Il Sindacato dei Sogni sbarca nella capitale: i Tre Allegri Ragazzi Morti live a Villa Ada

Tempo di lettura 3 minuti
I Tre allegri ragazzi morti tornano a Roma con il loro Sindacato dei Sogni sul palco di Villa Ada: una lunga scaletta che bissa il successo dello scorso aprile al Monk

Sono passati 25 anni da quando, in quel di Pordenone, germogliava uno dei filoni punk rock che ha fatto storia in Italia proprio mentre, dall’altra parte dell’Oceano, Kurt Cobain lasciava questo mondo e il sogno americano di una nuova rinascita del punk.

Tra il 1994 e il 1996, in perfetto stile underground, le poche composizioni dei Tre Allegri Ragazzi Morti, guidati da Davide Toffolo, erano registrazioni sporche e ruvide che si trovavano solo su cassetta. Da lì l’impulso per il loro primo vero LP con una casa discografica, la BMG: siamo nel 1999 e il disco è “Mostri e Normali”.

Vent’anni dopo – Davide Toffolo,  Enrico Molteni, Luca Masseroni – tornano con un nuovo tour e un nuovo album. L’appuntamento in questo caso è sul palco del laghetto di Villa Ada.

Il Sindacato dei Sogni è il nome del loro ultimo lavoro in studio uscito a gennaio. Il disco riprende il nome di un grande gruppo californiano The Dream Syndicate: poco conosciuto in Italia, proprio lo scorso sabato è passato per la Capitale per presentare il loro nuovo disco These Times.

Proprio dai The Dream Syndicate i Tre allegri ragazzi morti riprendono, per il loro nuovo disco, le venature alternative rock del Paisley Underground non tralasciando le sfumature psichedeliche.

Testi più maturi e arrangiamenti più strutturati che Toffolo & Co. riescono a portare in scena combinandoli, in scaletta, con i pezzi classici e più conosciuti del gruppo di Pordenone. All’attitudine più punk basata su pochi accordi in barre, roboanti ed essenziali linee di basso e batteria diretta in quattro quarti verrà riservata la parte finaledello show. Lo spettacolo, nel suo insieme, tiene bene.

Il parterre non è quello delle grandi occasioni, forse perché è un lunedì sera e i TARM sono reduci del sold out al Monk di poche settimane fa.  Il pubblico comunque è attento, appassionato e si fa trascinare dal carisma di Davide che suona canta e (stra) parla.

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L’effetto generazionale è un aspetto caratteristico della serata: ci sono  bambini e bambine mascherati con il feticcio maschera/teschio, che è il marchio di fabbrica dei TARM fin dai primi tempi, probabilmente figli di quegli adolescenti che a fine anni Novanta si immedesimavano nelle storie di Occhi Bassi, Ogni adolescenza, Signorina Primavolta o Il mondo prima. 

Genitori nati a metà degli anni Ottanta, dunque, a fianco di chi nasceva nel decennio successivo: tutti insieme per cantare storie di fatto senza tempo che non vanno mai fuori moda.

L’apertura della serata spetta a Lucio Leoni, produttore, cantastorie, attore e chi più ne ha più ne metta, un personaggio unico che porta in scena una rappresentazione teatrale più che un concerto pop. Nonostante  “Il Lupo Cattivo” sia al terzo anno di live, Lucio non perde mai lo smalto e intrattiene e prepara il pubblico di Villa Ada per i TARM che saliranno dopo di lui sul main stage.

Complessivamente un’ottima serata: sfido a trovare di meglio nel caldo afoso romano di lunedì sera.

Entrambi gli artisti lanciano promesse dal palco: Lucio Leoni è pronto ad uscire con un nuovo disco e i TARM faranno una grande festa in autunno per festeggiare la lunga strada che li ha portati ad essere uno dei gruppi più rilevanti della scena rock italiana.

Da Roma per il momento è tutto, ci segniamo le promesse e li aspettiamo al varco per le prossime puntate.

Testo di Damiano Sabuzi Giuliani
Foto di Laura Aurizzi

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