Western Stars e il debutto alla regia di Bruce Springsteen
Abbiamo inserito il diciannovesimo album in studio di Bruce Springsteen nel primo numero della rubrica Musica in 3D. Così, quando ci hanno invitato a vedere la trasposizione cinematografica di questo disco, non potevamo perdercelo
“Western Stars” è la versione cinematografica dell’ultimo album di Bruce Springsteen. Il film segna il debutto alla regia del boss ed è co-diretto dal suo collaboratore di lunga data Thom Zimny.
L’anteprima per la stampa italiana è avvenuta durante il Festival del Cinema di Roma. Anche se l’invito alla proiezione è arrivato con poco anticipo creando un po’ di scompiglio nella chat WhatsApp della sezione musica della redazione di Ghigliottina , non ci siamo persi d’animo: riorganizzate le agende, sono volato alla proiezione.
Avendo fatto un’analisi approfondita del disco, che si colloca in discontinuità con i precedenti lavori del Boss, ero troppo curioso di capire l’ennesima impresa artistica di Springsteen.
Per la serie: Bruce, negli ultimi anni hai scritto un libro di memorie, hai fatto uno spettacolo a Broadway e ora, con “Western Stars”, hai debuttato alla regia. Qual è il tuo segreto?
Sapevo che non sarei andato in tour per Western Stars, quindi avevo bisogno di un altro modo per entrare in contatto con i fan. Ho detto: “Giriamo l’intero album dall’inizio alla fine”, cosa che abbiamo fatto. La sceneggiatura della narrazione è arrivata dopo. E poi, con Thom, abbiamo messo insieme le immagini e girato dei filmati, e improvvisamente è uscito fuori questo film che ha emozionato entrambi, e che speriamo arrivi al pubblico. Quindi, ho scritto il libro e poi ho fatto uno spettacolo a teatro, e ora questo film è il completamento di quella trilogia di lavori.
Già, perché Bruce, arrivato a 70 anni, non riesce proprio a stare fermo e ancora mette tutte le sue energie in ogni progetto e gira il mondo con i suoi concerti. È un artista completo, che riesce ancora a stupire in ogni sua trovata.
Prendiamo questo film ad esempio.
“Western Stars” offre ai fan di tutto il mondo l’unica opportunità di vedere Springsteen esibirsi in tutte e tredici le canzoni dell’album, accompagnato da una band e da un’intera orchestra, sotto il soffitto a cattedrale del fienile di sua proprietà.
Un fienile vero e proprio, di quelli che in Italia avremmo visto centinaia di volte nei film spaghetti western o nella puntate de La casa della prateria. Nella pellicola è stato riadattato a set cinematografico e al contempo come sala concerto di questo spettacolo. Lui, la sua voce e la sua chitarra acustica. Al suo fianco Patti Scialfa, che da anni lo accompagna nei cori dei suoi concerti, oltre che nella vita. Dietro di lui l’orchestra di archi e fiati più la band.
Come dice lo stesso Bruce nel corso del film: il fienile, oltre che un set, diventa un vero e proprio strumento musicale a se stante il quale, grazie al legno delle pareti e del tetto, conferisce alla musica un sound unico. Unico come l’album Western Stars che tocca temi quali l’amore e la perdita, la solitudine e la famiglia, e l’inesorabile passare del tempo.
Il docu-film evoca il West americano – sia il leggendario sia il duro – in cui si intrecciano filmati d’archivio ed il racconto in prima persona della rockstar. Bruce Springsteen in questo film veste diversi panni: oltre al regista e al cantante sul palco, racconta infatti le storie che introducono la canzone oggetto dell’esibizione, in un alternarsi di scene tra il fienile e il west. A questo si aggiungono video di repertorio della carriera del cantante e mini video girati in maniera artigianale con la moglie Patti.
Tutto questo per raccontare al meglio la storia del disco e le singole storie delle canzoni. Si immedesima nei personaggi che lui ha creato e ne narra i vizi e le virtù.