Nomine Ue: regge l’asse franco-tedesco, all’Italia la presidenza dell’Europarlamento
Assegnate le principali cariche europee. Quale sarà il peso politico del nostro Paese in Europa?
Si è appena conclusa la settimana di trattative politiche che ha portato alla nomina delle più alte cariche europee dopo le elezioni Ue di fine maggio. Il Presidente della Commissione Europea non è stato scelto con il metodo dello “Spitzenkandidat” – come avvenuto per la nomina di Jean-Claude Juncker nel 2014. Ursula Von der Leyen, invece, è stata designata a seguito di una serrata trattativa che ha visto impegnata Angela Merkel nel trovare un’alternativa a Frans Timmermans – eurodeputato socialista inizialmente candidato dalla Germania.
Secondo il Presidente della Commissione uscente Juncker “il processo sulle nomine dell’Ue non è stato molto trasparente. Qualche giorno fa ho detto al Consiglio che ho sempre avuto l’impressione che avrei fatto la storia, ma non in questo modo. Sono un personaggio unico: sono stato il primo e ultimo Spitzenkandidat“. Il metodo è stato osteggiato sia dalla linea franco-tedesca – che in quanto a nomine ed equilibri di potere ne esce decisamente vittoriosa – che dai suoi antagonisti, fra i quali il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte.
Sarà dunque tedesca, la prima donna Presidente della Commissione europea. Fedelissima di Angela Merkel, nel 2009 von der Leyen è stata Ministra del lavoro e della famiglia e, dal 2013, prima donna a detenere il dicastero della Difesa in Germania. Votata all’unanimità in Consiglio Europeo (ad eccezione dell’astensione di Berlino per problemi interni alla coalizione con i socialdemocratici in Germania), Ursula von der Leyen dovrà essere “confermata” dal nella seduta del prossimo 16 luglio. Per la sua elezione sarà necessaria la maggioranza assoluta, cioè 376 voti su 751 parlamentari.
La prossima coalizione di governo della Ue sarà composta dai Popolari del PPE, dai Socialdemocratici di S&D e dai Liberali di Renew Europe (ex-ALDE). Tuttavia, i Socialdemocratici potrebbero non votare Von del Leyen, visto l’affossamento del loro candidato Timmermans: in quel caso la coalizione dovrebbe cercare circa 86 voti nel resto dell’emiciclo – ad esempio fra i conservatori dell’ECR e dai non iscritti a nessun gruppo parlamentare.
Ursula von der Leyen avrà come vicepresidenti vicari Frans Timmermans e Margrethe Vestager. All’Italia dovrebbe andare invece il Commissario alla concorrenza. Altre cariche assegnate in questi giorni sono quella del Presidente del Consiglio europeo che va al belga Charles Michel, dell’Alto rappresentante UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, assegnata allo spagnolo Joseph Borrel (successore dell’italiana Federica Mogherini) e la nuova Presidente della Banca Centrale Europea, la francese Christine Lagarde che sostituisce Mario Draghi.
Rispetto al precedente assetto europeo all’Italia rimane solo la Presidenza del Parlamento europeo, assegnata al secondo scrutinio a David Sassoli (345 i voti favorevoli), europarlamentare di vecchia data che nel suo discorso d’insediamento ha dichiarato che “questa legislatura dovrà rafforzare le procedure per rendere il Parlamento europeo protagonista di una completa democrazia europea”.
Secondo Sassoli, infatti, “l’Europa ha ancora molto da dire se noi e voi sapremo dirlo insieme. Se sapremo mettere le ragioni della lotta politica al servizio dei nostri cittadini. Se il Parlamento ascolterà i loro desideri, le loro paure, anche la loro rabbia. Ma soprattutto le loro necessità. Sono sicuro che tutti voi saprete dare il massimo contributo per un’Europa migliore. Che può nascere con noi, con voi, se sapremo metterci cuore e soprattutto ambizione”.
In attesa di conoscere gli altri membri della squadra che comporrà la nuova Commissione Europea, è possibile individuare qualche dato certo: l’asse franco-tedesco ha tenuto anche in questa occasione, il peso dell’Italia è nettamente ridimensionato e quello dei cittadini europei è stato offuscato da logiche nazionali ancora troppo forti -sia per ragioni politiche che strutturali. Affrontarle e risolverle per mettere davvero al centro l’interesse di cittadine e cittadini è sicuramente la sfida più grande che questa Europa deve cogliere se vuole continuare ad esistere.