La libertà nell’arte: Sergio Ceccotti
Fino al 14 ottobre al Palazzo delle Esposizioni una fantastica mostra gratuita per riscoprire le opere di Sergio Ceccotti, che lasciano ampio spazio a differenti interpretazioni
Sergio Ceccotti, pittore e incisore classe 1935, prende spunto dall’arte contemporanea, dal cinema, dalla fotografia, dalla pubblicità, dal fumetto e dai rebus de La settimana enigmistica. Attraverso la visione della realtà mette in atto gli schemi acquisiti dal quotidiano per poi far emergere solo la sua pittura ed esaltarne le caratteristiche con atmosfere di suspense e dal un finale aperto.
Romano di nascita, parigino di adozione è considerato l’erede della metafisica dechirichiana e del realismo magico. All’inizio della sua carriera Ceccotti risentiva molto del cubismo e della grafica pubblicitaria dell’epoca e successivamente si avvicinò anche alla pittura dell’espressionismo tedesco per poi distaccarsene completamente definendosi “né tedesco e né impressionista”.
La sua arte è piena di condizionamenti esterni ma allo stesso tempo libera di essere sé stessa senza appartenere a nessuna corrente stilistica e per questo unica nel suo genere. Per certi versi questa scelta di stile lo ha penalizzato nella notorietà ma lo ha reso libero e fedele a sé stesso e alla sua arte. La pittura di Ceccotti arriva dall’inconscio, molte ambientazioni nei suoi quadri riguardano la sua biografia; la moglie diventa la sua modella così come la figlia.
Ceccotti è stato un precursore dei fumetto, i dettagli rivelati come rebus da scoprire, interpretare e capovolgere lo scenario, incuriosiscono lo spettatore sempre di più. Infiniti sono i rimandi culturali di altri artisti, spaziando dai registi ai poeti ma sempre utilizzati come mezzo per esprimere qualcos’altro che prende forma e vive di vita propria.
La mostra, curata da Cesare Biasini Selvaggi, è composta da quasi 40 opere ad olio, e racchiudono tutto il senso della sua pittura dal 1958 ad oggi.
Ceccotti diventato il padre della neofigurazione, nata negli anni Novanta. ”Possono esistere diverse analogie fra le arti – riflette l’artista –. I miei quadri si avvicinano ai romanzi non perché raccontino alcunché, ma perché offrono spunti per immaginare intere storie. Vanno guardati nel corso del tempo, per scoprire nuovi particolari, nuove luci“.
Gli accostamenti di oggetti incongrui, ingrediente principale di ogni rebus, non vogliono produrre qui un effetto disturbante di tipo surrealista, ma sono assorbiti dalla scena generale. L’esposizione è arricchita e omaggiata dal documentario inedito su Ceccotti dal titolo Cercando il Signor S. (2018) realizzato da Rufa – Rome University of Fine Arts.
Il romanzo della pittura 1958-2018, fino al 14 ottobre
Palazzo delle Esposizioni, Roma
Per info e orari: palazzoesposizioni.it