Gordon Banks, storia di un uomo capace di fermare il tempo
A 81 anni è morto Gordon Banks, il miglior portiere inglese, autore della “parata del secolo” realizzata contro Pelè ai mondiali del 1970
Non sono molti i giocatori che possono dire di aver compiuto grandi parate contro Edson Arantes do Nascimento, alias Pelè, uno dei migliori giocatori della storia del calcio, ma c’è ne uno che ancora oggi disturba i sogni di questo giocatore: Gordon Banks. Il tutto risale ai mondiali di Messico 1970. Durante una gara della fase a gironi, disputata a Guadalajara, si affrontarono Brasile ed Inghilterra. Nel primo tempo, Jairzinho fece partire un cross dalla destra, Pelè staccò di testa, Banks era dalla parte opposta, sembrava impossibile che potesse intervenire, tant’è che “O Rei” ricadendo già esultava. Eppure, con uno scatto felino, il portiere inglese si avvitò su se stesso, si avventò su quel pallone e lo mandò sulla traversa evitando così una marcatura che sembrava inesorabile.
Questo è il momento più alto toccato da Gordon Banks, quello che ha inserito il suo nome a caratteri cubitali all’interno della storia del calcio. In quel gesto sono messe in mostra le qualità di questo estremo difensore: istinto, senso della posizione, forza fisica. Doti che all’epoca ne facevano un portiere fuori dall’ordinario.
Negli Anni ’50 d’altronde il ruolo del portiere viveva un’accezione romantica. Era l’ultimo baluardo della squadra, quello che non poteva sbagliare perché un suo errore sarebbe costato caro, era lasciato solo, in quell’immenso spazio attorno a lui. Una situazione questa, che non pesava ma esaltava l’inglese.
Alf Ramsey, Commissario Tecnico dell’Inghilterra, gli consegnò la maglia da titolare della squadra che nel 1966 doveva affrontare il mondiale da padrona di casa. Non fallì Banks, che dalla sua zona del campo aiutò e guidò i suoi compagni a conquistare la Coppa Rimet. Con indosso la maglia della nazionale dei tre leoni stabilì un prodigioso record di imbattibilità: per 721 minuti nessuno riuscì a superarlo.
A livello di club, la sua carriera si sviluppò in tre tappe: Chesterfield, Leicester e Stoke: qui ebbe un incidente in conseguenza del quale perse l’uso dell’occhio destro e con esso la possibilità di giocare a grandi livelli. Cedette il posto ad un altro grandissimo numero 1: Peter Shilton.
Il destino a volte fa strani scherzi e, nella fase calante delle loro carriere fece sì, che i due protagonisti della partita del 1970 si ritrovino improvvisamente compagni di squadra. Accadde a New York, dove i Cosmos erano ormai diventati un grande veicolo di promozione per il calcio a stelle e strisce e diventavano meta gradita per molti grandi giocatori sul viale del tramonto. In quel luogo queste due leggende ebbero modo di cementare la loro amicizia.
Sembra assurdo come un uomo che in vita ha difeso se stesso ed i suoi compagni da diversi pericoli, venga colto di sorpresa da un tiro imparabile che il destino gli ha scagliato contro. Una malattia che se l’è portato via, all’età di 81 anni. Il Regno Unito si unisce al cordoglio dei familiari anche chi non l’ha mai visto giocare mentre in Brasile, al signor Edson Arantes do Nascimento, basterà alzare gli occhi al cielo per rendere omaggio all’uomo che, stoppando un suo tiro, è stato capace di fermare, per pochi secondi, il mondo intero.
Andrea Pulcini