Fair Play Finanziario 2.0: la nuova “era contabile” è già cominciata
Entrate in vigore le nuove regole sul FPF: controlli stringenti e maggior trasparenza. Occhio ai conti nel calcio
Obblighi di bilancio vs mercato
In pieno clima di calciomercato, i dirigenti, i talent scout e gli uomini di mercato dei club calcistici europei sono intenti a mettere in atto le più indovinate e innovative strategie di calciomercato al fine di potenziare la rosa delle rispettive società.
Quest’ultimo, però, si rivela un compito non certo semplice: infatti, a rendere più complessa la situazione, che sta diventando a tutti gli effetti una vera e propria mission impossible, subentra la costante necessità di buttare un occhio vigile ai tanto temuti conti di bilancio. Non a caso, la magica arte del riuscire a quadrare i valori di bilancio costituisce un preoccupante spauracchio per ogni team professionistico del Vecchio Continente.
Eh già. Le società di calcio europeo devono, più che mai, sopportare il grave giogo del Fair Play Finanziario (o FPF); in questo scenario, l’unica esigenza del top management dei club sembra essere – quasi fosse una chimera – quella di riuscire a trasformare (sempre nel pieno rispetto delle regole vigenti) i deficit di gestione in pareggi di gestione o, se possibile, addirittura in avanzi di gestione. Così facendo, si potrebbe superare indenni il trade-off esistente tra l’obbligo di rispettare le esigenze economico-finanziarie e le ambizioni (spesso velleità) sportive da assecondare.
Soltanto i manager più abili e creativi possono, appunto, sperare di coniugare gli obblighi di bilancio ai sogni estivi di mercato di tecnici, dirigenti e, soprattutto, dei numerosi fan.
Fair Play Finanziario 2.0
L’obbligo di rispettare una serie di vincoli di bilancio introduce, quindi, l’ormai nota questione del Financial Fair Play . Come sopra accennato, i vincoli del Fair Play Finanziario sono tali da incutere timore alla gestione economico-finanziaria della stragrande maggioranza dei club europei. Persino, i club più ricchi e potenti non paiono così più tanto sicuri quando sono posti innanzi al banco di prova di contabilità e bilancio.
In breve, con il FPF i club che partecipano alle competizioni continentali devono dimostrare, per l’intero anno sportivo di riferimento, l’assenza di debiti insoluti verso altre società, giocatori ed Autorità fiscali/sociali. Altresì, a decorrere dal 2013, è stato introdotto il vincolo di rispettare il “break-even point” (“punto di pareggio” oppure “punto di rottura”): ossia il punto di pareggio tra costi e ricavi. Pertanto, le società di calcio europee devono perseguire un equilibrio reddituale tra i costi sostenuti ed i ricavi conseguiti garantendo, altresì, l’obiettivo della contrazione del livello di indebitamento aziendale.
Da circa un anno, è entrato in vigore un nuovo set di regole contabili che molti sportivi ed addetti ai lavori sono ormai soliti chiamare “Fair Play Finanziario 2.0”: ossia si tratta delle nuove regole contabili valide per il triennio 2018 – 2021. L’evoluzione dei principi e delle normative sul FPF volgono , da un lato, a garantire il potenziamento del grado di trasparenza informativa dei bilanci (disclosure), da altro, la sostenibilità della gestione reddituale (rispetto del principio del “pareggio di bilancio).
La genesi del FPF 2.0 si deve allo scopo di definire meglio dei criteri specifici di valutazione di bilancio da adottare da parte delle società di calcio, al fine di impedire ovvero limitare il ricorso ad eventuali fenomeni elusivi (in presenza di lacune normative) che possano, in qualche maniera, provocare l’opportuno “aggiramento” degli obblighi normativi dettati dal “FPF”.
