“Il Signor Odio”, una perla di Stefano Benni al Teatro Keiros
Affrettatevi! Fino al 3 marzo al Teatro Keiros di Roma l’inedito spettacolo “Il Signor Odio”, scritto da Stefano Benni e Giorgia Mazzucato. Gli attori della Compagnia del Teatro Stabile mettono in scena una storia di amore e terrore, che riguarda tutti noi
Pensate ad un mondo in cui tutti, ma proprio tutti, sono iscritti a Instagram. Avendo un profilo pubblico, la foto del vostro caffè mattutino con doveroso disegnino di schiuma, sarebbe visualizzabile da 7 miliardi e 600 milioni di persone. Un’ottima copertura, direbbe un esperto di marketing qualsiasi. Vi sembra un’ipotesi troppo distopica? Non è mai troppo tardi per avere paura di quel che potremmo diventare.
Su questa verità, ancor prima di Black Mirror e con molti meno effetti speciali, aveva già riflettuto con efficacia Stefano Benni. Scrittore più che mai prolifico, è stato l’ideatore di una satira pungente, profonda, spaventosa e rigorosamente umana. Crescere tenendo tra le proprie letture Margherita Dolcevita o Elianto è il più grande regalo che possiate fare a una mente fantasiosa, sia o no la vostra. Ma oltre ai romanzi, l’ultimo è Prendiluna, Benni è un maestro di sceneggiatura teatrale. Tra monologhi, poemi (leggete Blues in sedici) e metri sparsi, la produzione per palco del “lupo” è una ventata di innovazione e meraviglia.
Le sue pièce sono famose per essere state rappresentate nei modi più disparati, in un range di pochi giorni e in luoghi misteriosi e un po’ selvaggi. Per questo è assolutamente necessario approfittare de Il Signor Odio, in scena fino a domani al Teatro Keiros di Roma. Benni stavolta dà forma a un’idea di Maria Beatrice Alonzi e scrive, con Giorgia Mazzucato, una storia che parla, come sempre, di tutti noi. Le due “ragazze terribili”, a capo de La SITI – Compagnia del Teatro Stabile, trovano un modo divertente e amaro per raccontare il nostro mondo e il Lupo, da sempre noir, trova con loro un connubio speciale.
Chi è il Signor Odio? Nessuno! O forse no, è qualcuno che sta per battere un record incredibile: essere seguito da tutti gli utenti di Instagram. Digital Strategist, direte voi? Per nulla, il Signor Odio è la persona più buona del mondo, va d’accordo con tutti e si è guadagnato così la stima anche del 999° fan. Tutto lo spettacolo prende forma in quei brevissimi istanti in cui la cifra dei follower sta per diventare tonda, consegnando agli spettatori uno spaccato di quel che siamo diventati.
Eccoci di fronte a una famiglia che aspetta con tranquillità l’esecuzione televisiva del padre, lo sguardo orgoglioso di chi finalmente ha ricevuto il proprio ideale di visibilità. Ancora, una coppia che si rinfaccia tradimenti come in una concentratissima partita di tennis, poi un cane in seduta dalla psicoterapeuta, infine madre e padre hater di professione preoccupati per questa figlia che proprio non riesce ad avercela con nessuno. È un insieme di nevrosi del nostro tempo: desideri, solitudini e rabbia.
Per i più esperti è anche un insieme del meglio di Benni. Alcune storie sono vecchie conoscenze, adattamenti dalle sue raccolte di racconti (La grammatica di Dio, Dottor Niù), miste a nuove avventure che lo scrittore e la Mazzucato hanno messo in piedi per raccontare gli internauti del 2019. Per tutta la durata dello spettacolo si ride, di gusto e amaramente, come quando ci rendiamo conto di aver fatto un errore e non potervi più riparare. La domanda arriva immediata: “Ma questi siamo davvero noi?“.
La scena fa la sua parte, ognuno dei personaggi arriva agli spettatori accompagnato dall’inseparabile tondino della foto profilo, come in un catalogo di esseri umani. Le attrici e gli attori del Teatro Stabile danno corpo alle parole del Lupo con una potenza espressiva sublimata dalla loro giovane età. Non una sbavatura, mai un carattere fuori fuoco, come a dire: “Questa è una storia che dovete sentire“.
Che fine fa il Signor Odio, vi chiederete. Come in tutti i finali benniani, questa è una decisione che prenderete da soli. Quel che è certo è che al Teatro Keiros c’è una piccola perla che non potete perdere. La lucidità delle situazioni e la densità di ogni parola vi confermeranno che un buono scrittore è come un buon vino.
All’odio che vi muove io non rispondo. Il Signor Odio muore e con lui tutti i mali del mondo.
Giorgia Mazzucato