Digitalizzazione: l’Europa va, l’Italia insegue
Secondo gli ultimi dati del Digital Economy and Society Index il nostro Paese fa progressi nel campo della digitalizzazione, ma bisogna fare ancora di più
L’Italia è al 24° posto in Europa nel campo della digitalizzazione secondo i recenti dati dell’Indice di Digitalizzazione, davanti solo a Polonia, Grecia, Romania e Bulgaria. È il report realizzato dal Digital Economy and Society Index a mettere in guarda il nostro Paese, nonostante in alcuni campi siano state registrate delle migliorie.
Ci riferiamo in particolare alla connettività, dove l’Italia guadagna ben 7 posizioni rispetto all’indice precedente: la banda larga è presente nel 90% del territorio nazionale rispetto all’83% della media europea. Bene anche il progresso di tecnologie digitali e servizi pubblici digitali, mentre è da banda ultraveloce, utilizzo di internet e servizi online che arrivano le note dolenti.
In particolare, nell‘integrazione digitale delle imprese è 23ª, mentre l’e-commerce, anche se gli italiani lo utilizzano sempre di più, non è ancora al passo con gli altri Paesi membri dell’Unione europea.
📢The Digital Economy and Society Index 2019 is finally out!
What is #digital performance of your country? How high does your country score among the other #EU countries?
More data & statistics?
👉https://t.co/sYK0ZzyCbe#DESI2019 #digitalisation @EU_Commission @DSMeu 🇪🇺 pic.twitter.com/e9bdZL8ij7— StartupEU_Networks (@SE_Networks) June 12, 2019
Riferendosi all’Italia il presidente de Confindustria Digitale, Cesare Avenia, “Se questo Paese non si muove e non si trasforma digitalmente rimane indietro e oggi è indietro, è un Paese che soffre. Stiamo perdendo il treno competitività”.
Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali, dice dell’Italia: “Tre persone su dieci non utilizzano ancora Internet abitualmente e più della metà della popolazione non possiede competenze digitali di base. Tale carenza nelle competenze digitali si riflette anche in un minore utilizzo dei servizi online, dove si registrano ben pochi progressi. La scarsa domanda influenza l’offerta e questo comporta una bassa attività di vendita online da parte delle PMI italiane rispetto a quelle europee”.
(a cura della redazione)