75 anni dall’orrore delle Fosse Ardeatine
Il 24 marzo 1944 una delle stragi peggiori compiute dai nazisti: 335 civili italiani, tra cui 75 ebrei, furono trucidati sulla via Ardeatina a Roma come rappresaglia per l’uccisione di numerosi tedeschi il giorno prima in via Rasella
Settantacinque anni, un tempo che sembra lontano ma che invece è molto vicino nella memoria degli italiani e di chi nella seconda guerra mondiale ha visto, e soprattutto vissuto, uno dei peggiori massacri nella storia dell’umanità.
Uno di questi si consumò il 24 marzo 1944 sulla via Ardeatina, allora periferia di una capitale, Roma, sventrata da anni di conflitto. La storia della strage delle Fosse Ardeatine comincia il giorno prima, quando in via Rasella, a pochi passi dal Quirinale, un carro dell’immondizia carico di tritolo esplose uccidendo 33 soldati tedeschi dell’SS Polizei Regiment-Bozen.
Ventiquattro ore dopo la reazione nazista fu durissima: i comandi dell’esercito nazista scelgono a caso dieci italiani per ogni tedesco ucciso il giorno prima (detenuti politici e comuni di Regina Coeli, del carcere di via Tasso e rastrellati di via Rasella) e i militari della Polizia di Sicurezza, sotto il comando dei capitani delle SS Erich Priebke e Karl Hass, massacrano 335 civili italiani, di cui 75 ebrei, vicino a una serie di cave di pozzolana abbandonate sulla via Ardeatina. I corpi crivellati di colpi saranno ritrovati a circa 4 mesi di distanza.
L’eccidio delle Fosse Ardeatine sarà ricordato come uno degli atti più efferati del nazifascismo in Italia e dell’intera seconda guerra mondiale.