La repressione dell’Eritrea contro gli attivisti per i diritti umani
Amnesty International denuncia in un rapporto le minacce del governo eritreo contro i difensori dei diritti umani che criticano il regime di Asmara
Provocazioni da parte di funzionari di governo, intolleranza delle autorità contro dissenso e critiche, anche fuori dai confini dell’Eritrea. In un durissimo rapporto, Amnesty International denuncia l’operato del regime di Asmara, che attualmente presiede il Consiglio ONU dei diritti umani.
Our briefing #RepressionWithoutBorders out today shows the intimidation and harassment Eritrean HRDs abroad go through at the hands of Eritrean govt officials & supporters. Join us in telling the #Eritrean govt to stop harassing Eritreans abroad! #Yiakl https://t.co/AkY0EHf8qB pic.twitter.com/m4Zgj8QFQQ
— Amnesty Eastern Africa (@AmnestyEARO) June 27, 2019
Nel corso degli ultimi mesi, diversi esponenti del governo eritreo hanno pubblicato tweet intimidatori contro persone che a Londra avevano organizzato e dibattuto in una conferenza dedicata alla costruzione della democrazia in Eritrea. Nel suo rapporto Amnesty nomina alcuni Paesi a rischio per i difensori dei diritti umani nello Stato del Corno africano; tra questi, Kenya, Regno Unito, Norvegia, Olanda, Svizzera e Svezia, senza contare personalità importanti, come Mussie Zerai
Come dichiarato da Joan Nyanyuki, direttrice di Amnesty International per Africa orientale, Corno d’Africa e regione dei Grandi laghi, “per molti difensori dei diritti umani, la fuga dall’Eritrea non ha significato una pausa dalla repressione, a causa della quale molti di loro sono morti proprio mentre cercavano di allontanarsene. Devono costantemente guardarsi le spalle e controllare ogni parola che dicono, impauriti dalla lunga mano del governo eritreo che si estende ben oltre le frontiere”.
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(a cura della redazione)