Europee 2019, la Lega cresce ancora
Le ultime proiezioni rilasciate dal Parlamento europeo mostrano il partito del ministro dell’Interno e Forza Italia in crescita mentre PD e M5S in calo
Con il 33,3% la Lega si afferma primo partito in Italia e, con ben 28 seggi del futuro Parlamento europeo, secondo in Europa dietro alla CDU tedesca della Cancelliera Angela Merkel, in testa con 34 seggi. Sono questi alcuni dei dati più rilevanti che emergono dalle ultime proiezioni rese note dal Parlamento europeo sulle intenzioni di voto dei cittadini alle elezioni di maggio per la futura assemblea parlamentare europea.
Un Parlamento europeo che, a meno di sorprese dell’ultima ora, sarà composto da 705 deputati invece che dai 751 dell’era pre-Brexit – il primo dell’Unione a 27 senza il Regno Unito. Tuttavia, se Londra chiederà e otterrà dagli Stati membri una proroga dei negoziati di ritiro dall’Unione oltre la scadenza attuale del 29 marzo, anche i cittadini Britannici potranno prendere parte alle votazioni, e a quel punto, si tornerebbe a 751 eurodeputati.
Rispetto alle precedenti proiezioni, riferite a dati raccolti fino a inizio febbraio, la Lega passa dal 32,4% al 33,3%, aumentando di uno i seggi conquistati. Seppur in maniera più lieve, cresce anche Forza Italia che dall’8,7% arriva al 9,1%, ottenendo anch’essa un seggio in più per un totale di 8 seggi. Il M5S cala invece di oltre un punto, passando dal 25,7% al 24,3%, perdendo un seggio e fermandosi a 21. Leggermente in calo anche il PD che dal 17,3% arriva 16,9%, perdendo un seggio e attestandosi a quota 14.
Guardando ad altri Paesi rilevanti per il futuro assetto politico dell’Europa, in Francia la coalizione guidata da “En Marche” del Premier Emanuel Macron si attesta al 23,5%, ottenendo 24 seggi, seguita dal “Rassemblement National” di Marine Le Pen con 19 seggi per il 19,4% di possibili consensi. In Germania, come detto, il primo partito è la CDU con il 32%, seguito dai Verdi con 20 seggi e il 19% dei voti e dai Socialdemocratici dell’SPD al 18% per 18 seggi.
Considerando i gruppi parlamentari europei – poiché non è possibile prevederne il numero e la composizione futura, vista la presenza di nuovi partiti nazionali che ancora non hanno indicato la possibile adesione (come il M5S) o la volontà di crearne di nuovi – le proiezioni sulla composizione del prossimo Parlamento europeo si basano sulla struttura del Parlamento uscente e dovrebbero essere viste come un’istantanea dell’attuale situazione politica rappresentata nelle intenzioni di voto.
Al momento, quindi, il Partito popolare europeo (PPE) con 181 seggi e il gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) con 135 seggi perderebbero la maggioranza assoluta che hanno insieme nell’attuale Parlamento europeo. Per riaverla, se le proiezioni dovessero essere confermate, dovrebbero allearsi con i Liberaldemocratici dell’ALDE, possibili portatori di 75 seggi.
I prossimi dati saranno resi noti fra due settimane. Il Parlamento europeo, infatti, procederà a questo tipo di pubblicazioni ogni due settimane fino al termine di aprile e una volta a settimana a maggio, fino alla data delle elezioni. Le proiezioni sono a cura dell’Unità di monitoraggio dell’opinione pubblica del Parlamento In collaborazione con l’agenzia Kantar Public che, aggrega i dati a partire dai sondaggi sulle intenzioni di voto di ogni Stato membro rilevate da vari istituti di ricerca e statistica nazionali.
I dati italiani confermano la tendenza degli elettori a proiettare la propria posizione politica sulle questioni nazionali a quelle europee: se consideriamo infatti che nell’attuale Parlamento europeo la Lega è rappresentata da sei deputati, il possibile incremento addirittura sino a 28 è solo un’ulteriore prova dell’ascesa del partito di Salvini in pochi anni.
Eppure le elezioni europee dovrebbero avere un respiro più ampio. La stessa campagna elettorale dovrebbe giocarsi su temi che riguardano la popolazione europea nel suo insieme, come la lotta ai cambiamenti climatici e il fenomeno migratorio, inteso nella sua complessità e non come semplice richiesta di una politica securitaria. Chissà se i partiti politici nazionali avranno finalmente il coraggio di impostare una campagna elettorale realmente europea o preferiranno ancorarsi alle “beghe” nazionali per continuare ad utilizzare le elezioni europee come mera occasione per contarsi e non per realmente contare sullo scenario europeo.
Francesca De Santis