgia Cecca
Fonte immagine in evidenza: up.sorgenia.it