“Ramo” e quella melodia che risuona tra vita e morte
Al suo primo graphic novel come autrice completa, Silvia Vanni regala una delicata storia che oscilla sapientemente tra nostalgia e rimpianto
Ramo è Omar. O meglio Omar è Ramo al contrario. Ed è uno dei due protagonisti di questa storia. Tutto si gioca sul concetto di andata e ritorno, su una lettura al contrario di quello che ci può accadere nella vita. Così
Omar, talentuoso pianista in un bar, diventa Ramo una presenza che c’è e non c’è. Un fantasma, come fu l’indimenticabile Patrick Swayze in Ghost, che ri-torna tra i vivi per “salvare” un’altra vita, quella di Altea, il contraltare femminile di questa storia.
Ramo, primo graphic novel di Silvia Vanni, edita da BAO Publishing, si presenta così come una delicata analisi dei rimpianti e delle seconde opportunità. Quelle che bisogna saper cogliere per dare una sterzata alla propria vita, anche nei momenti più bui.
Ramo l’ho trovato soprattutto una storia sul perdono più che una storia d’amore. Soprattutto perdono verso se stessi, un modo per tirare una linea e ricominciare il proprio percorso. Credi che sia Omar che Altea siano riusciti pienamente in questo intento?
Mi piace pensare di sì.
Racconti con estrema delicatezza una tematica difficile e forte: quella del suicidio. Come sei riuscita a condensare in quelle poche tavole quel groviglio di sensazioni e sentimenti e soprattutto come mai hai scelto proprio questa svolta narrativa?
Tristemente, si sente spesso di persone, anche giovanissime, che si tolgono la vita pensando che il mondo sia migliore senza di loro. Nessuno dovrebbe pensare che la sua assenza possa portare felicità a qualcun altro. Credo che l’idea per “Ramo” sia nata da questa mia riflessione. Per quanto riguarda il come, ho cercato il più possibile di immedesimarmi in una vicenda del genere e rendere la storia al meglio.
È affascinante come il tuo stile di disegno, che trovo molto delicato e caratterizzato da colori quasi acquarellati, si sia sposato con una storia estremamente agrodolce e malinconica. È stato difficile trovare un simile equilibrio in fase di ideazione e realizzazione delle tavole?
La parte che ha richiesto più studio, sono state le tavole con i flashback. Non volevo colorarle come faccio di solito, ma dargli un tocco più sognante. In linea generale, ho cercato di usare palette di colore in base al tono della scena e all’umore dei personaggi. Non mi sento limitata nel mio stile: se un giorno mi venisse in mente una storia horror, non mi farei frenare dal mio disegno tondo e morbido!
La musica riveste un ruolo speciale in Ramo. Perché l’idea di usare una melodia vera come Morning Star e com’è nata la collaborazione con la musicista Felicity Lucchesi?
Mi piaceva l’idea che se un lettore avesse saputo leggere gli spartiti, si sarebbe ritrovato qualcosa di corretto e piacevole da leggere! Conosco Felicity Lucchesi grazie a una mia cara amica, già ci conoscevamo e sapevo che suonava. Le ho chiesto se le fosse piaciuto inserire un suo brano nel mio libro e ha accettato. La musica di Felicity completa il fumetto. Sono davvero entusiasta di questa collaborazione.
Ho trovato la scena finale estremamente intensa e delicata allo stesso tempo. La giusta nota finale di una nostalgia di fondo che ha avvolto tutta la storia. Come credi si possa in qualche modo sconfiggere questa nostalgia per qualcosa che non abbiamo mai davvero avuto? O come credi la sconfiggerà Altea?
Probabilmente non è possibile sconfiggere questo tipo di nostalgia. Come dico anche del fumetto: “quel vuoto rimarrà sempre”. Ma si può reagire in chissà quanti modi alla nostalgia e al vuoto. Altea? Spero incontri tante persone nuove che la aiutino a sorridere spesso.
Per quanto non esplicita, viene comunque fatto intendere al lettore che la relazione tra Altea e il suo compagno non sia del tutto sana. Mi ha ricordato molte di quelle relazioni tossiche in cui lei, oltre ad annullarsi per lui, non riesce mai del tutto ad uscirne. Da cosa è nata l’esigenza di raccontare un simile rapporto e cosa ti piacerebbe trasmettere alle lettrici che si accingono a leggere la storia di Altea?
Quella parte é nata in fase di lavoro, da un’esigenza narrativa. In un certo modo segue il ragionamento che ho fatto prima sul suicidio: nessuno deve annullare se stesso per qualcun altro.
Ramo
Silvia Vanni
BAO, 2019
pp. 144, € 18