Trent’anni fa le proteste di piazza Tienanmen
Sono passati tre decenni dai fatti di piazza Tienanmen a Pechino, quando di fronte a manifestazioni pacifiche l’esercito cinese aprì il fuoco uccidendo centinaia di persone
Era l’inizio di giugno del 1989, qualche mese prima della caduta del Muro di Berlino che avrebbe sancito la fine della “guerra fredda”. Tanti, tantissimi cittadini cinesi scesero nelle strade di Pechino per chiedere riforme politiche in un Paese sotto il regime comunista, quella Cina che oggi, trent’anni dopo, si sta consolidando come la potenza economica più importante del mondo.
Eppure, proprio quel partito che oggi guida, a proprio modo, quasi 1 miliardo e mezzo di persone (stima del 2016), vieta ancora commemorazioni ufficiali di quanto accadde a piazza Tienanmen, nel centro della capitale, nella notte tra il 3 il 4 giugno 1989.
In quelle drammatiche ore l’Esercito di Liberazione Popolare sparò sui manifestanti che protestavano in maniera pacifica per chiedere riforme politiche, uccidendo centinaia, se non migliaia di persone.
Il simbolo di quegli eventi fu la marcia solitaria di un manifestante contro i carri armati, “Il Rivoltoso Sconosciuto” impresso nello scatto del fotografo Jeff Widener della Associated Press e di altri 4 fotografi, Stuart Franklin per Magnum, Arthur Tsang Hin Wah di Reuters, Terril Jones sempre di Associated Press e Charlie Cole di Newsweek. Un’immagine che farà il giro del mondo diventando una delle più famose della storia.
“Trent’anni dopo quel bagno di sangue è davvero il minimo che le vittime e le loro famiglie ricevano giustizia”, ha dichiarato Roseann Rife, direttrice delle ricerche sull’Asia di Amnesty International. Secondo l’organizzazione per i diritti umani “il presidente Xi continua a praticare la stessa politica di chi lo ha preceduto: perseguitare coloro che chiedono la verità nel tentativo di cancellare la memoria del 4 giugno”.
Di tutt’altro avviso l’attuale ministro della Difesa cinese, Wei Fenghe, che ha parlato così delle manifestazioni di piazza Tienanmen: “Il governo centrale ha preso misure decise e l’esercito ha preso misure per fermare e calmare i tumulti. Questo è il modo corretto. è la ragione per cui la stabilità del Paese è stata mantenuta”.
(a cura della redazione)