Uncut: le donne che combattono le mutilazioni genitali femminili

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A Roma “Uncut”, una mostra per porre l’accento su un grave problema contemporaneo, le mutilazioni femminili

È stata presentata al Mattatoio di Roma la mostra “UNCUT: La rivoluzione delle donne contro le mutilazioni femminili”, percorso museale che narra e racconta la brutalità di questi atti compiuti verso le donne, curato da Renata Ferri, che ha saputo valorizzare il gran lavoro svolto dalla fotografa Simona Ghizzoni, coadiuvata da Emanuela Zuccalà, che ha sviluppato un web documentario sull’argomento.

A precedere l’evento una tavola rotonda, “Sostenere la lotta contro le MGF: tutelare i diritti delle donne esigendo la piena applicazione della legge”, promossa da quattro associazioni, Differenza Donna, La Palabre, Istitut Women Safe e No Peace Without Justice.

L’evento è stato organizzato all’interno del progetto BEFORE (Best practice to Empower women against Female genital mutilation, Operating For Rights and legale Efficacy), che ha come principale obiettivo quello di porre l’attenzione sulle mutilazioni genitali femminili e su tutti gli abusi compiuti verso le donne. Un problema grave ed attuale in quanto la pratica di rimuovere in maniera parziale o totale la parte esterna dei genitali femminili è frequente in 29 paesi dell’Africa Sub Sahariana ma, in virtù del grande flusso migratorio degli ultimi anni anche l’Europa sta iniziando ad interessarsi a questo tipo di problematica.

Da qui nasce questa tavola rotonda il cui scopo è portare a conoscenza dati inerenti queste pratiche che sono ormai radicate negli stati in cui sono effettuate e diventate di uso comune. Durante l’incontro si è discusso molto su come fare per sensibilizzare su fenomeno in Paesi dove le mutilazioni genitali vengono praticate e come condannare chi si avvale di questo strumento inserendolo in un contesto legislativo severo.

Si parla poco di questo fenomeno, eventi come questo aiutano a dar voce a chi non ne ha o meglio non ne ha abbastanza per farsi sentire, perché un tema come questo andrebbe discusso giorno dopo giorno non solo in occasione di giornate “specifiche”.

Al Padiglione B del Mattatoio sono state chiamate in causa persone coinvolte nella lotta contro le MGF ed il maltrattamento femminile, come l’Imam Cissè Djiguiba, ivoriano, il quale una volta venuto a conoscenza della brutalità di queste pratiche si è mosso con tutte le sue forze per contrastare il fenomeno informando i suoi fedeli in tal senso. “Chi vede un leone corre in modo diverso da chi non lo ha visto, ed io l’ho visto e non posso ignorarlo“, ha detto l’Imam in merito alla sua venuta a conoscenza del tema delle mutilazioni.

In questo giorno del diritto della donna si costata che questi diritti sono lesi in nome di religione, usi e costumi. Ci rimettono sempre le donne. Oggi c’è tanta sofferenza per donne e ragazze solo perché appartengono al sesso debole. Le donne subiscono ma chiedono solo la pace ed essere tirate fuori dall’ignoranza”. Con queste brevi parole Khady Koita, presidente di Palabre, esprime il suo pensiero riguardo al lavoro da fare per far si che non si parli più di disparità di sesso o di sesso debole ma che ci si limiti a parlare di “esseri umani”.

L’Italia in questo senso è sempre stata all’avanguardia in quanto è stato tra i primi paesi firmatari della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne. Ma, come affermato da Emma Bonino a chiusura dell’incontro, una buona legge non serve a nulla se non viene applicata o peggio, non viene posta a conoscenza della cittadinanza.

I dati proiettivi in merito a questo fenomeno sono agghiaccianti. Se non si arresta la crescita di queste pratiche entro il 2030, 68 milioni di donne subiranno queste pratiche. Per raggiungere l’obiettivo bisogna lavorare attivamente in Africa, maggiormente nei villaggi e nelle zone più recondite degli stati africani. Solo con l’informazione potranno essere spezzate le catene di questa consuetudine. Bisogna lavorare oggi affinché i genitori di domani siano i primi a non commettere più questa pratica.

Come diceva Madre Teresa di Calcutta, “Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe”. Eventi come questi sono quella goccia che non va lasciata sola ma alimentata facendola diventare un grande oceano di speranza per le generazioni future.

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UNCUT: La rivoluzione delle donne contro le mutilazioni femminili
Fino al 30 marzo 2019
Mattatoio di Roma (ex Macro Testaccio)
Ingresso Piazza Orazio Giustiniani, 4
Dal martedì alla domenica dalle 14.00 alle 20.00
Info e costi: 8marzo@npwj.org

Andrea Pulcini

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