Belva Giudea, storia di un pugile che si è guadagnato la libertà
Al Teatro Cometa Off di Roma in scena Belva Giudea, spettacolo che narra la storia Herzko Haft, sopravvissuto ai campi di sterminio
Cinque atti, o meglio, cinque round. In “Belva Giudea”, spettacolo in scena al Teatro Cometa Off di Roma (premiato allo Short Lab 2018 per la miglior regia), si narra la storia di Herzko Haft e della sua carriera da pugile vissuta nei campi di concentramento
Questo atleta è un polacco ebreo entrato a 14 anni nei campi di sterminio. Non si è mai arreso al suo destino riuscendo a superare ogni difficoltà, spinto per l’amore verso la sua Leah. Sarà questo ideale a non farlo cedere, a fargli vincere 75 incontri in quell’inferno catapultandolo verso la libertà che lui troverà in America cambiando nome in Harry, luogo dove sa che si trova la sua amata.
Per ritrovarla ha bisogno di finire su tutti i giornali ed ha una sola possibilità per farlo: affrontare e sconfiggere il campione del Mondo dei pesi Massimi, Rocky Marciano. E da qui parte lo spettacolo, dalla fine di questo incontro che Harry perse. Grazie a una telecamera portatile il teatro si fonde con il cinema offrendo agli spettatori la fragilità del protagonista, le sue debolezze, le sue angosce.
L’opera è un continuo rimpallarsi tra il presente vissuto alla ricerca di Leah ed il passato, in cui è raccontata l’infanzia di Herzko, l’amore per questa ragazza e le atrocità dei campi di sterminio, dove lui ha dovuto guadagnarsi la vita spezzando quella degli altri per il divertimento dei gerarchi Nazisti che assistevano a questi combattimenti come l’imperatore guardava con superiorità i gladiatori nell’arena.
Il nativo di Beltchatow in quel luogo era solo un numero, 144738, nulla di meno, nulla di più. Ha dovuto faticare, massacrando deportati come lui, per guadagnarsi la libertà aiutato da un ufficiale delle SS. Una realtà ed una vita, quella del lager che, come è ben raccontato nello spettacolo, hanno reso aggressivo il personaggio di questa storia, tanto sul ring quanto fuori.
La narrazione di Belva Giudea, messa in scena da Gianpiero Pumo, che interpreta Herzko Hafte, e Gabriele Colferai, regista dello spettacolo, offre molti spunti di riflessione e di analisi donando agli spettatori frasi e momenti che si porteranno con loro anche al termine della rappresentazione.
Questa triste storia racconta come lo sport, seppur vissuto come un gioco al massacro, potesse rappresentare uno spiraglio per chi viveva recluso in un mondo desolato e pieno di morte com’era quello dei campi di sterminio.