A lezione di hype con i Pinguini Tattici Nucleari
Continua il tour dei Pinguini Tattici Nucleari in giro per l’Italia con il loro Fuori dall’Hype: la band bergamasca è tornata nella capitale, questa volta sul palco del Rock in Roma
“Fuori dall’Hype”, il quarto album dei Pinguini Tattici Nucleari, è uscito il 5 aprile 2019 e, da allora, la band ha percorso in lungo e in largo lo stivale senza sosta, prima per il tour primaverile che li ha portati in giro per i più importanti club italiani e poi per il tour estivo che li vede protagonisti di numerosi festival e manifestazioni estive. Il 9 luglio è stata la volta della tappa che li ha visti calcare il palco del Rock in Roma.
Ciò che ci ha colpiti particolarmente dello show della band bergamasca (capitanata da Riccardo Zanotti, principale autore dei testi, ma di cui fanno parte anche Elio Biffi, Nicola Buttafuoco, Lorenzo Pasini, Simone Pagani e Matteo Locati) è che questo concerto è stata un’esperienza.
Ci spieghiamo meglio: in un periodo in cui la stragrande maggioranza dei concerti sembra un grande karaoke fatto in compagnia dell’artista, i Pinguini Tattici Nucleari regalano un’esperienza ricca di aneddoti, risate, sorprese, foglie di lattuga romana che volano addosso al pubblico… oltre che di musica.
Ma procediamo per gradi.
Lo spettacolo, la cui aria era già stata riscaldata dai sempre super eccellenti e divertenti Joe Victor, è cominciato alle 22.45 con l’ingresso del gruppo sul palco accompagnati da una delle canzoni che li ha fatti conoscere al grande pubblico, Tetris, tratta dal fortunato album Gioventù brucata.
L’atmosfera è leggera e spensierata, la sensazione che si ha sin da subito è di un grande ritrovo tra amici, sembra infatti esserci tantissima confidenza tra il gruppo e la gente accorsa ad assistere al concerto. La prova arriva subito: terminata Tetris, la band ci tiene a salutare subito il suo pubblico, e cominciano subito con le prime chiaccherate: “Questa canzone è dedicata a tutti gli scopamici… Alzi le mani chi ne ha uno. Non ridete e alzate su queste braccine che noi sappiamo che avete tante situazioni strane”.
Comincia No, no, no, prima canzone tratta da Fuori dall’Hype e si prosegue con Elio Biffi “il sex symbol del gruppo”, che impugna il microfono e sostituisce Zanotti per un brano cantando La strategia della tenzone.
Ad impreziosire ancora di più questo clima festoso ci pensa l’ingresso sul palco di un ospite: “Non è bello per un artista dover spiegare i propri testi, ma in molti di voi ce lo hanno chiesto. Abbiamo quindi deciso di invitare uno studioso e ricercatore della Sapienza per parafrasarvi il nostro testo più criptico, Fuori dall’hype”.
E l’ospite scelto è il romanissimo Valerio Lundini, talentuoso autore, musicista e attore che cattura tutti con una fantasiosa e molto divertente rilettura del brano che da’ il nome all’album (e anche al tour), trasformata in un racconto dei giorni di prigionia del capomafia Bernardo Provenzano.
Sette minuti di pura ironia accompagnata da una melodia triste proveniente dalla tastiera suonata da Zanotti e dalle risate del pubblico che ne coglie la leggerezza nonostante l’argomento scelto su cui ironizzare sia molto delicato. Dopo questa parentesi ridanciana, parte il brano vero stavolta accompagnato da una distesa di accendini e cellulari che illuminano la platea.
Il clima romantico portato dal brano torna ad essere scanzonato con Zanotti che indossa una vestaglia orientaleggiante per cantare Sashimi e poi con il lancio della lattuga romana sul pubblico durante Verdura. E così fino alla fine, dove una dopo l’altra si alternano brani degli album precedenti come Gioventù brucata, Cancelleria (terminata, a sorpresa, con una versione acapella di Fix You dei Coldplay) e Bagatelle e brani del nuovo album come Antartide.
A chiudere il concerto non potevano che esserci due dei brani che hanno regalato popolarità al gruppo: Sciare e Irene.
“Sapete, quest’anno abbiamo pubblicato quest’ultimo album con Sony, ma fino all’anno scorso eravamo indipendenti, ma indipendenti sotto ogni punto di vista, tanto che ci creavamo il merchandising da soli”, racconta il frontman della band nello spazio tra una canzone e l’altra.
Ci son voluti sette anni e ben tre album per conquistare l’attenzione degli addetti ai lavori e adesso che il fenomeno PTN è esploso sembra davvero inarrestabile.
Ci avevano già conquistati con l’ascolto del loro ultimo album, ma dopo averli visti live ne siamo certi: la crescita dei Pinguini Tattici Nucleari in questi sette anni di attività è tangibilissima e questo successo così sudato è tutto di meritato.
Linh Vu Thuy