Ben più di undici canzoni di merda: Giorgio Canali & Rosso fuoco live a Roma
Il cantautore romagnolo ha portato lo scorso 30 novembre al Monk di Roma il tour di Undici Canzoni di merda con la pioggia dentro
L’età anagrafica, in campo musicale non può e soprattutto non deve mai rappresentare un argomento di giudizio. Su di un palco è sempre meglio essere se stessi, che passi il tempo o che siano i primi live poco importa ciò che domina deve sempre essere l’energia scatenata e mostrata dal palco.
È così che a Roma sul palco del Monk lo scorso 30 novembre Giorgio Canali ha portato il live di supporto all’ultimo Undici canzoni di merda con la pioggia dentro, per una esibizione a dir poco unica ed esplosiva.
Ad aprire il concerto ci ha pensato Mimosa Campironi poliedrica artista di Pavia che ha portato tutta la sua ecletticità e la sua euforia sul palco romano, scaldando nella maniera più folle il pubblico che comincia ad affollare la sala.
Sono passate ormai da quasi mezz’ora le 23 quando sul palco di Portonaccio sale l’eroe della serata, ambientazione scura e luci per lo più rosse fanno da scenografia all’esibizione della cantante lungo tutta la serata.
L’inizio concerto è scandito dalle note di Aria fredda del nord e di Piove, finalmente piove, il locale ormai è affollatissimo e degno delle migliori serate. Il pubblico non fa che apprezzare e caricarsi con l’energia che parte dal palco ed invade tutta la sala, canta all’unisono fin dall’inizio.
L’età anagrafica come già detto non è mai la giusta misura di giudizio in musica, ma vedere un artista del livello di Giorgio Canali a 60 anni con tutta l’energia di un nuovo artista suonare e cantare a piena voce non fa che creare empatia col pubblico, in un connubio che porta a piena collaborazione sia nelle fasi cantate che in quelle di riposo tra una pezzo e l’altro con continue conversazioni anche se brevi tra l’artista e i suoi fan.
Così Undici risuona nella sala e la gente si fa sempre più fitta sotto al palco, gli spazi sono sempre meno a tratti asfissiante, ma la musica ristora e di certo dello spazio non può importare poi molto.
Fuochi supplementari segna il giro di boa di un concerto ancora lungo e che si concluderà solo dopo 21 pezzi suonati, per uno spettacolo di circa 2 ore unico nel suo genere.
Radioattività segna la fine della prima parte di scaletta in attesa di quello che è stato un bis esplosivo.
Si inizia con il “classico” Nuvole senza Messico cantato da tutti in sala, si prosegue Precipito il cui urlo si riesce indistintemente a riconoscere anche da fuori il locale per quelli che mossi dal tentativo di rifiatare.
La chiusura non fa che confermare tutta la potenza interpretativa e artistica di Giorgio Canali: Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio saluta il pubblico che non può far altro di lasciare la sala contento per lo spettacolo a cui ha assistito.
Non è descrivibile la carica con cui Giorgio Canali ha affrontato questo live, ma la certezza è che come il vino, invecchiando acquista ancora più valore.
Testo di Cristiano Tofani
Foto di Francesca Romana Abbonato