Criteri di valutazione delle poste di bilancio
Di seguito, sono brevemente illustrate solo alcune delle principali novità normative che ciascun club europeo deve ottemperare:
- Armonizzazione dei principi contabili di bilancio: ricorso ai principi contabili internazionali per aumentare il grado di comparabilità dei bilanci tra club. In tal modo, si eliminano le varie discrasie valutative originate dalla presenza di differenti normative contabili nazionali (ad esempio, in materia di trattamento fiscale o di obblighi di disclosure/reporting);
- Monitoraggio e contrazione del grado di leverage aziendale: previsione di controlli più stringenti nella fase di monitoraggio della posizione debitoria di ciascun club e nell’analisi delle forme di capitalizzazione e di finanziamento utilizzate dagli stockholders;
- Applicazione anticipata di controlli/sanzioni in caso di “deficit” di mercato oltre la soglia massima consentita: in caso di “deficit” di mercato (ossia di sbilancio tra acquisti e cessioni) superiore a 100 milioni di euro, l’UEFA potrà anticipare l’esecuzione dei controlli richiedendo anche delle specifiche garanzie in ordine al rispetto dei “paletti istituzionali” previsti dalle norme sul “FPF”. Qualora tali garanzie non fossero giudicate sufficienti dai competenti organi, ecco che l’UEFA applicherebbe immediatamente le sanzioni ai club non “compliant” (senza, quindi, più rinvio all’esercizio successivo a quello in cui si è verificato lo sforamento dei limiti: applicazione anticipata delle sanzioni). Si costringono, quindi, i club a rientrare dal “deficit” già nell’esercizio corrente ossia quello in cui ha avuto luogo lo sforamento. Il controllo agirà sia sulle condizioni di “break even” sia, ad esempio, su taluni ratios di bilancio come ad esempio il “NET DEBT/EBITDA” (NET DEBT – Indebitamento netto finanziario; EBITDA – “Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization”: in altri termini, il c.d. MOL – Margine Operativo Lordo). Tale rapporto evidenzia l’attitudine di un club a pagare interamente la propria esposizione debitoria facendo ricorso agli introiti del proprio “core business” ossia al reddito generato dalla sola gestione “operativa” (o “caratteristica” altrimenti detta “tipica”);
- Blocco alle plusvalenze tra club appartenenti alla stessa proprietà: per i club riconducibili allo stesso soggetto proprietario, viene introdotto il divieto di porre in essere delle operazioni contabili ben congegnate finalizzate alla mera rilevazione contabile di plusvalenze ad hoc per migliorare la situazione reddituale. In presenza di valori di vendita eccessivamente “gonfiati”, la cessione sarà contabilizzata al valore di mercato attribuibile ai diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori trasferiti;
- Blocco dei “finti prestiti onerosi”: divieto di ricorrere alle operazioni di prestito “fittizie” ossia a quelle manovre di mercato rivolte ad aggirare palesemente le norme del “FPF”. Per i prestiti onerosi aventi un futuro prezzo di riscatto del calciatore che risulti significativamente elevato – evidenziando, pertanto, il chiaro intento di rinviare al successivo esercizio l’incidenza sul “deficit” di mercato del costo dell’operazione – la UEFA provvede a contabilizzare direttamente il costo di tali operazioni già nell’esercizio di riferimento (ossia, per dirla con il linguaggio degli esperti contabili, torna in auge il principio contabile internazionale della “prevalenza della sostanza sulla forma” ovvero “the substance over the form”);
- Divieto di anticipo dei ricavi da “market pool”: vige il divieto di anticipo dei ricavi da market pool relativi all’esercizio successivo a quello di riferimento. I ricavi da market pool sono la quota dei ricavi che ogni Federazione percepisce dall’UEFA per la partecipazione alle competizioni europee dei propri club di appartenenza. La quota assegnata ad ogni Federazione viene, poi, proporzionalmente spalmata e ridistribuita tra i singoli club nazionali aventi diritto;
- Bilanci online: obbligo di pubblicazione dei bilanci sul proprio sito internet istituzionale;
- Indicazione della spesa aggregata sostenuta per agenti/intermediari: obbligo di esposizione in bilancio dell’importo della spesa “aggregata”, che ciascuna società sopporta per il pagamento delle commissioni agli agenti ed agli intermediari (in bilancio, viene iscritto il valore complessivamente cumulato per ciascun agente/intermediario).
Le nuove frontiere
Quali saranno i possibili futuri sviluppi del “FPF”? Ebbene molto probabilmente, la prossima mossa sarà quella di definire delle ulteriori regole allo scopo di incrementare il livello di competitività tra club europei e sanare il gap finanziario che divide i club ricchi (sempre più pochi) da quelli poveri (in continuo aumento).
In questa direzione, le evoluzioni normative attese potrebbero condurre all’avvento di altre misure finanziarie e/o sportive. Nella prima categoria (misure finanziarie) rientrerebbero, ad esempio, il Salary Cap e la Luxury Tax; nella seconda (misure sportive) confluirebbero, a titolo esemplificativo, i “Limiti alle rose”.
Il limite agli stipendi si estrinseca nella previsione di un tetto salariale massimo ossia in un limite al monte ingaggi complessivo che i club devono rispettare; inoltre, esso può comportare anche la fissazione di una soglia massima consentita per i compensi da corrispondere agli atleti. Si tratta di una misura già introdotta negli sport professionistici statunitensi.
La Luxury Tax, invece, rappresenta una tassa sul lusso ossia una tassa da applicare, in percentuale, sull’entità dello sforamento dei limiti del Salary Cap. La Luxury Tax potrebbe, inoltre, essere concepita anche come una “fee” da applicare, sempre in percentuale, su ogni operazione di acquisto conclusa – potremmo dire – a prezzi “fuori mercato”.
In ultimo, tra le misure sportive figurano, ad esempio, i“Limiti alle rose”. Il controllo dei dati di bilancio potrebbe portare alla fissazione di un tetto massimo di calciatori tesserabili in una stagione sportiva da parte di un singolo club. Peraltro, potrebbero essere previsti anche dei blocchi alle operazioni di mercato in entrata eseguibili nel corso dell’anno sportivo considerato.
Ciò detto, non ci resta altro che limitarci a formulare un grande in bocca al lupo a tutti i direttori sportivi e finanziari delle società di calcio che, nel corso dell’imminente sessione estiva di calciomercato, dovranno impegnarsi per risolvere non solo le esigenze tecnico-tattiche ma anche quelle economico-finanziarie dei rispettivi club.