Subsonica: dopo 20 anni è ancora Microchip… Temporale
A vent’anni di distanza dalla pubblicazione di Microchip Emozionale i Subsonica hanno spolverato e tirato a lucido un disco che ha fatto la storia della vecchia generazione emergente italiana con collaborazioni originali e azzeccate dalla scena musicale odierna: Microchip Temporale
La celebrazione della decade di un disco non è mai una cosa da lasciar passare inosservata, è successo già quest’anno con gli Zen Circus e il loro decennale di Andate tutti affanculo, un disco rispolverato nella forma ma non nei contenuti. Le decadi in questo caso sono due, per un disco che sicuramente non è mai passato di moda, con cui migliaia di ragazzi e ragazze sono cresciuti, un disco generazionale per una band che ha veramente rivoluzionato il mercato musicale italiano. I Subsonica nel 1999 con Microchip Emozionale hanno saputo unire il cantautorato con l’elettronica, creando una nuova dimensione musicale tutta loro.
Venti anni dopo, riuscire a celebrare nel modo più consono questo disco che ha segnato a tutti gli effetti un’epoca non era facile, ma anche stavolta la band torinese ha sorpreso tutti prima creando hype sui social e poi uscendo con l’annuncio di un nuovo album, o meglio un vecchio nuovo album dal nome Microchip Temporale, una replica in chiave moderna del loro storico secondo disco in studio con la partecipazione di molte delle facce che ora, come i Subsonica 20 anni fa, solcano i palchi di piccoli e grandi club di tutta Italia.
E anche noi di Ghigliottina non abbiamo voluto recensire in maniera semplice questo disco. Questa recensione è l’unione dei pensieri di 3 redattori, di chi Microchip lo ha vissuto al momento della sua pubblicazione e chi ha vissuto i nuovi volti della musica indipendente italiana fin dalla loro prima pubblicazione.
Damiano Sabuzi Giuliani
Già vent’anni fa Microchip Emozionale era un disco proiettato nel futuro.
Per questo, nella versione 2019, non sono gli arrangiamenti o le singole collaborazioni a stupire ma la capacità di mantenersi vivo e attuale a distanza di vent’anni.
Era l’estate 1999 e molti della mia generazione avevano ancora un anno di scuole superiori, la maggiore età e tutto il bagaglio di dubbi da adolescente.
Dire che Microchip Emozionale abbia influito sulle mie scelte è esagerato ma le 14 tracce del disco sono state la colonna sonora di quel periodo della mia vita. Strade mi ha accompagnato nel passaggio da un piccolo paesino di campagna alla grande città: in
Microchip Temporale è stata rivisitata con un ottimo arrangiamento per fare spazio alle barre e allo stile di Coez. Tutti i miei sbagli, compagna dei momenti di sconforto, oggi arricchisce la versione acustica del pezzo originale con uno dei migliori interpreti dell’indie italiano ovvero Motta.
Potrei citare episodi, cuori spezzati e serate al limite con Liberi Tutti, Colpo di pistola o Disco Labirinto (oggi in una versione magistrale firmata Cosmo) “col volume a stecca” in macchina o nelle discoteche romane che allora attingevano a piene mani da questo disco.
Un’analisi track by track e giudizi di valore su quello che erano quelle canzoni e quello che sono oggi sarebbe ingiusto, sbagliato e fuorviante anche per rispetto degli artisti che hanno accettato la sfida. Ma le versioni che, a mio avviso e oltre a quelle citate, meritano di più sono sicuramente Depre con la partecipazione di Miss Keta che è uno dei pezzi più riusciti, così come Aurora Sogna con Coma Cose e Mamakass. Un applauso infine per Willie Peyote che, in poche barre di testo, è riuscito a districare e attualizzare i concetti espressi in Sonde.
Cristiano Tofani
Venti anni e non sentirli, si potrebbe racchiudere il pensiero su Microchip Emozionale in queste brevi parole. Riduttivo, per quel che è stato realizzato con Microchip Temporale, senza ombra di dubbio. Un disco che ha coinvolto 14 tra band e artisti, oltre agli stessi Subsonica. Il risultato è sbalorditivo, hanno dato una nuova vita ad un disco inizialmente già intramontabile.
Queste collaborazioni, ma anche la loro capacità di amalgamarsi perfettamente nel contesto in cui Microchip si era inserito, aprono scenari e pensieri che probabilmente non ci si è mai del tutto posti. Il gap musicale tra la vecchia e la nuova guardia della scena emergente italiana non è mai esistita, non c’è un prima o un dopo, le capacità sono le stesse sono cambiate le modalità di fruizione o la platea di riferimento, ma non la capacità artistica.
Parliamo delle scelte che assolutamente hanno convinto: Willie Peyote è stato in grado di modernizzare e attualizzare Sonde, Cosmo è riuscito a far ballare con Discolabirinto ancora più di quanto Boosta, Max e Samuel non avessero fatto dal ‘99 ad oggi, Motta ha dato quel tocco ancora più emozionale a Tutti i miei sbagli. Ma anche i Fast Animals and Slow Kids, Myss Keta e Achille Lauro meritano delle assolute menzioni speciali.
Microchip Temporale porta ogni ascoltatore ad un ascolto continuo e ripetuto senza mai stancare, senza nemmeno dare la sensazione di essere un qualcosa di vecchio portato a nuovo, ma una freschissima novità nella scena musicale, come fossimo ancora nell’ormai andato agosto del 1999.
Graziano Rossi
Se tutto ciò che cerco nasconde un movimento quale destinazione può incontrarci?… Questa frase di “Strade”, una delle tracce più belle e famose dei Subsonica, mi è rimasta impressa nella testa sin da quando 19 anni fa scoprii questo gruppo torinese che aveva calcato il palco di Sanremo con una canzone (Tutti i miei sbagli) che sarebbe diventata una delle canzoni di maggior successo della musica italiana a cavallo tra i due millenni.
Eppure, oltre a questi due grandi pezzi, Microchip Emozionale viene ricordato come un disco eccezionale per ciascuna canzone contenuta al suo interno, non solo per i fan di Samuel & co. E ovviamente non è un caso che i Subsonica abbiano deciso di celebrare il ventennale di quel meraviglioso album, uno dei migliori della storia della musica italiana, coinvolgendo per Microchip Temporale artisti e band di oggi, con il risultato – per nulla scontato – di riuscire a renderlo assolutamente in linea con il mood musicale di questi tempi.
Tre esempi su tutti, ma per gusto e storia personale: la già citata Strade con Coez, Il cielo su Torino con Ensi e Albe Meccaniche con i Fast Animals and Slow Kids, con menzione d’onore per Sonde, realizzata insieme a Willie Peyote, che da adolescente rifiutavo di ascoltare desideroso di arrivare alla doppietta Colpo di pistola-Aurora sogna, e che in questa versione diventa il lancio perfetto a un lavoro discografico ineccepibile.
Testo di Graziano Rossi, Cristiano Tofani e Damiano Sabuzi Giuliani