Elezioni europee, M5S alla ricerca del Gruppo perduto
A poco più di due mesi dalle elezioni europee, il M5S presenta i suoi possibili alleati in Europa. Ma all’appello ne mancano ancora due
Croazia, Grecia, Polonia e Finlandia: sono questi i Paesi di provenienza dei quattro partiti individuati sino ad ora dal leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, per formare un nuovo Gruppo parlamentare europeo.
Per rimanere nel mantra di rottura con il vecchio establishment – e, perché no, prendere almeno in Europa le distanze dall’alleato di governo sperando di riguadagnare terreno con eventuali elettori pentastellati delusi dalla linea politica nazionale – il M5S ha deciso infatti di non aderire a nessuno dei gruppi europei esistenti e di provare a formarne uno autonomo “né di destra, né di sinistra” che farà, secondo le dichiarazioni del Vicepremier, “da ago della bilancia dell’Europarlamento, impedendo ai vecchi partiti politici, al Partito popolare e ai socialisti europei, di avere una maggioranza, come è successo l’anno scorso in Italia”.
Ma chi sono gli alleati alle europee trovati sino ad ora? Zivi Zid, che si traduce in “barriera umana”, è la terza forza politica croata e si definisce partito di persone coraggiose e non corrotte che combatte per una società giusta, socialmente sensibile ed economicamente vitale incentrata su uomo e natura. Si batte contro il sistema neoliberista prediligendo politiche economiche protezioniste e sovraniste per la tutela degli interessi dei cittadini.
Il secondo, Akkel, è il partito greco dell’agricoltura e dell’allevamento, favorevole a politiche di supporto al “made in” e all’ambiente, contrario al libero commercio in nome di una sovranità nazionale persa in favore di altri Paesi europei e la NATO.
Il Kukiz’15 è invece una formazione di estrema destra polacca fondata dal musicista punk-rock Pawel Kukiz. Fortemente nazionalista, il partito si propone di superare la partitocrazia, ha un progetto di democrazia diretta, idee nazionaliste, posizioni contrarie all’aborto e all’adozione di bambini da parte delle persone omosessuali. Infine, il Liike Nyt è un piccolo gruppo di liberisti finlandesi portati a bordo da Davide Casaleggio.
Domenica scorsa Luigi Di Maio si è recato a Zagabria dove Ivan Vilibor Sincic, leader dello Zivi Zid, ha presentato il manifesto politico che è alla base del futuro Gruppo parlamentare europeo. Presenti anche Pawel Kukiz per il partito Kukiz’15 e il greco Evangelos Tsiobanidis, leader di Akkel.
Il documento, già presentato in Italia da Di Maio a febbraio durante la prima conferenza stampa sul tema delle elezioni europee, si compone di 10 punti ancora non dettagliati ma che, stando alle dichiarazioni di Di Maio, andranno ulteriormente discussi e integrati anche con l’arrivo di nuovi alleati. Proprio da Zagabria, inoltre, Di Maio ha lanciato l’idea di introdurre un salario minimo europeo.
Nel manifesto si legge di un’Europa più “vicina ai cittadini”, con democrazia diretta e partecipata da realizzare, ad esempio, attraverso la creazione di maggiori occasioni referendarie; un’Europa “post ideologica”, con un nuovo progetto all’insegna della cooperazione e, al contempo, del rispetto delle identità nazionali. Un’Europa onesta, attenta ai giovani e al loro futuro, alla salute, all’ambiente e che sappia affrontare il fenomeno migratorio attraverso un non meglio specificato “nuovo modello”.
Fra le proposte c’è anche quella di modificare l’attuale metodo con il quale viene confermata la Commissione europea, in modo da dare il diritto al Parlamento europeo di votare la fiducia a ogni singolo commissario e non alla Commissione in blocco. L’alleanza alle elezioni europee promossa dal M5S propone inoltre di abolire l’obbligo dei Paesi membri dell’Unione di adottare l’euro. Altri elementi presenti nel manifesto sono, infine, lo sviluppo dell’economia reale, la riduzione del potere dei flussi finanziari e una maggior tutela del “Made in” e dell’agricoltura locale.
Secondo il diritto europeo, per formare un Gruppo parlamentare servono almeno 25 deputati eletti, rappresentativi di un quarto dei Paesi dell’Unione (7 Stati). Secondo le ultime proiezioni, il Movimento dovrebbe riuscire a fare eleggere 21 deputati, i croati dello Zivi Zid 2, i polacchi del Kukiz’15 4 deputati mentre i finlandesi del Liike Nyt e i greci di Akkel, al momento, non riuscirebbero a far eleggere nessuno.
Per il M5S è necessario quindi dedicare i prossimi due mesi ad allargare la coalizione e rafforzarla, ricercando almeno due nuovi partiti da riunire attorno al manifesto presentato in queste settimane.