Più che Vivi per sempre: i Canova all’Atlantico di Roma
La band milanese ha portato a Roma il tour di supporto a Vivi per sempre con energia e soprattutto tanto divertimento
Una band che sorprende tutti al debutto non può che creare tanta attesa intorno a sé, che fa sempre ben sperare per ciò che seguirà. L’importante è sempre viverla positivamente e senza ansie che potrebbero danneggiarne la riuscita. Parliamo dei Canova, band milanese, che al debutto nel 2016 con Avete ragione tutti era riuscita a conquistare una data alla volta un seguito sempre più grande, al punto di conquistare lo scorso maggio il palco del Primo Maggio di piazza San Giovanni.
Proprio in occasione del “concertone” la band ci aveva raccontato di come volessero vivere il momento della scrittura dei nuovi brani senza pressioni e così è stato, nel 2019 arriva Vivi per sempre, il nuovo disco uscito sempre per la Maciste Dischi che li ha visti nascere discograficamente.
La naturalezza, è innegabile, viene trasmessa anche dal palco di un Atlantico non gremito come nelle migliori occasioni, ma questo non impedisce la resa di un live dalla grande qualità.
L’apertura è affidata a Scarda, cantautore romano di adozione, che solamente chitarra e voce raccoglie i favori di un pubblico che sembra già conoscerlo molto bene, al punto di intonare le sue canzoni ad ogni passaggio.
Sono circa le 22 quando sul palco dell’Atlantico salgono i Canova e la festa può iniziare.
Festa è probabilmente il termine più adatto per descrivere il live della band milanese, perché l’esplosione musicale e del pubblico ad ogni attacco della band fino all’ultima nota di ogni canzone è quello di un clima festante che pur non essendo pieno fino all’orlo sembrano riempire il club del quartiere EUR come in un totale sold out.
Shakespeare e Domenicamara danno il via al live, ed è innegabile urla e balli sono serviti per una delle platee più calorose che si sia mai vista.
L’intesa che si consolida tra Matteo Mobrici e i fan è davvero unica e divertente allo stesso tempo, il frontman scherza continuamente con il pubblico ad ogni pezzo annunciato o ad ogni indizio lanciato sul prossimo brano in scaletta al punto che dopo svariati tentativi del pubblico di richiedere Threesome, il frontman osa un “Nono, ma Threesome non la facciamo più”.
Ed è così che l’intesa sale brano dopo brano, al punto che durante Groupie il palco viene inondato di reggiseni, scontato probabilmente pensando alle figure evocate dallo stesso pezzo, ma sicuramente apprezzato dalla band che alla fine giocherà alla conta di chi sul palco ne ha ricevuti di più.
Una festa che si rispetti passa per alterne fasi emozionali, e così tra i salti e le urla sfrenate che hanno accompagnato tutta la prima parte del concerto la chiusura della stessa viene affidata a Santamaria che attacca in una più dolce versione piano e voce ed infine esplode con tutta la band al completo.
Il rientro per il bis è accompagnato dal pubblico che all’unisono ci riprova e canta a gran voce Threesome.
Il palco si illumina di nuovo con una versione piano e voce di Aziz e passando prima per Vita Sociale alla fine arriva il pezzo richiesto a gran voce.
Threesome esplode nel divertimento e nella felicità di tutti, per primi degli stessi Canova che non fanno che saltare sul palco insieme al pubblico fino alle ultime note eseguite, con tutta la band raccolta sul ciglio del palco, con la sola chitarra acustica per congedare il pubblico da una serata unica.
Non importa quanto il locale sia pieno, i Canova troveranno comunque il modo di farlo saltare e urlare proprio come se lo fosse.
Testo di Cristiano Tofani
Foto di Marta Bandino